Loop Hero, Recensione: come si esce dal ciclo su Nintendo Switch?

All’improvviso fu l’entropia, il caos e quindi l’oscurità. Tenebre sudice scavate da una scheletrica quanto inquietante figura. Una sola speranza restava al mondo, almeno ai suoi resti, una guerriera – o una ladra o una negromante? – senza nome e senza paura, pronta a entrare nel ciclo, pronta a entrare nel ciclo, pronta a entrare nel cic… Era giunto il tempo di battere il nemico dall’interno del nodo infinito stesso, è il tempo di Loop Hero.

Dopo il debutto su PC, lo studio Four Quarters fa di nuovo squadra con Devolver Digital per lanciare Loop Hero anche su Nintendo Switch. A ben guardare il panorama indipendente degli ultimi anni, la sfida che si è posto il team russo non pareva affatto semplice, ovvero creare un roguelite in grado di spiccare tra i tanti esponenti disponibili sul mercato. C’è chi lo ha fatto mescolando vari elementi in maniera eccelsa, come Hades, o chi ne ha fatta una variante frenetica e originale come The Binding of Isaac. Ebbene, il titolo dell’editore texano scava nei dogmi del game design e gioca con l’utente andando per sottrazione: ciò che si trova di fronte è soltanto una schermata pressoché vuota e l’impossibilità di controllare attivamente la scena.

E quindi uscimmo a rivedere il loop

Siamo partiti da un loop e da esso dobbiamo necessariamente ricominciare. La realtà fantasy medievale del gioco è stata inghiottita da una nube oscura. Le stelle, bussole del cielo, sono cadute una a una, sostituite da una figura sinistra e scheletrica in procinto di azzerare gli ultimi scampoli di vita. Ma poi arrivò una fiamma di speranza, una flebile luce personificata da un’eroina dotata del potere più grande per i sopravvissuti, la capacità di ricordare.

Se nell’epopea di Zagreus sopra citata la componente roguelite trovava un contesto narrativo nell’Oltretomba greco antico, qui l’esperienza si fa più meta narrativa. Le tracce mnemoniche della protagonista possono combaciare con quelle del giocatore, così come la sua indole sperimentatrice. Quesiti e dubbi che emergono spesso nei dialoghi, scritti in maniera sapiente e ora localizzati ottimamente in italiano. Ecco che il cuore della trama va a braccetto con quello del gameplay, il loop, ovvero il tragitto roccioso a 8 bit su cui si muove autonomamente l’alter ego. Chi impugna la console non imbraccia la spada, bensì si limita a coordinare le mosse, a gestire il percorso e gli ostacoli.

Dungeon master loop

Loop Hero è un puzzle di elementi distinti, al punto che l’etichetta roguelite gli va relativamente stretta. Invero, potremmo definirlo anche un gioco gestionale strategico di ruolo, in virtù delle parti di cui è composto. L’hub centrale, il caldo rifugio a cui fare ritorno dopo il game over, racchiude le macerie del mondo in distruzione. Qui trova posto appena un falò, ma progredendo nell’avventura sarà possibile acquisire materiali per costruire edifici vari. La schermata si riempirà di fattorie, per iniziare un loop con un piccolo boost ai punti vita massimi, di una fucina e di altre opzioni atte a sbloccare ora dei bonus, ora due classi aggiuntive.

Dando il via a una spedizione, potremo vestire i panni di un guerriero, di un ladro o di un negromante, ognuno con le sue peculiarità, vantaggi e svantaggi. Come accennato poc’anzi, il giocatore non può immedesimarsi totalmente con l’eroina, essendone piuttosto il dungeon master. A lui spetterà il compito di osservarne i movimenti, velocizzandoli o mettendoli in pausa all’occasione (detta fase di pianificazione) e d’inserire sfide, aiuti, pericoli, pezzo dopo pezzo. Si tratta di un’idea che, unita a una base da roguelite, offre una buona gamma di scelte, avvinghiando l’utente in uno sfizioso vincolo di scommesse e ricompense, o perdite ingenti. Sì perché la visione strategica del titolo firmato Four Quarters si affida a un mazzo di carte e a una dose di fortuna.

Mazzo pazzo

Ogni avversario sconfitto ha una probabilità di lasciare una o più carte, oppure dei pezzi di equipaggiamento – che racchiudono la componente da GDR di Loop Hero assieme a una progressione a livelli successiva alle prime battute. Al termine di uno scontro, il tempo si blocca, dando la libertà di pianificare le proprie mosse, piazzando sul banco ora una carta per aumentare le statistiche di salute, come un pezzo di montagna o di roccia (a tal proposito, il gioco non esplica che questi possano essere combinati per dare vita a qualche sorpresa, ma vi lasciamo il piacere della scoperta) oppure i nemici stessi. Covi di ragni, case di vampiri, cimiteri brulicanti di scheletri, la decisione spetta al dungeon master, il quale deve valutare costi e benefici al fine di assemblare una build perfetta per l’obiettivo finale. La missione consiste nel riempire una barra che concerne l’arrivo del boss del capitolo attivo, ma è evidente che arrivarci con le ossa tutte intere non sia una passeggiata.

Per prepararsi alla battaglia finale, sarà necessario avere armatura, anello e armi sufficientemente potenti. Non sempre il capo di vestiario di livello maggiore conferisce una vittoria assicurata, dal momento che a ognuno di essi aumentano determinate statistiche, come schivata, contrattacco, rigenerazione, pertanto sta al giocatore optare per quelli più adatti. Va considerata anche la possibilità di ritirarsi: più che in altre produzioni, la fuga in Loop Hero non è disonorevole, bensì altamente consigliata alle volte, poiché autorizza a mantenere tutte o una parte delle risorse raccolte. Ottimizzare i tempi diventa quindi indispensabile, pena un retrogusto di amara ripetitività percepibile nelle prime fasi del gioco.

Loop portatile

In linea di massima, sperimentare le possibilità ludiche di Loop Hero su Nintendo Switch è un’attività ad alto tasso di positiva ossessione, in virtù della portabilità della piattaforma. Iniziare un nuovo loop con la consapevolezza di poterlo riprendere in qualunque momento, senza alcun problema, è indubbiamente un punto a favore della console ibrida. Per avere tali vantaggi, bisogna tuttavia ricorrere a qualche compromesso: le parole e gli sprite di gioco, ridotti allo schermo di Switch, sono a volte poco leggibili, mentre i comandi non risultano estremamente comodi. Buona la libertà di scegliere tra i tasti fisici e il sistema touch per impartire gli input, seppure il secondo metodo paia quasi trascurabile. Nell’organizzazione del proprio loop, sarà necessario tenere troppo spesso premuto uno dei dorsali, o fare la stuola tra stick e freccette.

Semplice ma efficace, la veste grafica a 8 bit enfatizza il carattere fantasy medievale del titolo edito da Devolver Digital, con una predominanza di neri e grigi profondi. Discrete le chiptune realizzate per accompagnare il peregrinare della protagonista, per quanto, da un titolo che punta sulla ricorsività di certe azioni, avremmo gradito una maggiore varietà di suoni.

Se siete alla ricerca di un ibrido roguelite originale nella sua orgogliosa semplicità, Loop Hero potrebbe fare per voi. Una componente da gestionale, una da card game, una da GDR e una da strategico ne fanno un impasto denso di contenuti per oltre 30 ore. Se vi farete risucchiare dal ciclo infinito dello spaventoso Lich, attenti a un’iniziale ripetitività, oltre la quale vi attendono esperimenti, meta gioco e divertimento passivo da dungeon master. Con una buona dose di fortuna, potreste riuscire a spezzare il loop, oppure decidere di rimanerci.

Loop Hero è disponibile per Nintendo Switch tramite il Nintendo eShop dal 9 dicembre 2021 al prezzo di 14,99 euro.