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Pokémon Scarlatto e Violetto, Recensione: una nuova era in un mondo aperto

Pokémon Scarlatto e Violetto, Recensione del nuovo videogioco open world di nona generazione ambientato nella regione di Paldea.

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   · 18 min lettura Recensioni
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Natura selvaggia dove camminare tra i Pokémon liberi, percorsi intricati dove gettarsi all’avventura, misteri da risolvere e creature rare da inseguire per catturarle: alzi la mano chi non ha sempre voluto un videogioco del genere? Pokémon Scarlatto e Violetto sono il primo tentativo della serie principale dei mostriciattoli tascabili di inseguire il sogno open world, un mondo aperto vasto ed elaborato, ricco di creature selvagge nelle sue praterie, nei suoi deserti, nelle sue foreste, nelle sue acque e nei suoi cieli.

I sogni, tuttavia, vanno confrontati con la realtà: per quanto il passo in avanti si avverta in diversi comparti di gioco, Pokémon Scarlatto e Violetto non sempre riescono a raggiungere gli standard di un vero e proprio open world moderno. Si torna ai tradizionali ma tanto amati sistemi di lotte e di cattura, abbandonando anche buone intuizioni che si erano viste nello spin-off open map Leggende Pokémon Arceus, ma purtroppo pesano sull’esperienza di gioco una resa tecnica difettosa e una tagliata generale di alcuni contenuti. Nonostante i problemi evidenti, per fortuna i nuovi giochi di Game Freak e Nintendo sono creature che riescono in qualche maniera ad essere affascinanti e avvincenti.

Tra una guida e l’altra, ci siamo presi del tempo prima di pubblicare la nostra recensione per capire se Nintendo, da sempre attenta ai suoi alti standard di qualità, avesse intenzione di rilasciare comunicazioni o se fossero in arrivo patch correttive da parte di Game Freak. Ora che sono arrivate le scuse ufficiali di Game Freak e Nintendo e che è stato diffuso quello che sembrerebbe il primo di una serie di fix programmati, siamo pronti a parlarvi, da fan a fan, di come abbiamo vissuto Pokémon Scarlatto e Violetto e la nona generazione di creature tascabili nelle loro prime settimane di vita, nel bene e nel male.

Tre storie, tanti amici e un finale superefficace

Partiamo proprio da ciò che più ci ha convinto di Pokémon Scarlatto e Violetto: la trama. Game Freak in passato ha provato più volte a stravolgere il tradizionale corso generale dell’avventura (sfida le palestre, batti il team cattivo, sradica la minaccia di turno). Se il Giro delle Isole di Alola mancava di spessore e le Terre Selvagge di Galar difettavano di una vera e propria libertà di movimento, questa volta abbiamo più filoni narrativi da seguire a nostro piacimento, i quali sono connessi all’esplorazione di Paldea, la regione di Pokémon Scarlatto e Violetto, e sono legati al sorprendente e intenso capitolo finale di gioco.

Scelta dello starter in Pokémon Scarlatto e Violetto

Come novelli Allenatori, noi giocatori saremo inizialmente chiamati a scegliere il nostro Pokémon iniziale tra Sprigatito, Fuecoco e Quaxly, come rito di iscrizione all’Accademia dell’Arancia (in Pokémon Scarlatto) o all’Accademia dell’Uva (in Pokémon Violetto). Il Preside dell’Accademia ci affiderà ben presto un compito particolare come attività extracurriculare: trovare un tesoro.

Parte così la nostra avventura seguendo tre strade parallele. Il Cammino dei Campioni consiste nel tradizionale percorso di città in città, di palestra in palestra, per arrivare a lottare contro i Superquattro della Lega Pokémon; lungo questa strada saremo affiancati spesso da Nemi, nostra prima amica a Paldea, Campionessa e studentessa dell’Accademia. Come al solito, ogni Capopalestra è uno specialista di un Tipo particolare di Pokémon. Inoltre, prima di accedere a una Palestra è necessario affrontare un esame che consiste in un minigioco sempre diverso da sfidante a sfidante, nulla di seriamente impegnativo ma comunque qualcosa in grado di spezzare un po’ il ritmo ripetitivo delle lotte.

Kissara, capopalestra di Pokémon Scarlatto e Violetto

Il sentiero leggendario ci porta ad aiutare un altro studente di nome Pepe alla scoperta di spezie misteriose, protette da giganti Pokémon Dominanti; in queste avventure scopriremo dei legami con Koraidon o Miraidon, creature di copertina di Pokémon Scarlatto e Violetto che useremo come cavalcatura e che dopo aver sconfitto ogni Dominante acquisiranno un potere in grado di superare gli ostacoli dell’esplorazione di Paldea. Presto capiremo anche cosa cerca Pepe da queste spezie, oltre a scoprire qualcosina in più sul suo passato e in generale sul suo carattere.

Infine, Il viale della polvere di stelle ci permette di affrontare il Team Star, un gruppetto di bulli dell’Accademia che cercheremo di distruggere con l’aiuto della studentessa Penny e di una misteriosa voce proveniente dal nostro telefono che si fa chiamare Cassiopea. In queste fasi, affronteremo interi accampamenti di teppisti con una nuova meccanica di autobattling chiamata Mandare avanti un Pokémon. Il culmine di ogni sfida arriva quando bisogna combattere contro i loro leader in una lotta tradizionale che, come ultima creatura in campo, ricorre a una sorta di boss battle.

Siamo lontani dall’epicità e dai miti di Leggende Pokémon Arceus, e siamo ancora distanti dai piani supercattivi del team malvagio di turno, tuttavia per la prima volta nell’era 3D di Game Freak ci troviamo in un titolo della saga principale che ci pone davanti a una storia convincente dall’inizio alla fine, con personaggi ben approfonditi e risvolti intensi e maturi. Finalmente troviamo dialoghi in grado di toccare temi importanti e delicati come il bullismo e fenomeni sociali come l’hikikomori, o la differenza di sensibilità tra diverse generazioni ed età che si avverte nell’affrontare i problemi. Pokémon Scarlatto e Violetto sono il tentativo finalmente riuscito di fare a meno di supervillain e di minacce ancestrali senza annoiare il giocatore con dialoghi futili, Rotom che dispensano consigli non richiesti, personaggi tappabuchi e motivazioni infantili.

Penny, personaggio di Pokémon Scarlatto e Violetto

Ogni personaggio principale ha finalmente motivazioni che potremo comprendere e con cui potremo davvero simpatizzare, e quando il cerchio si chiuderà nelle fasi conclusive ci sarà posto per sorprese e sorrisi stampati sul volto del giocatore: emozioni che sinceramente non venivano così ben comunicate da parecchio tempo in un gioco mainline.

Ad enfatizzare il comparto narrativo ci pensano anche cut-scene e filmati ad hoc, conditi da animazioni facciali finalmente più espressive, movimenti naturali di personaggi e Pokémon, e inquadrature che hanno addirittura guizzi registici. Peccato che la stessa cura e attenzione alle inquadrature non si noti durante il gameplay, ma parleremo di questo più avanti. Inoltre in questi filmati così ben realizzati si avverte molto la mancanza del doppiaggio, perché avrebbe sicuramente innalzato l’efficacia e l’immersione del giocatore in momenti importanti.

Un’altra amara sorpresa deriva ancora una volta dall’assenza di un selettore di difficoltà, una soluzione che Pokémon fa ancora fatica a implementare; certo, potremmo decidere di complicarci la vita affrontando prima Allenatori e percorsi di livello superiore al nostro, ma comunque guadagnando esperienza e overlivellando finiremo poi ad annoiarci affrontando le sfide inferiori inizialmente saltate. In definitiva, che si tratti di Dominanti, di Capopalestra o di battaglie negli accampamenti del Team Star, non c’è alcun desiderio di sfida e di progressione se non la sola sete di trama e di completismo. Esiste anzi un cammino ben preciso da affrontare per evitare una mancanza di sfida evidente, malgrado la libertà di spostarsi.

Pokémon non può più far a meno del mondo aperto

La soluzione open world adottata da Pokémon Scarlatto e Violetto è una boccata d’aria fresca per la serie, un avanzamento molto atteso soprattutto dopo gli assaggi di Terre Selvagge di Pokémon Spada e Scudo (in particolare la paesaggistica elaborata del DLC della Landa Corona) e delle mappe aperte di Leggende Pokémon Arceus. Paldea si presenta al giocatore come un vasto spazio intricato, dove le formazioni ambientali disegnano percorsi serpentini, scorciatoie, scorci memorabili e ostacoli naturali da dominare con l’orientamento e la furbizia.

Un Hoppip nella natura di Paldea, regione di Pokémon Scarlatto e Violetto

Malgrado la scarsa resa grafica ambientale, in netto contrasto con i dettagliati modelli dei Pokémon e dei personaggi, l’esperienza puramente esplorativa di Paldea è, soprattutto nelle prime ore di gioco, un’incantevole passeggiata nella natura costellata di creature di tutti i tipi, nondimeno di strumenti ed MT. Nonostante ci troviamo di nuovo davanti a un Pokédex monco – una questione fisiologica quando si arriva a oltre 1000 creature in database – la varietà di mostriciattoli che si trovano in giro è sempre esagerata… forse anche troppo in alcuni momenti! A un certo punto ci troveremo a schivare le creature più piccole per non incappare in combattimenti indesiderati.

In tale contesto, mancando anche della possibilità di catturare direttamente i Pokémon come accadeva in Leggende Pokémon Arceus, è stato saggio implementare la meccanica del mandare avanti un Pokémon che consente alla nostra prima creatura in squadra di affrontare i selvatici senza farci entrare in una schermata di lotta, in modo da non spezzare il ritmo esplorativo. Mandare avanti un Pokémon si è rivelato utile anche per un nuovo metodo evolutivo e per collezionare materiali utili al crafting delle MT, altra nuova introduzione molto gradita che svecchia tantissimo i noiosi procedimenti di insegnamento mosse. Proprio per proseguire questa esplorazione più rilassata, anche gli Allenatori nei percorsi diventano sfide opzionali. Interessante anche l’utilizzo del sistema di Pic Nic e di creazione dei Panini, attraverso i quali è possibile accedere a meccanismi snelliti di allevamento e di team building per il competitivo, nonché a effetti simili ai Poteri O di Pokémon X e Y.

A questa serie di migliorie si aggiungono elementi mutuati da Leggende Pokémon Arceus molto graditi, da piccoli accorgimenti di quality of life come nominare i Pokémon e insegnare mosse direttamente da menu, a funzioni più complesse come l’entrare in lotta contro i selvatici rimanendo sempre nell’overworld, o l’implementazione delle orde di Pokémon utili a cercare creature cromatiche. Altre migliorie che snelliscono il nostro progresso sono l’autocura mediante la pressione di un tasto e la mappa con l’orientamento ruotabile. Per i neofiti di Pokémon, inoltre, potrebbe essere utile visitare a più riprese l’Accademia e partecipare alle lezioni interattive, in modo da imparare meccanismi e informazioni del mondo Pokémon che di solito restano sempre celate o apprendibili solo da siti web come il nostro.

Luci e ombre ci sono invece nella personalizzazione e nella modalità foto. Entrambe scendono nel dettaglio di alcune particolarità, come l’estesa modifica dei volti dei personaggi o la possibilità di scattare selfie con pose, ma falliscono nell’offrire contenuti limitati come la povera scelta di sole 4 divise o l’impossibilità di gestire i propri Pokémon per scattare una foto al meglio.

La formula del mondo aperto d’ora in poi sarà un obbligo per ogni nuovo titolo Pokémon, una risorsa imprescindibile in cui strutturare ogni nuova generazione. I giocatori sono stimolati ad esplorare liberamente percorsi, aree, mari e caverne senza interruzioni di continuità, trovando disponibili in giro i punti focali delle tre storyline di Pokémon Scarlatto e Violetto. Ma i primi difetti di design di questi titoli cominciano a manifestarsi proprio superate le prime ore di gioco; per molti ciò è diventato evidente dopo aver fatto visita alla capitale di Paldea: Mesapoli.

Dov’è finito lo storytelling ambientale?

La più grande città della regione, nonché la più estesa formazione di edifici mai realizzata da Game Freak in un titolo Pokémon, è un dedalo di vie, scale e vicoletti, un labirinto in cui sarebbe un piacere perdersi se non fosse che… è una città vuota. L’incanto del mondo aperto si scontra violentemente contro edifici inagibili, percorsi elaborati che non portano assolutamente da nessuna parte, negozi che sono menu tutti uguali, personaggi non giocanti copia-incollati e dialoghi che si attivano ma non portano righe di conversazione; e quando i dialoghi alla fine ci sono, in realtà non dicono quasi mai nulla di rilevante sulla regione, sulle creature di turno o sul luogo di appartenenza.

Scorcio di Mesapoli, capitale di Paldea

Così come Mesapoli, anche gli altri insediamenti di Paldea, grandi e piccini che siano, risultano quadrati vuoti in mezzo alla natura; quando ci si accorge dell’inesistenza di missioni secondarie, di puzzle ambientali e di reali punti di interesse, ci si stanca anche dei tanti strumenti e delle tante creature che il gioco comincerà a tirarci tra i piedi lungo il nostro cammino. Che succede? La lore che i giochi Pokémon ci hanno insegnato ad apprendere dalle conversazioni in giro e dalle interazioni con l’ambiente per oltre 20 anni, sembrerebbe sparita. Se a Kalos sembrava di essere in Francia, ad Alola alle Hawaii e a Galar nel Regno Unito, lo stesso non si può dire di Paldea: il design dei luoghi civilizzati della regione non riescono a comunicare la loro appartenenza spagnola se non per dettagli minimi come il cibo o i nomi di alcuni posti.

È evidente che, al di là dei problemi tecnici, i tempi risicati che Game Freak ha avuto per sviluppare un gioco del genere hanno influito anche nel taglio e nella distribuzione di questo tipo di contenuti. Il worldbuilding e la lore di Paldea, in effetti, non sono assenti, ma sono (quasi) tutti rinchiusi in un unico edificio: l’Accademia. Solo in questo luogo, completamente opzionale, parlando con i professori e leggendo i libri della biblioteca, sarà possibile apprendere la storia della regione e alcuni misteri che la circondano. Da questo confinamento di contenuti si salvano almeno degli oggetti misteriosi che non vi spoileriamo, nascosti nelle formazioni naturali di Paldea e utili per incontrare dei Pokémon molto particolari.

Accademia Uva e Arancia di Pokémon Scarlatto e Violetto

Un vero peccato che siano arrivate queste soluzioni drastiche, soprattutto dopo la pubblicazione di Leggende Pokémon Arceus dove almeno si è provato ad affrontare mappe grandi attraverso missioni secondarie, compiti del Pokédex che richiedevano un po’ di ricerca e di pensiero ponderato, e dettagli di storia nascosti in giro da linee di dialogo e poesie perdute.

Se la strada dell’open world d’ora in poi è diventata imprescindibile per la serie di Pokémon, diventa doveroso anche adoperarla in una maniera che sia gratificante per il giocatore, e che vada oltre i semplici meccanismi di collezione e lotta: arrivare al termine di un intricato percorso labirintico per trovare l’ennesima MT, non è proprio il massimo del divertimento.

Incontri ravvicinati del terzo Tipo

Arriviamo a un altro punto di forza di Pokémon Scarlatto e Violetto. Dimenticate Megaevoluzioni, Mosse Z, Dynamax e Gigamax, soluzioni che hanno sempre portato degli squilibri di gameplay nei combattimenti; stavolta la meccanica della Teracristallizzazione mette in tavola un jolly che stimola sia il collezionismo, sia il team building competitivo.

A causa di formazioni cristalline disseminate per Paldea, i Pokémon di questa regione hanno un Teratipo, ossia un Tipo nascosto attivabile solo in combattimento. Tale Teratipo, oltre a conferire un discutibile copricapo luccicante distintivo del tipo di appartenenza, garantisce bonus (e malus) alla creatura in suo possesso.

Teracristallizzazione in Pokémon Scarlatto e Violetto

Teracristallizzare un Pokémon vuol dire boostare in attacco uno dei suoi Tipi o addirittura aggiungerne un terzo, mentre difensivamente si riduce tutto al singolo Teratipo. Le strategie attuabili con questa meccanica si amplificano a dismisura, e il metagame cominciato già in questi giorni con la prima stagione competitiva si sta palesando un gioco mentale interessante, ma solo il tempo ci dirà se la Teracristalizzazione è una meccanica bilanciata per tornei e competizioni.

Normalmente i Teratipi delle creature sono gli stessi di uno dei loro Tipi originari, tuttavia è possibile incontrare creature con Teratipi completamente diversi. Ci sono tre strade per ottenere un Pokémon con Teratipo differente dai suoi tipi originari: si può incappare in un Pokémon selvatico che lo possiede, visibile nel mondo di gioco con un luccichio molto appariscente, si possono utilizzare i Teraliti, strumenti in grado di cambiare il Teratipo delle creature, oppure si possono affrontare i Raid Teracristal. In maniera molto simile ai Raid Dynamax e Gigamax di Pokémon Spada e Scudo, i giocatori possono affrontare in singolo (con altri 3 NPC gestiti dall’intelligenza artificiale) o in multiplayer tali creature particolari.

Pokémon Scarlatto Violetto Charizard

A differenza dei precedenti, la nuova tipologia di raid risulta molto più veloce da giocare, permettendo quindi una ricerca di creature rapida e un’altrettanto veloce farming di risorse utili e CL (Crediti Lotta, una nuova valuta usata soprattutto per il team building). I Raid più impegnativi, quelli a 6 e 7 stelle o quelli più esclusivi e temporanei come il Charizard Teratipo Drago comparso in questi giorni, non possono essere affrontati agilmente se non con organizzazione e tattica condivisa.

A proposito di multiplayer, finalmente dopo così tanti anni e dopo la discutibile feature dei giocatori fantasma di Pokémon Spada e Scudo, per la prima volta assoluta potremo affrontare l’avventura Pokémon in coop con i nostri amici. Dal menu di gioco è possibile accedere al Poképortale dove poter aprire una Cerchia con altre tre persone, ognuna delle quali può continuare la propria trama senza influenzare il percorso degli altri. I giocatori nella Cerchia saranno visibili nella stessa mappa di gioco e sarà possibile anche affrontare Raid insieme.

Poképortale di Pokémon Scarlatto e Violetto

Malgrado i problemi tecnici, questa del multiplayer cooperativo è un’esperienza del tutto nuova per la serie di Pokémon e si spera che in futuro venga molto più approfondita, supportata e caratterizzata. Scoprire un’intera regione passo dopo passo assieme ad altre persone ci ha serenamente trasportato in tempi andati, quando si condivideva la medesima esperienza su Game Boy nelle pause estive delle scuole. Era un tipo di magia di cui sentivamo un po’ la mancanza. Per il resto le altre modalità multiplayer sono le solite di sempre, dalle lotte agli scambi inclusi quelli Magici, e sono agilmente affrontabili attraverso l’inserimento di un codice (niente sticker alla Spada e Scudo insomma).

Pokémon meriterebbe più attenzione e cura

Siamo arrivati a uno dei tasti più dolenti di Pokémon Scarlatto e Violetto, ossia il comparto tecnico. Inutile girarci intorno, internet ormai è pieno di video e informazioni a riguardo. Su questo versante sono stati fatti errori grossolani che hanno compromesso gravemente l’esperienza di gioco di molti utenti: non si parla solo di personaggi incastrati e crash che possono effettivamente compromettere i salvataggi, ma anche dell’immersione in una mappa così ben costruita che viene completamente annichilita da telecamere ballerine, pop-in fastidiosi, lag, glitch e bug.

Il titolo in modalità docked e in modalità portatile non riesce quasi mai ad avere un framerate stabile, e i tanti calcoli mal ottimizzati dei sistemi di gioco rallentano vistosamente gli accessi alle battaglie, le catture e i filmati. Almeno in modalità portatile il titolo sembra scorrere in maniera più fluida, tuttavia la batteria viene letteralmente prosciugata in un paio d’ore. La prima patch arrivata il 2 dicembre ha cominciato a sistemare qualcosa, ma ne attendiamo altre per avere un gioco privo di problemi tecnici. Sembra evidente che Pokémon Scarlatto e Violetto avevano bisogno di più tempo di sviluppo.

Selfie davanti all'Accademia Uva di Pokémon Scarlatto e Violetto

Pokémon è un brand che è in grado di vendere milioni di copie dei suoi giochi solo per la sua identity, forgiata in anni e anni di fidelizzazione estesa e capillare di cui noi stessi fan siamo artefici. Viene da chiedersi, dunque, perché Nintendo che è sempre stata molto attenta alla qualità dei giochi che escono sotto la sua etichetta, non abbia destinato la stessa attenzione di sempre anche a prodotti importanti come quelli dei videogiochi Pokémon, vistosamente sempre più indietro dal lato tecnico di anno in anno. Non abbiamo risposte a questa domanda, ma solo una richiesta: che Pokémon venga considerato un brand di punta dai suoi creatori anche dal punto di vista qualitativo dei videogiochi, e non solo quando si parla di copie vendute.

A risollevare il comparto artistico ci pensano come sempre il character design delle creature, anche stavolta ispirate e divertenti (anche quelle oggettivamente brutte!), e la resa grafica dei modelli di gioco. A proposito di ciò, si nota perfettamente il contrasto tra le texture molto precise e caratterizzate di tessuti e pelurie, rispetto alle texture dell’ambiente di gioco o alle ombre, chiaramente visualizzate con dettagli grafici al minimo per aiutare il framerate già instabile di suo.

Un'area densa di nebbia in Pokémon Scarlatto e Violetto

Ciò che eccelle, come sempre, è il comparto audio: suoni diegetici e versi dei Pokémon sono anche stavolta molto caratterizzanti, ma ciò che supera ogni aspettativa è la solita colonna sonora composta da tante musiche dinamiche che si adattano ad ogni situazione, si ovattano se si è furtivi o cambiano ritmo se si entra in battaglia. Anche a questo giro abbiamo visto la partecipazione di Toby Fox (Undertale), ma abbiamo avuto anche la sorpresa del cantautore Ed Sheeran con una canzone presentata nei credits di gioco. Segnaliamo inoltre che in un’area particolare di gioco visitabile solo verso la fine della nostra avventura, ci accompagna una delle musiche più belle mai composte per un gioco Pokémon.

Gioco Paradosso

Pokémon Scarlatto e Violetto sono giochi divertenti e godibili, ma solo a patto di sopportare storture tecniche e mancanze. La tradizionale progressione di lotta e cattura con i nuovi miglioramenti di quality of life e la nuova meccanica Teracristal creano completa assuefazione, soprattutto se siete già giocatori accaniti. L’aggiunta di una trama finalmente funzionante e matura, e la possibilità di giocare assieme ai propri amici, offrono inoltre spunti interessanti sia per il single player che per il multiplayer.

Eppure, malgrado le tante cose belle, ci si trova davanti a un prodotto che per limiti tecnici e temporali non riesce a compiere il salto di qualità che ci si aspettava. Non siamo indovini e non siamo sviluppatori, non conosciamo i motivi per cui a noi, come utenti finali, sia arrivato un videogioco con contenuti tagliati e performance tecniche claudicanti.

Minigioco prima di una palestra di Pokémon Scarlatto e Violetto, vessato da framerate molto basso
Quando vedrete dei Sunflora sappiate che il framerate scenderà a livelli indicibili.

Quello che sappiamo è che da fan, fa male vedere come Pokémon Scarlatto e Violetto abbiano le migliori intuizioni di gameplay e i migliori risvolti di trama degli ultimi 10 anni, inseriti in un contesto tecnico completamente da bocciare, per non parlare dei contenuti tagliati. Che si allarghi il personale tecnico di Game Freak o che gli si affianchi uno studio in grado di ottimizzare lo sviluppo nei tempi richiesti da The Pokémon Company, può far solo bene al videogioco, ai fan e agli sviluppatori stessi. Di che gioco staremmo parlando oggi, se avesse avuto il tempo e la cura necessari?

Ci aspettiamo che d’ora in poi, vedendo anche le scuse ufficiali arrivate dagli sviluppatori, ci sia molta più attenzione su questo punto, e che magari i DLC in arrivo riescano a bilanciare un gioco che per il momento si mostra come un paradosso: un titolo che nei suoi pregi e nei suoi difetti presenta una formula che mette i suoi comparti tecnici e di design in continua contraddizione: l’uno ispirato e messo a punto, l’altro non al passo coi tempi e penalizzante. Potete acquistare e provare con le vostre mani Pokémon Scarlatto e Violetto attraverso il Nintendo eShop.

Voto: 7

Pro
Trama ben orchestrata, con gran finale
Open world imprescindibile d’ora in poi
La tradizionale formula lotta e cattura funziona bene
Snellimento dei processi di team building per il competitivo
La meccanica del Teracristal convince
Multiplayer coop gradito e da incentivare in futuro
Contro
Comparto tecnico tutto da bocciare
Resa grafica ambientale sottotono
L’intero worldbuilding è racchiuso in un luogo opzionale
Esplorazione assente di lore, segreti e ricompense vere
Città vuote di contenuti, edifici inaccessibili, negozi che sono menù
Manca sempre la possibilità di scegliere la difficoltà

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