La serie horror di Koei Tecmo, Project Zero, torna su Nintendo Switch con il suo quarto capitolo. Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse ha fatto la sua prima commparsa nel 2008 su Nintendo Wii, sbarcando adesso sulla console ibrida della grande N, dopo il successo della remastered di Maiden of Black Water, con grafiche migliorate ed elementi di gameplay che sfruttano le caratteristiche della piattaforma più recente della casa di Kyoto.
Nuove foto, vecchi spaventi
Con Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse, Koei Tecmo porta in tutto il mondo una storia rilasciata esclusivamente in Giappone nel lontano 2008. La trama segue le vicende di Ruka Minazuki, Misaki Aso, due giovani ragazze in cerca delle loro memorie, e dell’investigatore privato Choshiro Kirishima. Tutti e tre i protagonisti si trovano nella Rogetsu Infirmary, una clinica collocata nella Rogetsu Island in cui in passato sono stati ospitati dei pazienti con una patologia molto rara: la Moonlight Syndrome, una malattia che porta i soggetti a perdere sé stessi, con un conseguente sfiguramento anomalo del volto.
Proprio le fanciulle protagoniste sono state ospitate nella struttura da bambine, perdendo però tutti i ricordi riguardanti il periodo trascorso una volta cresciute. Nella loro avventura attraverso le memorie del passato, intraprendendo ognuna il proprio cammino, Ruka e Misaki devono affrontare dei pericoli inimmaginabili servendosi dell’iconica “arma” della serie Project Zero: la Camera Obscura, fotocamera in grado di immortalare ed esorcizzare ogni tipo di fantasma, offrendo protezione a chi la utilizza.
Choshiro, invece, nonostante si trovi nella clinica nello stesso momento, ha altre ragioni per trovarsi sull’isola. Nella sua caccia di un criminale, il figlio del direttore della Rogetsu Infirmary, l’uomo si trova misteriosamente all’entrata dell’ospedale, armato solamente con una torcia piuttosto particolare, la Spirit Stone Flashlight, uno strumento in grado di combattere gli spiriti maligni. Il suo obiettivo è quello di dimostrare le malefatte commesse dal suo sospettato, cercando di sopravvivere in un luogo estremamente ostile.
Stile lento e ansioso
Il titolo si divide in 12 capitoli, in cui ognuno segue le vicende di uno dei tre protagonisti. Attraverso le storie dei fantasmi, ottenute fotografandoli durante le battaglie o negli eventi in cui si mostrano sotto forma di ricordo, anche la terrificante avventura dei tre personaggi controllabili dal giocatore si evolve, scoprendo sempre di più il mistero che si nasconde all’interno della Rogetsu Infirmary. Il problema è, però, il ritmo e la ripetitività con cui le azioni che portano all’avanzamento della trama vengono compiute. Il gameplay, che consiste nell’esplorare l’ospedale tornando spesso e volentieri nelle stesse stanze per svariate volte, è lento ma contribuisce nel creare un senso di impotenza e paura in chi sta giocando, che deve lottare e fuggire con un passo tutt’altro che rapido.
Gli unici strumenti utilizzabili per contrastare i fantasmi sono la Camera Obscura di Ruka e Misako e la Spirit Stone Flashlight di Choshiro, entrambe molto semplici da usare e compatibili con le funzioni di Nintendo Switch: muovendo i Joy-Con o l’intera console in modalità portatile, è possibile controllare la visuale durante le lotte, ma usare la levetta analogica destra è molto più semplice e funzionale, visto che i movimenti diventano spesso troppo improvvisi quando si utilizzano le meccaniche della piattaforma ibrida.
Le armi dei protagonisti possono essere potenziate attraverso filtri e aggiornamenti che possono essere trovati nella mappa durante l’esplorazione. Ognuno di questi ha un effetto diverso, come il rallentamento dei fantasmi o il loro allontanamento dopo uno scatto, migliorabile usando le gemme blu e rosse che i personaggi possono raccogliere in giro per l’ospedale.
Le prime tra queste servono per rendere più forti gli attributi della Camera Obscura o della Spirit Stone Flashlight, per esempio la potenza massima, la velocità di ricarica e il raggio d’azione. Le gemme rosse, invece, sono utili per potenziare l’effetto dei filtri. Alcuni di questi possono già essere trovati al massimo delle loro capacità. Trovare gli oggetti può sembrare difficile in alcune occasioni a causa del buio che diventa spesso eccessivo, ma poco dopo aver cominciato l’avventura, i protagonisti ottengono delle estensioni per le loro armi in grado di individuare la posizione di strumenti importanti e fantasmi durante i combattimenti, rendendo un po’ più semplice la ricerca.
Visioni spettrali
La cura del design dei personaggi, dal punto di vista della qualità grafica, in Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse è eccezionale. I fantasmi e i tre protagonisti vengono raffigurati in modo molto realistico, ma vanno un po’ in contrasto con le ambientazioni. Queste, infatti, non presentano una buona qualità visto che le mura dell’ospedale sono piuttosto brutte da vedere e rese male sulle console di ultima generazione, mostrando vari pixel. Ma i luoghi visitabili sono certamente terrorizzanti, abbinati perfettamente con la quasi totale mancanza di una colonna sonora. Ad accompagnare la storia è spesso il silenzio, o i sospiri degli spiriti in sottofondo, che danno un’aria tetra a ogni stanza o corridoio del gioco.
Conclusioni
La versione remastered per Nintendo Switch di Project Zero: Mask of the Lunar Eclipse ha certamente i suoi difetti, sia dal lato gameplay che da quello grafico, ma è impossibile dire che non sia un’esperienza immersiva e terrificante. Dando la completa attenzione al titolo, il giocatore può trovarsi spesso in preda al panico della situazione, spaventandosi per davvero e rimanendo sorpreso da ogni cambiamento improvviso dello scenario o della trama. L’horror di Koei Tecmo è disponibile sul Nintendo eShop al prezzo di 49,99€.
Voto: 7
Storia immersiva
Gameplay semplice e intuitivo
Grafiche poco curate
Poca gestibilità con meccaniche Switch
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