Monark, Recensione: battaglie razionali nel regno della follia

Monark è un JRPG a turni sviluppato da Lancarse e FURYU Corporation (The Caligula Effect, The Caligula Effect: Overdose) ed edito da NIS America, Inc. Il titolo, che ha già debuttato in Giappone a ottobre 2021, approderà in Occidente il 25 febbraio 2022. Noi abbiamo avuto l’occasione di provare la nuova localizzazione in lingua inglese su Switch: ecco le nostre impressioni!

Parola d’ordine: mantenere la lucidità

L’accademia Shin Mikado è minacciata dall’Otherworld, una dimensione parallela popolata da mostri chiamati Daemons. Il giocatore interpreta uno studente affetto da amnesia che, suo malgrado, riceve il potere di contrastare le forze oscure. Per salvare la scuola dalla nebbia che conduce lentamente verso la follia, deve risolvere tortuosi enigmi e partecipare a violenti combattimenti. Come trionfare? Alleandosi (e potenziandosi) con i propri amici e con improbabili compagni mostruosi: gli Ego, le personificazioni dei vizi che albergano nell’anima di ogni essere umano. La strada per la vittoria passa dal gioco di squadra!

La struttura di Monark deve molto a Megami Tensei, serie a cui molti dei suoi sviluppatori hanno lavorato in passato. Entrambi gli JRPG schierano infatti umani e mostri sullo stesso campo di battaglia, sullo sfondo di un mondo sull’orlo del baratro. Condividono inoltre l’ambientazione scolastica e forti rimandi al mondo della psicologia e della filosofia.

Rispetto alla celebre saga cui si ispira, Monark insiste però sull’atmosfera horror, amplificata dalla presenza di un’inquietante e pericolosa nebbia. Molto intrigante anche il sistema di combattimento. Per vincere non basta attendere il proprio turno e colpire alla cieca. Occorre infatti conoscere i punti di forza della propria squadra e trovare un equilibrio tra fasi di attacco e pause che fanno recuperare energia. In certi casi, il posizionamento dei personaggi sul terreno permette di attivare attacchi aggiuntivi degli alleati, aumentando così le possibilità di vittoria. Insomma, un’avventura in grado di coinvolgere gli spiriti più analitici, che potrebbe però scottare gli animi più impulsivi!

Tanti personaggi e tanti segreti tutti da scoprire

A livello di ambientazioni, Monark non spicca per varietà. Le stanze e i corridoi dell’accademia sono molto simili tra loro e anche gli spazi dell’Otherworld hanno un assortimento piuttosto ridotto. Il titolo si distingue però per la presenza di numerosi NPC umani, con cui il protagonista interagisce per risolvere piccoli enigmi che aprono le porte dell’Otherworld. Alcune sezioni dei loro profili sono lasciate in bianco. Una scelta che, oltre a conferire un’aura di mistero anche all’NPC (apparentemente) più banale, invoglia a proseguire l’esplorazione.

Molto interessanti anche le possibilità di personalizzazione dell’esperienza videoludica, che vanno oltre la semplice scelta del nome dell’avatar. Il giocatore viene subito sottoposto a un test psicologico, che rivela il suo grado di affinità ai vizi capitali (gli Ego). Nel corso del viaggio, potrà rispondere ad altre domande di questo tipo, ottenendo un’analisi accurata delle proprie tendenze comportamentali. Domare e accrescere i sette peccati capitali è un’esperienza unica, capace di offrire a ogni giocatore gli strumenti per conoscere meglio la propria interiorità.

Un lungo anime da giocare e ammirare

Monark, da buon JRPG, presenta anche un’evidente vicinanza al mondo delle serie animate giapponesi, che si manifesta su vari livelli. Quello più palese è senza dubbio il fattore estetico che, combinando modelli 3D e disegni 2D, propone personaggi che sembrano usciti da un anime.

Come in ogni anime che si rispetti, Monark si apre con una meravigliosa sigla d’apertura eseguita da KAF, una popolare virtual idol giapponese. La suggestiva colonna sonora comprende inoltre numerose tracce strumentali, che accompagnano sia i momenti più cupi che quelli più “disimpegnati”.

L’inserimento di lunghi dialoghi, unito a un doppiaggio in lingua giapponese molto espressivo, serve invece a coinvolgere emotivamente l’utente e a farlo affezionare alla storia. Osservare e godersi le varie fasi che precedono i momenti di azione è parte integrante dell’esperienza videoludica.

Per apprezzare ancora di più la componente narrativa, è possibile collegare la Switch al televisore e lasciarsi trasportare dalle scene di dialogo. Sfortunatamente, questo metodo evidenzia la spigolosità dei modelli 3D, che non riescono a soddisfare le aspettative odierne in questa area. Gli incantevoli ritratti 2D abbinati alle finestre di dialogo compensano solo in parte questa lacuna, in quanto associati solo ad alcuni personaggi principali.

Chi preferisce concentrarsi su combattimenti, misteri, trama e sviluppo dei personaggi potrà però tuffarsi in oltre 80 intense ore di gioco.

Conclusioni

Monark è un JRPG largamente ispirato a Megami Tensei, serie a cui alcuni dei suoi sviluppatori hanno lavorato in precedenza. Da questa saga trae infatti aspetti come l’ambientazione scolastica, la sinergia tra umani e demoni e rimandi alla filosofia e alla psicologia.

Il titolo si distingue per la scelta di intensificare le atmosfere horror e per l’originale sistema di combattimento a turni. La presenza di un quiz psicologico all’inizio dell’avventura e di molti altri test personalizza inoltre l’intera esperienza, rendendola unica per ogni giocatore.

La magnetica colonna sonora e i lunghi dialoghi e il vasto spazio riservato agli NPC trascinano fin da subito il giocatore all’interno dell’universo di gioco. A fronte di questa abbondanza di contenuti e suggestioni, la spigolosità dei modelli 3D passa in secondo piano.

Nel complesso è un JRPG estremamente valido, che si presta ad essere apprezzato da appassionati del genere e da fan dell’animazione nipponica. È invece altamente sconsigliato a chi ha l’abitudine di saltare i dialoghi o ama le battaglie a turni che implicano automatismo e passività.

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