Maria Enrica
Il riccio blu di Sega sfreccia, rallenta solo per riprendere le misure, per appallottolarsi e tornare a essere velocità. Lo fa da ben 32 anni, correre cioè tra le due e le tre dimensioni, tra un medium d’intrattenimento e un altro, a volte inciampando, ma senza mai perdere se stesso. Così nasce Sonic Superstars, come una congiunzione tra passato e presente da percorrere con uno scatto supersonico.
Abbandonata la tridimensionalità di Frontiers, lo storico rivale di Super Mario aveva bisogno di riacciuffare le redini, i limiti rassicuranti del 2D e con la sfrontatezza che lo distingue ha voluto farlo proprio in concomitanza con la controparte di Nintendo. Nel confronto almeno di tipo ideologico tra Wonder e Sonic Superstars, rientrando entrambi nei canoni dei platform, questo ultimo è stato incaricato di traghettare le sue super stelle dal passato al futuro, rispettandone le origini e vestendole di nuove trovate per assurgere tra le migliori iterazioni di tutta la loro storia.
Un nuovo viaggio, vecchie abitudini
L’approdo alle North Star Islands si illumina come un’aperta dichiarazione d’intenti del progetto targato Sega: l’inquadratura ravvicinata a sottolineare la cura nel character design, i colori, gli elementi a schermo, tutto concorre a inquadrare il flusso che dal Mega Drive è passato per Sonic Mania, arrivando a questo agglomerato di isole che aspettano solo di essere percorse a tutta velocità al fine di salvare il pianeta.
Salutate le tanto battute Green Hill e Chemical Plant, Sonic Superstars mostra infatti una nuova parte del suo cosmo, minacciata però dalle solite, vecchie abitudini. Il caparbio Dr. Eggman stavolta si è fatto aiutare da Fang the Sniper (conosciuto ai tempi del Game Gear con Triple Trouble e Sonic Drift 2) e Trip per conquistare il mondo (anche se su questo ultimo ha lui stesso qualche dubbio).
Alla quasi spasmodica ricerca degli Smeraldi del Caos accompagnata dal rapimento degli animaletti locali dovranno rispondere Sonic, Tails, Amy e Knuckles, in una corsa eroica che li porterà avanti per non meno di 20 ore.
Che si propenda per l’uno, l’altro o l’altra ancora (tranne per alcuni livelli specifici in cui il personaggio è fisso), la trama si configura come un ottimo contesto al versante puramente ludico in un connubio tra una ricetta vecchia e un gusto e un modo contemporanei.
Poteri aggiuntivi
Piuttosto che quella di Generations, la lezione intrapresa oltre trenta anni fa e portata avanti da Mania pare essere quella incanalata in Sonic Superstars, con una cura ai dettagli rispettosa del franchise tutto, passando per la possibilità di vestire i panni di uno dei quattro protagonisti. Se la star in blu vanta il suo iconico spin dash, Tails può volare grazie alla sua coda, mentre Knuckles scala le pareti e Amy può sfruttare il suo martello.
Quella delle abilità peculiari non è una novità del titolo recensito su Nintendo Switch, né risultano impattanti nella totalità dei casi, ma si incastrano in un cerchio di vari elementi che arricchiscono il gameplay tutto. Si fa riferimento agli Smeraldi del Caos, ora non solo oggetti da collezione, bensì sette poteri aggiuntivi che per esempio riempiono lo schermo di cloni imbizzarriti del personaggio o portano a galla piattaforme nascoste.
Seppure selezionarli non sia agevole (si passa per una ruota dei talenti e un secondo comando), sono da apprezzare le maggiori possibilità inserite nel macro sistema ludico, accompagnate da una presunta mini sfida per ognuna delle sette pietre.
Attraverso un abnorme anello per livello si accede infatti a una zona nella quale la nostra controparte è chiamata a dondolarsi tra liane di pura energia, a caccia del suddetto smeraldo; la sua costruzione e il suo funzionamento sono più un intermezzo per riprendere fiato dalla corsa principale, più un ammiccamento al panorama arcade di una prova concreta.
Quattro è meglio di uno
Non è la prima volta che Sonic inviti la sua combriccola di amici nelle sue avventure (non ultimo Origins), ma Superstars consente anche di seguire tutti insieme la campagna principale, in una cooperativa locale (la controparte online è riservata ad altre modalità di gioco) che sebbene si avvalga di una telecamera più lontana a favore del gruppo, può risultare caotica tra salti e avatar da seguire. Nel complesso si attesta come un’opportunità da considerare per vivere l’esperienza in maniera più leggera e scanzonata con i propri familiari o amici.
Chiudono il pacchetto legato alla componente multigiocatore la modalità Crono e Battaglia. La prima ricalca gli stilemi di un arcade classico, un time attack nel quale cercare di ottenere il tempo migliore rispetto a una classifica mondiale e a una tra i propri amici. Se la partita principale è ancorata all’aspetto casalingo, le battaglie sono aperte al versante online.
Un massimo di otto giocatori possono così sfidarsi in una serie di round che richiedono il raggiungimento di certo punteggio o di sopravvivere senza cadere fuori dallo scenario, impersonando degli speciali robot da personalizzare tramite il negozio interno al gioco (è consigliabile visitarlo solo dopo avere agguantato abbastanza gettoni tra i livelli in singolo).
Livelli e arte all’origine del porcospino
La concretezza delle ambizioni insite nel gioco (incarnate nella frase promozionale “Nuove emozioni. Classiche sensazioni“) è data anche dal coinvolgimento di Naoto Ōshima, disegnatore originale di Sonic e del Dr. Eggman che ha collaborato con il Sonic Team attraverso la sua casa di produzione, Arzest.
Il risultato risiede per esempio in alcune animazioni contestuali (lo sguardo di Sonic si fa più teso nelle battaglie con i boss), in una chicca per fan della prima ora, ovvero l’avatar da coniglio per il porcospino blu, insieme a delle musiche con dei picchi tali da rimandare alle origini e al versante artistico dei livelli.
Il Sonic Team ha saputo usare gli archetipi delle ambientazioni dei platform (la foresta, il deserto e altri) in modo funzionale alle loro intenzioni, aggiungendo un tocco da Superstar: basti citare i flipper presenti in Pinball Carnival o le liane da sfruttare come trampolini di lancio in Speed Jungle, o ancora le piattaforme fluttuanti che si incontrano più avanti per una prova concreta.
Anche in questo caso il computo finale non è un cento per cento, con i mondi più avanzati che reiterano degli schemi già visti in precedenza, tuttavia rimane un buon lavoro da parte degli sviluppatori. Allo stesso modo, il pacing dei livelli rimanda al trittico originale della serie, con una prima manciata di zone a tutta velocità inframezzate da altre appena più compassate, nelle quali i salti vanno ragionati piuttosto che accelerati e momenti in cui gli ostacoli palesano un timing quantomeno troppo punitivo.
Conclusioni a tutta velocità
Sonic Team e Arzest hanno unito le forze per dare una spinta supersonica all’icona di Sega, realizzando un ottimo connubio tra vecchio e moderno. Passato, rappresentato dal pacing dei livelli, costruiti in maniera funzionale al gameplay tutto, dalla precisione richiesta nei movimenti (con però un effetto d’inerzia a volte pericoloso), dall’amore nei dettagli. Moderno, è la scelta di inserire davvero gli Smeraldi del Caos nel computo del gioco e di aprirsi di nuovo al multiplayer, seppure con risultati più o meno soddisfacenti.
Sonic Superstars sfreccia, diventa velocità, dicevamo, ma a volte anche lui ha bisogno di rallentare e fermarsi, quel tanto che basta per guardarsi indietro, ricalibrare la bussola e riprendere la spinta per il futuro. Sonic Superstars è disponibile dal 17 ottobre 2023 per Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop a 59,99 euro.
Voto: 8.3
Un ottimo connubio tra passato e moderno
Grande cura nei dettagli
Le modalità multigiocatore avrebbero meritato maggiore studio
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