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Story Of Seasons A Wonderful Life, Recensione: il simulatore di un’intera vita

Story Of Seasons A Wonderful Life per Nintendo Switch è un nostalgico ritorno ai tempi del GameCube, ma forse è rimasto troppo indietro.

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   · 7 min lettura Recensioni
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Il ricordo nostalgico delle giornate passate nella nostra pacifica fattoria in Harvest Moon: A Wonderful Life per Nintendo GameCube e PS2 riemerge appieno in questa remastered che stavolta porta il nome della serie Story Of Seasons, data l’ormai nota separazione tra Marvelous e Natsume. Nonostante il publisher Natsume continui a sfornare nuovi titoli Harvest Moon come One World che abbiamo recensito in passato, la “vera natura” della serie è stata portata avanti da Marvelous che ne era lo sviluppatore, insieme all’americana XSEED Games.

Per i meno avvezzi alla serie, Story Of Seasons rientra nel genere dei simulatori agricoli, dei simulatori di vita con una forte componente manageriale dovuta alla missione di portare avanti la propria fattoria, organizzando risorse e interagendo con gli abitanti del villaggio. Story Of Seasons: A Wonderful Life per Nintendo Switch ripresenta tutti questi elementi classici in modo estremamente semplice e in linea con quello che fu il suo predecessore targato Harvest Moon. Scoprirete più avanti se quest’esperienza di gioco minimale faccia per voi, altrimenti leggete le recensioni degli altri titoli della serie, Pioneers of Olive Town e Friends of Mineral Town, che potrebbero adattarsi meglio al vostro stile di gioco.

La vita è noiosa, ma forse è giusto così?

Se siete di quelle persone che non tollerano la routine e la monotonia dell’esistenza umana nelle tranquille periferie, allora possiamo già dirvi che questo specifico Story Of Seasons non faccia per voi. Il susseguirsi del tempo è scandito dal passaggio delle stagioni: qui l’anno è composto dalle 4 stagioni, ognuna della durata di 10 giorni ciascuna, ma a parte i graduali cambiamenti della natura intorno a noi, da una stagione all’altra cambia davvero poco, soprattutto nel primo anno di gioco che è quello incentrato solamente sulla scelta del proprio compagno di vita e sull’avvio della fattoria.

calendario story of seasons a wonderful life
Van vende e acquista vari oggetti, altrimenti potete sempre aprire il vostro shop in piazza

La gestione della fattoria è molto minimalistica: piallare il terreno, piantare, annaffiare e raccogliere sono praticamente le uniche opzioni consentite, mentre gli animali come le mucche possono ora produrre sempre latte se adulte, anche senza essere state ingravidate – cosa che toglie senso alla funzione del breeding se non per ottenere un animale in più naturalmente invece che acquistarlo. A togliere ancor più senso di sfida, in favore però di un gameplay rilassato, è l’impossibilità per i propri animali di morire, anche se tenuti in uno stato pietoso. Tuttavia non è possibile ignorare completamente il proprio lavoro in fattoria o si rischia di perdere i propri cari con un tragico divorzio e allontanamento forzato.

Dal secondo anno di gioco, con l’aggiunta di alcuni nuovi personaggi con cui fare amicizia e le variazioni ai festival dovute alla presenza di un bimbo in famiglia, il tutto diventa più intrigante, restando però sempre nel limbo della banale quotidianità. A parte qualche cutscene interattiva, legata all’aumento dell’amicizia con tutti i personaggi del villaggio, le azioni da fare ogni giorno sono sempre le stesse, in un loop continuo e parecchio ripetitivo. Questa monotonia può adeguarsi perfettamente ai nostalgici che ricercano la serenità e lentezza dei vecchi Harvest Moon, ma finisce per stancare velocemente chi invece desidera un gameplay più ricco e stimolante.

Toglietevi tutti di torno

Gli unici eventi rilevanti presenti ogni mese sono le visite del venditore ambulante Van che acquisterà tutti i nostri prodotti e arricchirà a ogni visita lo shop di alcuni utili oggetti o nuovi outfit (davvero pochi e per qualche motivo il primo anno solo del genere opposto a quello scelto), e un Festival a stagione con cutscene dedicate. Insomma, le giornate finiscono per ripetersi quasi tutte uguali tra l’allevamento, la coltivazione dei campi – ora resa più fluida permettendo lo spostamento continuo tra una zolla e l’altra -, il solito giro di regali da fare a tutti gli abitanti, gli scavi e la pesca. Aggiunge un’interessante variante la misteriosa pianta animata che otterremo dal secondo anno, in grado di creare semi ibridi per dar vita a frutti e ortaggi davvero strambi.

La miniera è forse il luogo dove più si risente la ripetitività e i difetti del gioco. Può capitare di voler interagire con qualcosa e non riuscirci perché posizionati troppo vicini o lontani, ma in miniera la situazione diventa veramente snervante: ogni giorno le zolle di terra possono essere scavate dalle 10 alle 17 premendo fino alla nausea il tasto Y – e già non si prospetta un gameplay avvincente -, ma la cosa deleteria è la presenza dei due archeologi all’interno di quel piccolo spazio di scavo che, seppure apparentemente interessati a un’altra zolla, ci impediranno di interagire con quella che abbiamo sotto i piedi. In generale, gli oggetti troppo ravvicinati tra loro causano immensi problemi a livello di selezione dell’interazione, trasformando rapidamente il relax in una snervante esperienza.

miniera story of seasons a wonderful life
La miniera si espande un po’ ogni anno, ma il gameplay resta lo stesso

Costruisci una famiglia o… game over

Sebbene sia il 2023 e si possa vivere una vita splendida anche restando single e senza prole, non è questa l’idea di “Vita Meravigliosa” di questo capitolo della serie che si concentra particolarmente sul matrimonio (finalmente però anche omosessuale) e sulla crescita dei propri figli nel piccolo contesto rurale in cui ci troviamo.

Ecco i candidati al matrimonio, noi abbiamo scelto “John Lennon” (Gustafa)

Alla fine del primo anno di gioco sarà obbligatorio scegliere uno sposo o una sposa con cui condividere il resto della vita e mettere su famiglia. Nessuna scelta contraria ammessa, a meno che non si voglia abbandonare per sempre la propria fattoria e tornare in città a far la vita da single che desideriamo. Come in ogni simulatore, è possibile proporsi alla propria anima gemella, utilizzando in questo caso una piuma blu che ci verrà consegnata il primo giorno d’estate dagli spiriti della natura.

Raggiunti 10 cuori di affinità con un personaggio maritabile, si otterrà il tanto atteso “Sì” e potrete progettare il vostro futuro insieme. Tuttavia, se si decide di non consegnare la piuma a nessuno, all’inizio del secondo anno è possibile scegliere tra i personaggi con cui si è legato maggiormente o in alternativa con uno di default tra Cecilia e Rock. È a questo punto che il gioco va in game over se si continua a premere per la propria indipendenza.

Il secondo anno infatti è tutto incentrato sulla convivenza e sulla nascita del figlio che dovremo poi accudire per tutto il resto della partita, giocando e formando la sua personalità e attitudine professionale. Il figlio di un musicista sarà più portato per carriere musicali, ma nulla vieta con un po’ di impegno di instradarlo verso lo sport o altri mestieri.

bambino story of seasons a wonderful life

Cosa c’è oltre?

La peculiarità di questo Story Of Seasons però sta nel mostrare lo sviluppo di tutta la vita del personaggio, permettendo dunque di veder crescere il proprio figlio e di invecchiare accanto alla propria dolce metà fino alla fine dei propri giorni. E dopo? Si entra in modalità paradiso e si può comunque continuare a “vivere” come prima, quindi non preoccupatevi, non dovrete ricominciare da capo e dire addio alla vostra amata fattoria!

Stavolta gli sviluppatori hanno giocato sul sicuro, senza lanciarsi in altro che non fosse riproporre una versione leggermente migliorata di un grande successo del suo genere. Si poteva osare sicuramente di più, in particolare con la città oltre la collina che poteva essere piacevole visitare (e si limita invece a fare solo un time-skip di 6 ore con una deludente schermata nera) e con la Dea del raccolto che non faceva la sua apparizione nel titolo originale e sembra rimanere nell’ombra anche in questo.

Si tratta però pur sempre di una remastered, non di un reboot, quindi sin dal principio non era intenzione degli sviluppatori aggiungere qualcosa di nuovo all’opera di base: se giocato con la mentalità giusta, di chi rivive un titolo di ben 20 anni fa e ne è consapevole, A Wonderful Life è un videogioco rilassante e apprezzabile dalla sua nicchia di appassionati. Intanto, speriamo si stia lavorando a un nuovo Story Of Seasons con molto più contenuto di questo nostalgico rifacimento, forse un po’ troppo pigro.

Voto: 6.8

Pro
Un classico nostalgico e rilassante
Soddisfacenti interazioni tra i personaggi
Piccole migliorie grafiche e di gameplay
Contro
Estremamente ripetitivo
Problemi di collisione e selezione
Si poteva lavorare su alcune piccole aggiunte

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Nintendo Switch simulazione Story of Seasons

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