Dusk Diver 2, Recensione: scontri in una Taipei alternativa

A tre anni di distanza dal primo capitolo e, dopo essere uscito su PC a inizio 2022,  Dusk Diver 2 arriva su Nintendo Switch e PlayStation. In questa nuova avventura, ci troveremo a fare i conti con una minaccia proveniente da una dimensione parallela, affrontando orde di nemici sullo sfondo di una Taipei colorata e pop. Saranno riusciti gli sviluppatori taiwanesi di WANIN a migliorare quanto visto nel primo gioco, o ci troviamo di fronte a un clamoroso tuffo nell’ignoto?

L’invasione delle Chaos Beast

Dopo aver ottenuto poteri provenienti da una dimensione alternativa chiamata Youshanding, la sedicenne Yumo si trova impegnata a fare i conti non solo con le sue nuove abilità, ma anche con la vita di tutti i giorni. La situazione è tuttavia destinata a complicarsi quando delle creature interdimensionali, chiamate Chaos Beast, iniziano a invadere il distretto Ximending di Taipei in maniera sempre più massiccia. Sarà compito di Yumo e dei suoi compagni, Leo, Le Viada, Bahet e tanti altri, di investigare sul fenomeno, facendo luce nel contempo su un oscuro complotto operato da parte di misteriosi individui, intenti a mettere le mani sullo Youshanding.

La storia di Dusk Diver 2, così come la caratterizzazione dei suoi interpreti, è sufficiente a motivare il giocatore a proseguire nel gioco, senza però eccessivi guizzi o colpi di scena di rilievo. Rimane comunque una narrativa ben scritta, per quanto alcuni elementi possano risultare confusionari per chi non abbia giocato al primo capitolo. Fortunatamente è disponibile sia un riepilogo iniziale, oltre che un’utile serie di spiegazioni riassuntive degli eventi di Dusk Diver 1.

Niente streghe o diavoli che piangono

Dusk Diver 2 è un gioco d’azione, con grande enfasi sul combattimento contro gruppi di nemici. Il titolo infatti si propone come esponente del genere character-action, dominato da titani come Devil May Cry e Bayonetta. Durante gli scontri con i nemici, potremo alternare tra quattro personaggi, ognuno dotato di armi, abilità e uno stile di gioco differente. Il che, almeno sulla carta, rappresenta un’ottima idea per differenziarsi dai giochi sopracitati e donare una certa originalità. Il problema, però, risiede nella scelta degli sviluppatori di inserirsi in un genere che richiede una quasi perfetto mix tra bilanciamento e varietà di gioco, oltre che di risorse offerte al giocatore.

Dusk Diver 2 manca praticamente di ognuno di questi elementi. Innanzitutto, mentre nel primo capitolo eravamo chiamati ad affrontare orde formate da nemici facilmente eliminabili, qui gli scontri ci porranno di fronte gruppi di 4 o 5 avversari, ognuno però dotato di barre dell’energia talmente corpose da richiedere minuti su minuti di lotta anche solo per eliminarne uno. Questo si accompagna a un parco mosse dei protagonisti limitatissimo e una quasi inesistente intelligenza artificiale di mostri e alleati, risultando in incontri interminabili e noiosi. In ogni combattimento non potremo fare altro che ripetere le solite due o tre mosse, contro avversari praticamente imbambolati.

In tal senso, i peggiori scontri saranno purtroppo quelli con i Boss che, oltre a possedere anch’essi un’energia chilometrica, avranno anche un’ulteriore barra dell’armatura, scalfibile solo utilizzando tecniche speciali a ripetizione. Il gioco tenta di mitigare la noia dei combattimenti, offrendo fasi di esplorazione di dungeon e del distretto di Ximending. I primi purtroppo soffrono di una realizzazione blanda e ripetitiva, servendo più che altro a collegarci tra i vari scontri e filmati. Ximending invece risulta quantomeno ben realizzata, con diverse attività e locali da visitare e, pur non raggiungendo le vette di altre città virtuali come la Kamurocho di Yakuza, è comunque godibile da esplorare e scoprire.

Un colorato e fallace affresco metropolitano

Dusk Diver 2 non cela la sua forte ispirazione alla serie di Persona: appare da subito evidente come la saga Atlus abbia giocato un ruolo predominante nella caratterizzazione di personaggi, menu e HUD di gioco. Il che ovviamente non è un male, sopratutto per la buona e colorata resa visiva dei protagonisti e dei mostri che, pur non brillando per originalità, risultano comunque di buon livello. Le musiche, i cui generi variano dal pop all’elettronica, sono alquanto orecchiabili e ben si inseriscono nel contesto urbano di Taipei. Tuttavia l’altro, evidentissimo, tallone d’Achille del gioco sta nella sua realizzazione tecnica su Nintendo Switch.

Pur non essendo un titolo apparentemente così esigente a livello di prestazioni, Dusk Diver 2 fatica a mantenere anche solo 30 fotogrammi stabili in modalità TV, il che diviene problematico soprattutto durante i combattimenti, con rallentamenti talmente frequenti da rendere l’esperienza a tratti ingiocabile. Paradossalmente il gioco appare decisamente più fluido in modalità portatile, dove le perdite di fps avvengono più sporadicamente, a discapito di una definizione ridotta. Durante le circa 13 ore dell’avventura principale, inoltre, non sono mancati bug e glitch, come uno scontro con un boss in cui i nostri protagonisti sono semplicemente diventati invisibili fino alla fine della lotta.

Le promesse tradite dal sequel

Dusk Diver 2 è purtroppo una triste occasione mancata. Il potenziale grezzo espresso dal primo gioco non è stato colto e sviluppato a dovere, con un sequel che, nel tentativo di emulare i mostri sacri del genere, finisce col perdere ogni forma di originalità e divertimento. Dusk Diver 2 è disponibile sull’eShop di Nintendo Switch, al costo di 49,99 €.