Maria Enrica
Se è vero che il videogioco racchiude sempre un messaggio, allora questo può essere impiegato per diffondere una cultura che rischierebbe di non avere voce. È lo spirito con cui nasce Never Alone, che dai ghiacci dell’Alaska si è trascinato fino alle valli digitali per giungere su Nintendo Switch con l’Arctic Collection.
Il gioco, già disponibile su tutte le piattaforme, può essere interpretato come un esperimento videoludico documentaristico. L’idea originaria è del Cook Inlet Tribal Council (CITC), un’organizzazione senza scopo di lucro al servizio dei nativi dell’Alaska e degli indiani d’America residenti nella regione di Cook Inlet, nello Stato USA. Con la collaborazione di E-Line Media e di Upper One Games è nata un’avventura in due dimensioni che fonde meccaniche da platform e da puzzle. Never Alone è un’esperienza ludica non priva di qualche stalattite spigolosa, ma al tempo stesso piacevole e istruttiva, che con l’Artic Collection porta sulla console ibrida anche il DLC Fox Tales.
Una leggenda tra i ghiacci
Nuna è una ragazzina intraprendente e vivace che è solita esplorare le bianche terre adiacenti al suo villaggio. Nonostante il monito della famiglia, la protagonista decise un giorno di spingersi più lontano, fino a quando incontrò un pericoloso orso bianco che la inseguì, pronto per divorarla. A metterla in salvo sarà una piccola volpe artica, innescando la miccia di una toccante amicizia e insieme di un legame tra il mondo umano e quello animale. A fare da sfondo ai loro viaggi sono una sorta di pitture rupestri che prendono vita attraverso le parole sciamaniche del narratore esterno, come parte delle leggende iñupiaq, in particolare quelle del cantastorie Robert Nasruk Cleveland, tramandate alla figlia Minnie Gray.
Kunuuksaayuka è il nome della storia mitica che gli autori e l’associazione hanno scelto di trasporre in formato di videogioco, descrivendo le peripezie della bambina del popolo Inupiaq. Con una dose ben cadenzata di scene animate a personificare il racconto parlato, il titolo firmato E-Line Media concede uno scorcio, seppure di appena tre ore circa, su una cultura mediamente poco nota. La chicca che unisce il gioco e il messaggio è rappresentata anche dagli oggetti da collezionare nell’arco della partita: si trattano di brevi video, impossibili da perdere, aiutati da una struttura lineare dei livelli, che vanno a comporre un documentario incentrato proprio sugli usi e costumi di chi viveva in Alaska.
Un duo inossidabile
La formula scelta per fare conoscere la storia di Nuna e del suo piccolo amico è quella del platorm in 2D a scorrimento laterale. Le meccaniche relative al genere sono state smussate in ottica cooperativa, in modo da incentivare la collaborazione tra amici, anche se solo in locale. Ciò si traduce in abilità uniche per l’una e per l’altro, solo attraverso la cui sincronia sarà possibile superare gli ostacoli dei gelidi territori nordamericani. Così, mentre la ragazzina potrà per esempio saltare sulle piattaforme e distruggere dei blocchi di ghiaccio con una sorta di fionda inupiat chiamata bolas, la volpe potrà passare nelle aperture strette, raggiungere piani più alti e soprattutto chiedere l’aiuto di spiriti elementali.
Si trattano di stratagemmi efficaci di costruzione del mondo di gioco e della sua narrativa per consentire alla protagonista di superare limiti altrimenti insormontabili, incentivando l’unione con il suo candido amico. Se da un lato la scelta è coerente con le ambizioni degli autori, dall’altro lascia il fianco scoperto a una serie d’inciampi nell’impasto ludico. Si ha infatti la sensazione che l’esperienza in single player venga in qualche modo penalizzata ora dalla componente puzzle, ora dall’intelligenza artificiale. Never Alone alterna platform, le cui dinamiche non brillano mai per inventiva, ed enigmi ambientali sparsi per l’Alaska – comparabili come tipologie a quelli di Limbo di Playdead.
Questi sono di facile lettura, tanto che i movimenti della telecamera suggeriscono la direzione verso cui dirigersi, ma richiedono una consonanza tra umano e animale alle volte molto difficile per una persona singola, in maniera artificiale. Lo si percepisce appena all’inizio del gioco, lo si sente pesantemente proseguendo nei livelli. Ad esempio, alcuni enigmi richiedono più riflessi che acume, una reattività difficile da applicare nel caso si debba premere un tasto per passare più volte da un personaggio a un altro. Non agevola, come accennato, l’IA del compagno, che passa da momenti di rigidità ad altri nei quali diventa un nuovo problema da risolvere.
Le sfumature della neve
La mala gestione del compagno si collega a qualche grattacapo dato da un non perfetto utilizzo del motore grafico Unity: collisioni discutibili, una fisica a volte illogica e movimenti che rischiano d’impedire il proseguimento della partita. Per avvolgere i giocatori nell’Alaska dei nativi, gli artisti in forze presso lo studio di sviluppo hanno lavorato alacremente tanto sull’aspetto dei personaggi, quanto sugli elementi di sfondo.
Il character design da prodotto animato avvicina Never Alone a una favola per grandi e piccini, mentre giocano con le sfumature del bianco e toni scuri per alternare paesaggi immacolati ad altri più tetri. I fondali marini per esempio, sono delineati da sfumature che ne esaltano le profondità. A corredo troviamo un buon sound design e delle musiche in linea con i temi portanti della produzione. Promosso il doppiaggio in lingua nativa (sottotitolato in italiano), affidato a una voce potente che accompagnerà i giocatori alla scoperta della popolazione iñupiaq.
Never Alone nasce e si sviluppa come un connubio tra videogioco e divulgazione, pertanto valutabile nell’insieme delle sue parti. Un esperimento che regala una panoramica piuttosto dettagliata sui nativi dell’Alaska, a fronte di un comparto puramente ludico apprezzabile e insieme spigoloso. La versione Arctic Collection disponibile su Nintendo Switch tramite il Nintendo eShop al prezzo di 14,99 euro è il pacchetto più completo, con il DLC Fox Tales, composto da tre livelli originali più incentrati sulla piccola volpe.
Voto: 7.1
Buona la sincronia richiesta per il gameplay in cooperativa…
L’intelligenza artificiale da rivedere rappresenta un ostacolo ulteriore
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