Maria Enrica
Quarantadue anni fa nasceva quella che sarebbe diventata una delle massime icone dei videogiochi, sinonimo di questo mondo anche per chi non è avvezzo a esso. Un personaggio giallo, tondo, il quale ricorda una pizza al piatto mancante di uno spicchio: sia per chi lo ha visto crescere, sia per chi lo conosce solo di fama potrà festeggiarlo con Pac-Man Museum +.
Now Production e Bandai Namco Entertainment hanno unito le forze per ricordare il percorso compiuto dal 1980 a oggi e condividerlo con tutti gli appassionati. Invero Pac-Man Museum + si presenta su Nintendo Switch non tanto come uno stratagemma per ripercorrere la storia del mangiapillole, quanto più come un pacchetto completo di ben quattordici giochi utile a svagarsi con uno degli antesignani degli arcade. Una raccolta che quindi non si propone con un fine filologico, ma che concede la possibilità di tornare a un’epoca passata con una console odierna.
Sala giochi e gettoni
Se Pac-Man fa rima con videogioco, arcade è sinonimo di sala giochi. Proprio nelle vesti dell’alter ego tondeggiante ci troveremo in una piccola stanza dedita allo svago. Tra cabinati, un juke-box, una macchina per estrarre gashapon e qualche arredo sembra non mancare alcuno stimolo per trattenersi nella sala. Quest’ultima può essere personalizzata ora con l’acquisto di oggetti decorativi – tramite valuta virtuale ottenuta dalle partite – ora con l’installazione di una carta da parati, ora con l’apertura delle porte a degli ospiti passivi.
La progressione nei vari titoli regala infatti l’arrivo di alcuni fantasmini nell’area, oltre alla possibilità di spendere un gruzzolo di monete alla macchina delle statuine. Si tratta di una trovata sufficientemente simpatica per colorare un’altrimenti fredda lista di produzioni ludiche, ma la cui attrazione si esaurisce nel giro di poco tempo. Inoltre, la dicitura “museum” non viene contestualizzata appieno, mancando di qualche chicca atta a ingolosire il giocatore archeologo o nostalgico: avremmo gradito ad esempio qualche bozzetto digitale o al più delle righe di testo per attirare l’attenzione sulla storia del personaggio, suggerendo allora una più corretta nomenclatura, collection.
Waka waka
Pac-Man Museum+ può essere visto come un ampliamento dell’edizione lanciata nel 2014. I possessori di una console ibrida hanno finalmente l’opportunità di aggiungere alla propria libreria un pacchetto completo di platform, arcade e racing game provenienti dalla storia più o meno recente della pallina gialla. Rispetto a quella di otto anni fa, l’edizione presente fa sfoggio di quattro ulteriori titoli, rendendosi decisamente vincente. Come descritto sopra, questi si presentano all’interno di veri e propri cabinati, ma i più impazienti potranno ovviare selezionando un apposito tasto per un elenco rapido e completo.
Alcuni grazie a un sistema di emulazione, altri come porting, i quattordici episodi pescano dal percorso del tondeggiante protagonista, andando a creare un quadro abbastanza vario in fatto di offerta ludica. A onor del vero, pur contestualizzando i singoli prodotti al periodo di appartenenza, è innegabile che gran parte di essi sentano il peso dei loro anni. Se per esempio l’originale Pac-Man (1980) e Pac-Man Championship Edition (2007) vantano un game design semplice e d’impatto tale da divertire ancora nel 2022, altri non riescono a reggere il confronto.
Pensiamo per esempio a Pac-Land, platform che non sostiene il pesante paragone neanche con altri esponenti del tempo, la metà degli anni ’80. Pac-Mania si pone quasi sullo stesso livello di questo ultimo, con la discriminante di essere stato un esperimento in 3D del 1987. Le altre novità per ampliare il fascino della raccolta vengono in parte da quella del 2014: ci riferiamo a un insieme di missioni da completare gioco per gioco al fine di guadagnare qualche moneta aggiuntiva, insieme a una classifica online per gareggiare con altri emuli di Pac-Man.
Pac-tecnica
Gli autori hanno evidentemente investito tempo e impegno nella stabilità tecnica di Pac-Man Museum+. Rispetto alle precedenti edizioni, qui l’emulazione dei giochi è soddisfacente, con caricamenti veloci e comandi intuitivi. Volendo simulare i cabinati veri e propri, le proporzioni sono state adattate per avere delle vistose bande nere ai lati dello schermo, arricchite unicamente da dei disegni dell’epoca e dalle istruzioni del gioco selezionato, queste ultime a svolgere una sola funzione decorativa. Apprezzata è la possibilità di adottare un filtro CRT per simulare una TV a tubo catodico e la presenza dei sottotitoli quando compare la sola lingua giapponese.
Pac-Man Museum+ trasforma Nintendo Switch in una sala giochi virtuale tutta incentrata sulla creatura di Tōru Iwatani. Ampie fasce di pubblico possono trovare un motivo per dirsi interessate: gli appassionati per festeggiare la celebre icona, i giocatori occasionali per qualche momento di svago, i curiosi per scoprire qualche titolo a suo modo inedito. A dispetto del nome però, la volontà museale non si palesa, né con qualsivoglia chicca rintracciabile solo dai fan, né con una serie di contenuti che avrebbero cristallizzato il cammino variopinto di Pac-Man. Piuttosto, la sua quarantaduesima candelina si spegnerà all’insegna di una raccolta per divertirsi in maniera leggera, come erano solite finire le monetine o i gettoni ai cabinati.
Pac-Man Museum+ è disponibile per Nintendo Switch dal 27 maggio 2022 tramite il Nintendo eShop al prezzo di 19,99 euro.
Voto: 6.8
Buona emulazione dei giochi
Apprezzabili le missioni da completare e la personalizzazione della sala giochi…
Poco o nulla giustifica il nome museo, piuttosto sarebbe giusto parlare di raccolta
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