Il futuro post-apocalittico è un tema da sempre molto amato dalle persone; l’idea di un conflitto che elimini ogni traccia di tecnologia e costringa l’umanità a ripartire da zero è sicuramente intrigante. Questo ha ispirato la creazione di numerose opere nell’industria dell’intrattenimento, da film e serie TV a libri e videogiochi. Una delle ultime case di sviluppo che ha scelto di trattare questo argomento è stata Paradox Interactive con Surviving The Aftermath, piccola chicca videoludica che tenta di combinare un gioco di sopravvivenza a un gestionale.
Una trama soffocata dall’apocalisse
In un mondo devastato dalla distruzione, causata dall’incapacità dell’uomo di mettere da parte il proprio desiderio di potere per il bene del prossimo, i pochi superstiti cercano di ricominciare a vivere e si uniscono insieme per formare piccole comunità. Questi campi sono gestiti e organizzati dagli specialisti, persone esperte in determinati settori che avranno il compito di portare la colonia alla prosperità e al benessere sociale. Ogni specialista ha le sue particolarità che variano in base a statistiche e “classe”, come Scienziato o Ricognitore e all’inizio dell’avventura sarà possibile scegliere 2 personaggi con cui iniziare a costruire il campo. Man mano che si prosegue durante il gioco si sbloccheranno delle missioni da completare, che si potrà scegliere se accettare o rifiutare. In generale, però, il titolo non concentra molta attenzione sul comparto narrativo, che risulta essere quindi molto marginale; solo tramite un breve preludio veniamo a conoscenza delle cause di questa apocalisse, ma l’argomento non viene ulteriormente approfondito.
Un gestionale con tratti catastrofici
Come suggerisce il nome del videogioco, l’obiettivo in Surviving The Aftermath è mantenere in vita la propria colonia nonostante tutte le difficoltà, facendola crescere e prosperare. Paradox Interactive è da sempre specializzata in gestionali e strategici, per cui non è difficile immaginare la qualità del gameplay di questo titolo. Per poter sopravvivere è necessario raccogliere le varie risorse, plastica, legno e metallo e garantire le prime necessità di un individuo, quali un tetto, cibo e un luogo dove potersi curare. In un mondo post-apocalittico, tuttavia, non bastano queste attenzioni a garantire il benessere dei coloni: l’inquinamento e le radiazioni sono fenomeni pericolosi e per i quali prendere le giuste accortezze. In più, gli eventi atmosferici e batteriologici come gelate ed epidemie mettono a dura prova la sopravvivenza all’interno del campo: bisogna agire in fretta e con zelo.
La gestione di tutte queste variabili è impegnativa, ma fin da subito il gioco introduce gradualmente le varie funzioni, mentre già dall’inizio della partita è possibile scegliere la difficoltà personalizzata in base a tutti gli eventi: ad esempio, è possibile scegliere la frequenza e l’intensità con le quali si può verificare un’epidemia. Ciò che rende peculiare questo gestionale è l’influenza che le proprie scelte hanno sul benessere della colonia; ogni tanto si verrà sottoposti a delle domande di natura etica, la cui risposta avrà un impatto sulla popolazione. In più, proseguendo nel gioco, si potrà uscire dalla propria colonia con gli specialisti per esplorare i dintorni, conoscere nuovi sopravvissuti e portare nella base risorse indispensabili.
Grafiche post-apocalittiche
Le ambientazioni di Surviving The Aftermath sono pienamente catastrofiche, con montagne di rifiuti che si mischiano a scarni tendoni come abitazioni. Gli eventi catastrofici si manifestano anche sull’ambiente circostante, con ghiaccio sugli edifici per le tormente di neve e cupa nebbia per quanto riguarda le epidemie. Per il resto la grafica non è eccezionale e i modelli di molte strutture si assomigliano tra loro, rendendo difficile riconoscerle. Gli specialisti, inoltre, non hanno particolari differenze rispetto agli altri coloni e, sebbene si possa accedere a loro tramite un menù dedicato, rimane ugualmente complesso distinguerli nel campo. Neppure la musica riesce a farsi notare, con le classiche melodie sperdute da ambiente desolato e non riesce pienamente nel suo intento di accompagnare il giocatore durante le lunghe sessioni di gioco.
Sopravvivere ai comandi
Purtroppo i Joy-Con non sono i controller più adatti per questo tipo di gioco: lenti nel piazzamento degli edifici sulla mappa, non viene dato onore alla fluidità che dovrebbero avere. Inoltre, i comandi sono piuttosto macchinosi da usare ed è facile confondersi, con alcuni pulsanti che rispondono a più azioni diverse. Per il resto, Nintendo Switch risulta essere una buona piattaforma su cui giocare a questo gestionale-survival, soprattutto nella sua modalità portatile. Peccato per il mancato uso del touch screen, che avrebbe semplificato molto la tabella dei comandi.
Conclusioni
Surviving The Aftermath è un gestionale innovativo, che tenta di far fare un salto in più al genere combinandolo con elementi tipici del survival. È un peccato per i comandi, che non danno giustizia al gameplay, e al comparto grafico che non spicca di brillantezza. Per chi fosse interessato a provare un titolo diverso dai soliti gestionali e con meccaniche intriganti, Surviving The Aftermath è disponibile sul Nintendo eShop a 29,99€.
Voto: 6.8
Le decisioni influenzano l’andamento della colonia
Grafica e musica sotto la media
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