Maria Enrica
Che siate voi amatori o campioni, principianti o veterani, cinture bianche o nere, resistere al richiamo di Liu Kang verso il regno di Mortal Kombat 1 sarà piuttosto difficile.
Anche per un allineamento particolare del firmamento nel genere picchiaduro, sarebbe stato difficile immaginare i lanci serrati di più esponenti, da fuoriclasse di alto lignaggio a stelle nascenti. Tra Street Fighter 6 e Fatal Fury per la prima categoria di peso e Project L di Riot Games nella seconda, l’ultima fatica di NetherRealm Studios è tornata sul ring di questo tutti contro tutti per dire la sua. Nonostante si presenti al primo round con qualche acciacco ora per il bilanciamento, ora per l’offerta contenutistica tutta, il kombattimento in chiave occidentale sa difendersi dai concorrenti orientali.
Cinema e violenza
Proprio in virtù della concorrenza giapponese e degli obiettivi finali legati al genere di appartenenza, appare straniante partire dalla trama nell’analisi di un picchiaduro. Mortal Kombat 1, però, fa storia a sé, come dopotutto il suo debutto negli anni ’90 ha segnato in maniera indelebile l’industria dei videogiochi tutta. La saga che porta il volto di Ed Boon non è nuova a degli sconvolgimenti narrativi, a delle ripartenze e quel numero simboleggia una specifica dichiarazione d’intenti.
Il team di sviluppato ha definito quest’ultima iterazione un “nuovo inizio” e in effetti rispetto al passato la rinascita viene trattata come un evento rivoluzionario, visto Liu Kang come nuovo Dio del Fuoco e protettore del Regno della Terra intento ad andare a caccia di guerrieri per il torneo più importante dell’universo. Il carattere epico delle premesse deve scontrarsi tuttavia con il retaggio della saga – un circolo di morti e riapparizioni – risolvendolo con una parola, multiverso.
In un universo espanso ogni elemento può acquisire senso – facendo barcollare la sua drammaticità e la sua coerenza – e la nuova esperienza può così configurarsi come un effettivo seguito di Mortal Kombat 11 e della sua espansione Aftermath.
Certo, vista l’età del brand non sarebbe stato semplice mantenere saldi tutti i punti narrativi, eppure gli scrittori paiono avere virato del tutto verso una deriva da film d’intrattenimento scanzonato e leggero. Non che sia un tratto da bocciare, anzi, nel generale picchiare nelle vesti di un personaggio e poi di un altro, con un piacevole spazio donato a quelli spesso lasciati da parte, rende il Mortal Kombat un buon momento per il single player.
Assist alle novità
Chi gioca da solo può lanciarsi anche nella modalità Invasioni, che si arricchisce di nuove mappe di stagione in stagione e scontri da affrontare per ottenere oggetti cosmetici, costumi e soprattutto per sbloccare alcuni Kameo, al netto di una certa ripetitività nella progressione che potrebbe non essere bilanciata dai premi. A corredo si stagliano le torri, altra opzione da utente singolo che offre ore di divertimento pur non brillando per originalità.
Nel tentativo di equiparare spettacolarità e tecnicismi, in aggiunta a una concorrenza agguerrita in tale senso (il primo nome a venire in mente è Dragon Ball FighterZ), in Mortal Kombat 1 debutta un inaspettato sistema di assist (i sopra citati Kameo): dalla schermata di selezione sarà infatti possibile scegliere dapprima il proprio avatar, seguito dal suo kompagno, con l’obiettivo di creare delle sinergie continue nei combattimenti.
Con la semplice pressione di uno dei tasti dorsali sarà infatti possibile chiamare a sé un alleato soggetto poi a un cooldown, magari in un frangente di difficoltà, rimescolando le carte in tavola. Le poco riuscite varianti del passato e la rigidità del gameplay a marchio NetherRealm lascia spazio a un’ottima varietà di approcci che vedrà esplodere il suo potenziale nel ciclo vitale del titolo.
Non si tratta pertanto di un tag team, ma di apparizioni fugaci quanto distruttive, in tutti i sensi: anche se si parla di un solo compagno contro la coppia data da altri esponenti del genere, l’aggiunta di mosse speciali e delle combo aeree per i combattenti principali rende Mortal Kombat 1 una fragile corda in termini di bilanciamento. Queste ultime donano ulteriore varietà agli scontri e un rinnovato respiro alle arene, mentre le tecniche difensive riviste galvanizzano un sistema ludico le cui basi non sono state scalfite.
Nella mischia dell’online
In linea di continuità con le precedenti iterazioni è il comparto online del gioco, forte dopotutto di un rollback netcode che anche in questa occasione non dà alcun problema. Riparte la Kombat League per competere lungo delle classifiche stagionali, con il ritorno delle ricompense ghiotte in termini di costumi per i gareggianti.
Rispetto all’hub carico di distrazioni affascinanti del rivale Street Fighter, il figlio di Ed Boon ha puntato su un menù del matchmaking elementare e spoglio, forse fino a fare storcere il naso per l’assenza di alcuni elementi di quality of life che avrebbero giovato al pacchetto completo. Da segnalare è la colpevole mancanza del cross-play al lancio, un fattore oramai imprescindibile per un picchiaduro che punti sulle competizioni mondiali.
Sul fronte tecnico e grafico il gioco si difende e para in modo egregio su PlayStation 5 (la versione testata), basti menzionare un notevole livello di dettagli dei livelli e dei personaggi. Questi ultimi beneficiano di animazioni riviste e inedite, contribuendo a immergersi nella componente narrativa a suon di botte per il multiverso.
All’esame per la cintura nera di dodicesimo dan, Mortal Kombat 1 si presenta vestendo un lindo dobok di tutto rispetto, con un’offerta contenutistica da manuale per il genere di appartenenza, senza spunti originali, con aggiunte tanto potenti da raschiare l’integrità del bilanciamento a braccetto con le solide basi della saga. Nella speranza che NetherRealm riesca a mantenere l’equilibrio tra eSport e DLC, il suo ultimo esponente è consigliato per tutti gli amanti dei picchiaduro.
Abbiamo giocato Mortal Kombat 1 su PlayStation 5, ma potete trovarlo anche in versione Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop dal 19 settembre 2023 al prezzo di 69,99 euro.
Voto: 8.2
Kombattimenti più variegati e potenzialmente più divertenti della saga grazie anche ai Kameo…
L’offerta contenutistica avrebbe potuto essere più ricca
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