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Have a Nice Death, Recensione: una giornata di ordinaria follia alla Death Inc.

La Morte è caduta in depressione, riusciremo a guidarla verso una meritata vacanza? Scopritelo nella nostra recensione di Have a Nice Death.

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   · 8 min lettura Recensioni
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Il lavoro di Oscuro Mietitore è incredibilmente monotono e tedioso. Anime su anime da mietere ogni giorno da tutte le parti del mondo. Quindi perché non lasciare a qualcun altro questa inutile fatica e limitarsi a dirigere l’azienda, mentre i tuoi sottoposti si occupano di fare il lavoro sporco per te? Questo è proprio ciò che ha deciso di fare la Morte di Have a Nice Death, il roguelite targato Gearbox ora disponibile su PC e su Nintendo Switch, almeno finché non si è accorta di aver perso totalmente il controllo e di essere divenuta solamente una misera ombra di quella che era un tempo.

Riusciremo ad aiutare la Morte a superare la sua profonda crisi depressiva e a rimettere al loro posto i suoi dipendenti divenuti ormai totalmente fuori controllo? Scopriamolo nella nostra recensione di Have a Nice Death.

La Death Inc. vi dà il benvenuto

Quindi, con l’obiettivo di sistemare il caos in cui ormai è caduta l’azienda, dovremo esplorare i cartooneschi e colorati settori della Death Inc., ritrovandoci immersi in un’ambientazione graficamente molto curata e dotata di un’atmosfera ironica e scherzosa, che gioca continuamente sia a livello grafico che sonoro (ogni nostro passaggio da un piano all’altro dell’azienda sarà accompagnato dalla classica musica da ascensore) sull’accostamento satirico tra il mondo della morte e quello dell’industria capitalistica.

In questo universo infatti, La Morte è a capo di una vera e propria azienda composta da una serie di Reparti che sono alla base di tutte le cause di morte più comuni nel mondo: dall’inquinamento industriale agli alimenti tossici, dalle malattie fisiche alle tossicodipendenze, fino ad arrivare alla guerra moderna.

Questi saranno i luoghi che dovremo attraversare durante i nostri viaggi e ognuno di loro sarà caratterizzati da elementi di design unici, sia per quanto riguarda le ambientazioni, sia relativamente al tipo di nemici che dovremo affrontare, anche se non sempre con un livello di caratterizzazione ugualmente soddisfacente.

Nel caso delle ambientazioni infatti si registra talvolta una certa monotonia che riguarda soprattutto i primi mondi, spesso differenziati l’uno dall’altro quasi solamente da elementi presenti sullo sfondo e, in alcuni casi, caratterizzati da una scarsa presenza di dettagli che possano rendere unico il singolo reparto.

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Nel secondo caso gli sviluppatori hanno invece centrato totalmente l’obiettivo, creando nemici perfettamente adeguati al tipo di reparto in cui sono inseriti e che riflettono magistralmente il tono ironico che pervade l’intera opera. Nel reparto degli Alimenti tossici dovremo dunque affrontare temibili patatine fritte che tenteranno di azzannarci o di colpirci con la loro lingua, mentre, in quello dell’Inquinamento industriale, ammassi di melma informe che ci getteranno addosso parti del loro corpo. Lo stesso discorso vale poi anche per le Sofferenze e i vari aiutanti che ci accompagneranno all’interno della nostra avventura, tutti caratterizzati da linee di dialogo e design unici.

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Per quanto riguarda invece il comparto narrativo di Have a Nice Death, esso è, come avviene in ogni roguelite, poco sviluppato e limitato principalmente ai dialoghi con i personaggi secondari. Ciascuno di essi è, almeno a un primo impatto, molto convincente poiché divertente e in grado di far comprendere in maniera molto immediata le caratteristiche del singolo.

Tuttavia, l’impressione è che, alla lunga, essi scadano nella continua ripetizione e monotonia. Manca infatti totalmente l’evoluzione dei personaggi, che sembrano rimanere sempre uguali a ogni nostro incontro, e ciò rappresenta sicuramente un’occasione persa, poiché fa lentamente precipitare il nostro interesse nei confronti di questi piccoli impiegati dal design molto curato e azzeccato.

Un’esperienza roguelite mortalmente varia e personalizzabile

Nonostante l’impostazione 2D, Have a Nice Death rispetta perfettamente tutti i canoni del genere roguelite. Ogni nostra partita inizierà dunque da un’hub principale in cui potremo dialogare con diversi personaggi secondari e acquistare nuovi poteri o personalizzazioni per la nostra base. In seguito, una volta terminati i preparativi, potremo avventurarci tra i piani della Death Inc., facendo particolare attenzione a non morire poiché una nostra eventuale dipartita ci costringerà a ripetere da capo il nostro percorso.

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La struttura di gioco Have a Nice Death risulta dunque essere piuttosto tradizionale, anche se presenta alcuni elementi molto interessanti volti a innovare e rendere più varie le singole sessioni. Avremo infatti sempre la possibilità, nel passaggio da un piano all’altro, di personalizzare, in base alle nostre necessità e gusti, il percorso che seguiremi scegliendo tra i Piani che contengono alcune risorse specifiche e altri più particolari come i “Piani intriganti“, contenenti minigiochi che, se superati, ci garantiranno ricche ricompense, o i Piani dei Thanager, in cui potremo scontrarci con difficili miniboss. Ovviamente tutte queste scelte saranno anche dotate di un forte connotato strategico, poiché, di volta in volta, ci verrà richiesto di scegliere il piano che ci consentirà di ottenere le ricompense più adatte al proseguimento della nostra avventura.

In aggiunta a tutta questa libertà di scelta, abbiamo poi anche l’innovazione forse più interessante di Have a Nice Death, ovvero la possibilità di scegliere tra mondi alternativi subito dopo l’uccisione delle Sofferenze a guardia dei singoli mondi. Il percorso che potremo seguire, diversamente da quanto avviene nei predecessori, comprende infatti ben sei mondi, quattro dei quali alternativi fra di loro, e ciò aumenta in buona misura sia la varietà del gameplay, sia la rigiocabilità, invogliando il giocatore a ripetere nuovamente il percorso anche nel caso l’avesse già finito una volta per conoscere le sezioni dell’industria non ancora esplorate.

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Infine, ad arricchire in maniera indispensabile le nostre sessioni, troviamo le armi e le magie, dette anche Cappe, oltre ai potenziamenti, chiamati Maledizioni. Le prime saranno utilizzate in combattimento insieme alla Falce, mentre i secondi ci potenzieranno in maniera passiva. Esse saranno disponibili in grande varietà e permetteranno di approcciare i combattimenti con modalità sempre diverse e adatte a differenti stili di gioco.

La combinazione tra tutte queste possibilità di personalizzazione e ciò che ci verrà casualmente offerto dalla sorte metterà alla prova la nostra adattabilità e contribuirà a rendere ogni sessione unica e differente dalle precedenti, evitando che la ripetizione degli stessi percorsi scada presto in noiosa monotonia.

Scontri all’ultimo colpo di Falce

Una volta discusso dello stile grafico e del sistema di progressione, è venuto finalmente il momento di parlare della sezione che forse distanzia di più Have a Nice Death dai predecessori più illustri, ovvero il gameplay basato su grafica 2D. Gli sviluppatori hanno infatti deciso di abbandonare la struttura ad arene con visuale isometrica di opere più famose come The Binding of Isaac e Hades in favore di una struttura di gioco più basata sui due elementi cardine dei giochi action 2D: i combattimenti e l’esplorazione con elementi platform, anche se con risultati tra loro piuttosto differenti.

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Da un lato, i combattimenti sono estremamente divertenti e rappresentano sicuramente il punto più alto di questo gioco. Guardare e manovrare la Morte mentre volteggia in aria tra un nemico e l’altro, passando continuamente da falci a poteri magici ad armi a distanza, è un’esperienza incredibilmente appagante sia per l’occhio che per il cervello.

Ogni singola arma o magia appare perfettamente caratterizzata e dotata di una spettacolare mossa finale dal funzionamento sempre differente, in grado di inondare l’intero schermo di colorate animazioni. Sarà nostro compito capire le situazioni giuste in cui utilizzare un’arma piuttosto che un’altra all’interno dei frenetici scontri, tenendo conto che la scelta di utilizzare l’arma sbagliata al momento sbagliato potrebbe portarci a perdere indispensabili quantità di vita che poi dovremo disperatamente cercare di recuperare spendendo risorse su risorse nei piani successivi.

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Lo stesso discorso non può, d’altro canto, essere fatto per la parte di esplorazione. Le sezioni platform sono infatti piuttosto semplici e scarne, essendo limitate al salto su alcune piattaforme o all’evitare pericolose fiammate. La situazione migliora leggermente solo con gli ultimi Reparti, dove gli scenari guadagnano in complessità e verticalità, rendendo finalmente possibile perdersi tra le vie possibili verso il piano successivo.

Il difficile cammino verso una vacanza

A livello di difficoltà, Have a Nice Death mantiene tutti gli elementi che rendono i roguelite complessi e difficili: un’unica barra della vita da gestire con attenzione nel passaggio da un piano all’altro, un numero limitato di risorse e potenziamenti, la già citata possibilità di perdere tutto in caso di dipartita e i difficili scontri con i boss.

Questi infatti, tutti molto interessanti e differenti tra di loro, sono dotati di una molteplicità di attacchi che metteranno alla prova i nostri riflessi e la nostra capacità di mantenere il controllo anche nelle situazioni più caotiche. Ognuno di loro è poi dotato di una seconda fase, attivabile dopo aver tolto metà della vita, in cui gli attacchi aumenteranno di velocità in maniera consistente. A quel punto, sarà importante riuscire a mantenere la calma, poiché un paio di semplici mosse avventate potrebbero portarci a perdere tutti i progressi fatti fino a quel momento.

Have a Nice Death, come tutti i roguelite, è dunque un gioco difficile e spietato, ma che, allo stesso tempo, presenta una gradita possibilità di personalizzare e abbassare la difficoltà e la ripetitività delle nostre run. È infatti presente un sistema di esperienza che ci permetterà di salire di livello dopo ogni sessione e ottenere così diversi vantaggi permanenti, insieme alla possibilità di scegliere sostanzialmente il livello di difficoltà grazie allo Specchio presente all’interno dell’hub iniziale.

Conclusione

Have a Nice Death è un titolo incredibilmente divertente e spettacolare, in grado di unire in maniera piuttosto efficace la tensione e la difficoltà del genere roguelite allo stile di combattimento e di esplorazione caratteristici degli action 2D. Guidare la Morte tra i piani della Death Inc. è un’esperienza sempre appagante e sempre in grado di attirare la curiosità del giocatore, ogni volta attirato dalla possibilità di esplorare vie non intraprese in precedenza o di scoprire l’effetto di armi e poteri mai visti prima.

Have a Nice Death è dunque un gioco consigliato a tutti gli amanti del genere ma non solo: lo stile grafico estremamente accattivante e bello da vedere abbinati a un sistema di difficoltà spietato, ma, allo stesso tempo, molto personalizzabile, lo rendono un gioco adatto sia ai veterani che ai neofiti che si avvicinano per la prima volta a questo tipo di titoli.

Voto: 8.8

Pro
Grafica cartoonesca dallo stile incredibilmente convincente e curato
Gameplay divertente e sempre vario, grazie all’enorme quantità di armi e potenziamenti
Difficoltà abbastanza elevata, ma molto personalizzabile
Contro
Sezioni platform non all’altezza del resto
Scarsa evoluzione dei personaggi secondari
Scenari talvolta poco dettagliati

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