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Fire Emblem Engage, Recensione: il meglio dei classici in forma moderna

Fire Emblem Engage è una perla del genere JRPG, con combattimenti impegnativi e soddisfacenti, tra nostalgia e modernità.

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   · 12 min lettura Recensioni
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I 30 anni della serie vengono celebrati con una spettacolare new entry che avvicina il passato al presente: Fire Emblem Engage è la prima grossa uscita Nintendo del 2023 e imposta già l’asticella in alto con i suoi combattimenti strategici a turni sempre variegati e ben articolati.

Abbiamo provato questa esclusiva, giungendo alla fine della storia principale dopo ben 45 ore di battaglie, potenziamenti e amorevoli conversazioni con i personaggi inediti. Questo JRPG strategico con combattimenti su scacchiera può essere giocato in tre difficoltà (Normale, Difficile o Folle) e con due diverse modalità, la Classica in cui i personaggi caduti in battaglia sono persi per sempre e la Principiante che permette invece di rischiare un po’ di più dato che gli eroi esausti tornano in perfetta salute alla fine della battaglia.

Per questioni di tempistiche, lo abbiamo provato in Normale Rilassata, ma vi assicuriamo che anche così ha saputo fornire interessanti sfide. Vediamo in cosa risplende questo nuovo capitolo e quali invece sono state le ombre del più recente titolo Fire Emblem.

Un cast variegato

I protagonisti degli ultimi titoli Fire Emblem non si sono mai distinti per loquacità: sebbene non si sia trattato di personaggi completamente muti, questi non lasciavano emergere però alcuna personalità. Stavolta però, Intelligent Systems ha dato vita ad Alear, il Drago Divino che dopo 1000 anni si risveglia per salvare nuovamente il mondo dal Drago Maligno, ma che di divino all’inizio ha davvero ben poco.

Alear (maschio o femmina a scelta del giocatore e questa volta senza alcuna ripercussione al contrario di Three Houses in cui si era avvantaggiati con il personaggio femminile) è un personaggio poliedrico che si presenta sin da subito umano, reale, mostrandosi terrorizzato alla vista delle Aberrazioni – in pratica degli zombie risvegliati dal Drago Maligno, antagonista della storia. Durante tutto lo svolgimento, vivremo l’evoluzione di Alear, da ragazzo privo di ricordi e impaurito, a eroe leggendario e padrone di sé.

Oltre che nel carattere del protagonista, è visibile un miglioramento nelle ambientazioni di gioco che sono sempre esplorabili alla fine del combattimento

La trama non è certamente interattiva e intricata come quella del precedente titolo, al contrario qui troviamo un approccio molto più lineare, con una storia che si dispiega a capitoli numerati e che cambia ben poco in base alle nostre scelte. Durante i vari capitoli potremo reclutare nuovi personaggi automaticamente o interagendo con essi sul campo di battaglia. Le concept art di Mika Pikazo hanno dato vita a personaggi eccentrici, dai colori saturati e fortemente contrastanti, tutti molto diversi proprio come i 4 regni di cui l’Elyos (la regione di gioco) è composto: il verde e pacifico Firene, la guerresca Brodia, la gelida e cupa Elusia e infine il dorato deserto di Solm.

Questa varietà di biomi traspare anche nei diversi terreni di gioco, con effetti sempre da scoprire, e soprattutto nelle personalità bizzarre che incontreremo durante il viaggio alla ricerca degli Anelli degli Emblemi. Ad accompagnare le ambientazioni fantasy vi sono ovviamente brani strumentali incantevoli che richiamano più volte nostalgici temi del passato.

Principi e principesse molto eterogenei, hanno legami familiari, credenze e stili di vita completamente diversi che rendono la storia a tratti banale e già vista, ma comunque molto completa. I dialoghi possono risultare un po’ piatti e generici, colpa talvolta anche di una traduzione italiana che si discosta parecchio da ciò che viene effettivamente detto, forse nel tentativo di renderli più maturi e meno iperbolici, finendo però per privare di carattere alcuni personaggi.

I design potrebbero dare l’impressione di non essere coesi, ed effettivamente si rimane perplessi da questo mondo così variegato, ma è parte della storia imparare a convivere sulla stessa terra nonostante le proprie differenze, quindi questa scelta artistica è a nostro parere più che azzeccata e dà vita a silhouette inconfondibili.

Per chi se lo stesse chiedendo, è comunque possibile instaurare un legame speciale con il proprio preferito

Legami e sostegni

Per quanto Three Houses sia stato un titolo unico ed estremamente ricco, grazie appunto alle numerosissime interazioni con i personaggi e alla gestione della vita da campus, non vi era modo di riposarsi un attimo tra una lotta e l’altra, avendo sempre le ore e le giornate contate per le troppe attività da gestire. Fire Emblem Engage prende invece la via opposta, lasciando al giocatore la possibilità di conoscere i propri alleati con calma, sia attraverso gli sviluppi della trama, sia nel Somniel, un palazzo in mezzo alle nuvole, sede del Drago Divino e del suo esercito di eroi.

Dopo ogni lotta sarà possibile tornare al Somniel per coltivare le proprie relazioni, raccogliere utili materiali, comprare armi, strumenti e costumi per i nostri alleati. Questi momenti sono un’ottima pausa dalla frenesia delle battaglie perché nel Somniel l’alternanza giorno-notte non ha impatto sulla storia o sui dialoghi con i personaggi giocabili, concedendo uno spazio libero e rilassante.

Potreste soffrire un po’ per la ripetitività di questo gameplay basato su battaglie ed esplorazione del Somniel, soprattutto se avete amato le meccaniche gestionali di Three Houses, infatti in Engage le opzioni sono molto più limitate: a ogni rientro al Somniel è possibile raccogliere i materiali spawnati nei giardini, fare regali e preparare un pasto da condividere con due alleati per incrementare ulteriormente il legame, prendersi cura del proprio strano cagnolino azzurro e partecipare in piccoli minigiochi come la ginnastica, la pesca e il volo sulla viverna per ottenere oggetti o bonus nella prossima battaglia.

Per gli appassionati del genere strategico, la riduzione degli elementi slice of life è un miglioramento netto e in tutta sincerità anche noi la pensiamo così. Se lo si desidera, è possibile passare tantissimo tempo nel Somniel a interagire coi personaggi e fare incetta di materiali, ma il tutto è anche abbastanza evitabile – col rischio però di ritrovarsi un po’ impreparati alle lotte successive. L’Arena per esempio – il cui uso è limitato a 3 volte per ogni rientro nel Somniel – è una sala in cui far allenare l’eroe scelto per attribuirgli qualche punto esperienza in più e aumentare il legame con un avversario casuale, un’attività dunque evitabile, ma sicuramente utile per incrementare la potenza della propria armata.

Una scacchiera piena di pericoli

Il punto focale di Fire Emblem Engage risiede nei suoi combattimenti, oggi più complessi che mai grazie all’introduzione degli Emblemi. Gli anelli, protagonisti anche della storia principale, racchiudono infatti il potere degli Emblemi, eroi leggendari del passato coi quali è possibile “ingaggiarsi” e letteralmente fondersi durante il combattimento. Tale fusione può essere eseguita solo da chi ha equipaggiato l’anello di quello specifico emblema, ottenendo così la possibilità di evocarlo in combattimento e acquisirne mosse e abilità speciali. Il legame tra l’utilizzatore dell’anello e il suo Emblema poi ne accresce ancor più gli effetti.

Praticamente ogni attività nel Somniel garantisce Frammenti di Legame, cioè la valuta necessaria a sbloccare quasi tutte le potenzialità degli emblemi: è possibile evocare degli anelli più piccoli con una meccanica gacha che se equipaggiati garantiscono un lieve aumento di statistiche specifiche, oppure ancora sono utilizzabili per aumentare il legame tra eroe ed emblema all’interno dell’Arena.

La meccanica “Engage” cambia anche l’aspetto del personaggio che si unisce a un emblema, richiamandone il colore e le feature caratteristiche, apprezziamo dunque l’immenso lavoro del team che ha modellato ogni personaggio in modo da fondersi a qualunque emblema e da assumerne le sembianze in maniera unica. Inoltre, ogni emblema ha i propri attacchi speciali, egregiamente animati come ogni altra azione di gioco che adesso si svolge sul campo di battaglia interamente in 3D, senza fastidiosi stacchi come accadeva invece nei predecessori.

L’aggiunta degli Emblemi porta una ventata d’aria fresca al classico triangolo delle armi che finalmente ritorna dopo le infelici modifiche di Three Houses. Il ritorno al vecchio stile di combattimento che ha caratterizzato la serie per anni è stato ben accolto dai fan e sicuramente anche i nuovi giocatori riusciranno a comprenderne meglio il funzionamento grazie alla sua semplicità. Quando si attacca con un personaggio equipaggiato con un’arma efficace contro quella avversaria, si attiva l’effetto Breccia che impedisce al nemico di contrattaccare: le spade sono efficaci sulle asce, le asce sulle lance e le lance sulle spade, mentre le arti marziali avranno il sopravvento su tomi, archi e bastoni.

A queste debolezze vanno poi aggiunte quelle di armi e classi che danno estrema varietà al range di movimento e attacco delle nostre unità: i cavalieri per esempio sono in grado di muoversi di molte più caselle e quelli alati persino sopra corsi d’acqua o altri ostacoli, gli arcieri potranno colpire da lontano e abbattere più facilmente i pegaso, ma saranno poco efficaci sulle classi corazzate, che a loro volta sono però deboli alla magia che riesce a infiltrarsi all’interno dell’armatura. Tutto ciò non sarà nuovo agli appassionati di Fire Emblem, ma per i neofiti è bene chiarire che il sistema di combattimento è abbastanza intuitivo.

L’interfaccia di gioco non è mai stata così pulita: in Fire Emblem Engage tutte le statistiche sono visibili semplicemente cliccando il personaggio interessato e prima di confermare un’azione viene mostrato esattamente cosa accadrà e quali sono le probabilità di colpo Mancato e colpo Triplo (crit). È possibile equipaggiare a uno stesso personaggio più armi e scambiarle appena prima di attaccare in base al nemico che ci si trova davanti.

La campagna principale porterà il giocatore a sbloccare nuovi scenari con ostacoli e terraformazioni differenti, oltre alla possibilità di reclutare eroi facendo interagire Alear con essi direttamente sul campo di battaglia. Alcuni eroi sono accessibili solo giocando ai livelli bonus, mentre altri più importanti si uniranno a noi nel corso dei livelli principali – in particolare Seadall al capitolo 16 dà accesso a una delle classi più utili in tutto Fire Emblem, il danzatore, che permette a un’unità che ha già compiuto la sua mossa di agire nuovamente.

Le lotte sono lunghe e sempre sorprendenti, dinamiche e con colpi di scena che talvolta costringono a un completo cambio di programma per sopravvivere all’ennesimo attacco del Drago Maligno e dei suoi scagnozzi. In qualunque momento al di fuori dalla battaglia è possibile modificare equipaggiamenti, classi, emblemi e qualunque altro attributo, oltre che accedere all’armeria e al negozio, senza dover ogni volta tornare al Somniel.

Fire Emblem Engage in compagnia

Dal Somniel però si ha accesso ad altrettante sfide grazie alla Torre delle prove, edificio nel quale è possibile destreggiarsi in 3 modalità di cui 2 online. Nelle Prove Altrotempo è possibile creare una propria metà della scacchiera con vari terreni e ostacoli tra i quali scegliere, tuttavia non si verrà abbinati a un giocatore in tempo reale, ma semplicemente si salverà la propria formazione e si giocherà contro una versione automatizzata di una metà di scacchiera altrui.

Se si desidera giocare in multiplayer invece è meglio affidarsi alle Prove Staffetta, nelle quali ci si connette ad altri guerrieri per affrontare un nemico comune controllando ognuno l’esercito a turno. Per giocare occorre un Coupon Staffetta, ottenibile ogni giorno accedendo al gioco.

L’ultima modalità è invece chiaramente presa in prestito dal gioco mobile Fire Emblem Heroes, grande successo Nintendo che ha avvicinato tantissimi nuovi giocatori alla serie: le Prove Tempesta sono una sfida single player che ricompensa il giocatore in base alla quantità di lotte successive che riesce a vincere – simile alla Torre Lotta di Pokémon per intenderci. Proprio il titolo mobile sopra citato avrà fatto comprendere al team di sviluppo che creare mappe personalizzate e giocare in compagnia a un JRPG strategico come questo è possibile, oggi più che mai.

Fire Emblem Engage è meglio di Three Houses?

Un voto numerico è particolarmente limitativo in questo specifico caso, dato che il paragone principale è da farsi con il predecessore Fire Emblem: Three Houses che attirava a sé un pubblico di appassionati della serie Persona e presentava in generale delle meccaniche gestionali molto più prevalenti. Fire Emblem Engage spicca invece sul lato del combattimento che sin dagli albori della serie è stato al centro dell’esperienza di gioco. Entrambi i titoli rimangono validi, ma sta al gusto del giocatore definire le proprie preferenze: Engage è una perla del genere JRPG, con battaglie strategiche complesse, mai frustranti, ma evidenti carenze narrative, mentre Three House si concentrava maggiormente sul legame tra i personaggi, penalizzando però la fluidità e difficoltà dei combattimenti.

Insomma, Fire Emblem Engage sarà sicuramente apprezzato dai veterani della serie che si sono avvicinati a essa per le sfide mentali che questa ha proposto negli anni, ma i giocatori che l’hanno conosciuta con il precedente capitolo potrebbero restare sconcertati dalla carenza di meccaniche gestionali come quelle dell’Accademia. Per quanto concerne invece i nuovi giocatori, questi apprezzeranno sicuramente i variegati personaggi e le meccaniche di gioco che rendono ogni lotta entusiasmante e ricca di diversi possibili scenari.

In ogni caso, il nostro voto è molto alto, perché ci vediamo già a passare ancora ore e ore tra i campi di battaglia dell’Elyos e i paradisiaci giardini del Somnium, grazie anche al Pass d’Espansione (di cui è già disponibile il primo pacchetto) che aggiunge i Capitoli Divini e ulteriori emblemi per rendere ancora più intricate le strategie di battaglia.

tiki emblema
Tiki ed Edelgard sono gli emblemi esclusivi del Pass d’Espansione di Fire Emblem Engage attualmente disponibili

Voto: 9

Pro
I migliori combattimenti di Fire Emblem a oggi
Stile grafico migliorato e character design efficace
Varie modalità di gioco con difficoltà bilanciate
Alternanza di fasi di tensione e relax
Estrema longevità (+ pass espansione)
Contro
Storia fin troppo lineare (anche se con qualche colpo di scena)
Le attività del Somniel possono risultare ripetitive

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Fire Emblem Nintendo Switch Strategia

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