Crymachina ci trasporta in un lontanissimo futuro dove la razza umana non esiste più e al suo posto troviamo delle androidi in lotta continua per riacquistare la propria umanità perduta.
Abbiamo potuto mettere mano al gioco di FuRyu e Aquria su Playstation 4 e al netto di qualche buona idea e combattimenti frenetici non possiamo dirci del tutto soddisfatti dell’avventura di Leben e compagne.
Un mondo distorto
La nostra avventura in Crymachina non inizia nel più roseo dei modi. La nostra protagonista è malata e sta per morire a causa di un male che si sta diffondendo su tutto il globo mentre le guerre mettono lentamente fine alla razza umana e al mondo come lo conosciamo.
Tuttavia non tutto è perduto e infatti ci risveglieremo duemila anni nel futuro in un corpo cibernetico nuovo di zecca mentre una misteriosa ragazzina di nome Enoa ci aggiornerà sugli eventi che sono avvenuti dopo la nostra morte.
In un mondo dove reale e digitale ormai sono concetti che si sovrappongono, otto IA chiamate Dei Ex Machina svolgono il ruolo di detentori del sapere umano, ognuna specializzata in una caratteristica dell’essere umano, e il loro scopo principale è appunto la rinascita della nostra specie.
Tuttavia il delicato equilibrio si spezza quando una di queste IA sparisce misteriosamente e toccherà a Enoa, esperta nell’analisi della psiche umana, creare tre androidi all’interno dei quali inserirà le menti di Leben, Mikoto e Ami.
L’ora del tè
La storia si dipana attraverso missioni da sbloccare all’interno di un hub iniziale dove le nostre ragazze si ritrovano per parlare della situazione, dei loro ricordi e dei loro sogni. Tramite un pratico menù possiamo accedere a un Codex dove sono scritte tutte le informazioni sul mondo, oltre ad avere la possibilità di potenziare le nostre guerriere e anche assistere a vere e proprie riunioni davanti a una tazza di tè dove scoprire ancora più segreti.
Tuttavia queste sequenze, che fanno assomigliare il gioco a una visual novel, sono molto lunghe presentando una grande quantità di testo da leggere, che però non sempre risulta interessante o soprattutto necessario ai fini della storia. Alcune di queste interazioni sono obbligatorie e fondamentali per sbloccare le missioni principali della trama mentre le altre sono prolisse e vi verrà voglia di tenere premuto L1 per saltarle del tutto.
Oltre a questo e alle digressioni su cosa significhi essere umano bisogna far presente che Crymachina presenta il parlato in giapponese, i testi in Inglese e a causa della mole di dialoghi questa potrebbe essere una caratteristica che lo renderà ostico ad alcuni giocatori.
Assalto frontale
Tra una bevuta di tè e un discorso filosofico però bisogna ricordarsi che Leben e socie dovranno sporcarsi le mani in frenetici combattimenti ricchi di effetti visivi, luci al neon e accessori personalizzabili.
Il mondo di Crymachina si compone di brevi e lineari livelli che purtroppo si alternano tra l’evocativo e l’anonimo. Può capitare di aggirarsi per asettici corridoi in cerca di nemici da abbattere oppure di osservare il movimento delle “balene” in paesaggi astratti e da sogno con strutture altissime e dal carattere decadente.
I colori sono volutamente freddi, ma spesso e volentieri risultano piatti e si scontrano con la solarità delle riunioni nel giardino del tè o con le affascinanti illustrazioni che accompagnano i dialoghi delle protagoniste, ottimamente realizzate ma che conferiscono troppa staticità alla situazione.
All’interno di questi malinconici scenari troveremo ad attenderci nemici dal design interessante, sia che si tratti di esseri simil organici sia che si trovi ad affrontare altre figure umanoidi, ma che non brillano per intelligenza abbassando di parecchio il grado di sfida.
Durante l’avventura potremo utilizzare tutte e tre le ragazze con ognuna di loro specializzata tecnicamente in tipologie d’attacco differenti, ma che in fin dei conti presentano sempre la stessa sequenza di combo: colpisci fino a indebolire, lancia in aria, schianta al suolo e finisci con un attacco speciale. A questo aggiungiamo la possibilità di schivare e parare gli attacchi mentre L1 e R1 sono adibiti all’utilizzo delle armi secondarie, presenti in gran quantità e perfette per personalizzare le nostre combattenti.
Comunque, boss esclusi, i combattimenti con i nemici minori si concludono in maniera abbastanza veloce e senza la necessità di impegnarsi più di tanto, addirittura non serve nemmeno affidarsi alle armi ausiliarie e si possono concludere utilizzando gli attacchi base.
Nella schermata di potenziamento accennata in precedenza infatti potremo far salire di livello Leben, potenziare specifiche caratteristiche e scegliere quale abilità di supporto migliorare. Avremo la possibilità di curarci durante le battaglie oppure attivare una modalità speciale che potenzierà il nostro esoscheletro e consentirà di schivare in automatico se restiamo fermi.
Per potenziare queste abilità di supporto tuttavia serviranno i punti EGO, che sono più difficili da ottenere e bisogna tenere da conto quale ragazza verrà impiegata nello scontro successivo.
Un futuro incerto
C’è tanto potenziale in Crymachina, ma purtroppo non viene sfruttato a dovere. Le lunghe sessioni di dialogo piene di informazioni non sempre utili e totalmente in inglese appesantiscono di molto l’esperienza e la voglia di saltarle del tutto si palesa quasi subito.
Di contro i combattimenti sono abbastanza divertenti grazie soprattutto alla personalizzazione dell’equipaggiamento ma sono purtroppo accompagnati da una veste grafica che enfatizza le protagoniste ma che regala allo stesso tempo scenari lineari e vuoti.
Il gioco sarà disponibile sul PlayStation Store a partire dal 26 ottobre, inoltre lo potrete acquistare anche su Steam e Nintendo Switch tramite il Nintendo eShop al prezzo di 59,99 euro. Il nostro consiglio consiste però nel provare prima la demo già disponibile e decidere se le limitazioni presenti non rappresentino per voi un problema.
Voto: 7
Buona personalizzazione delle protagoniste
Lunghissime sessioni di dialogo a tratti superflue
Basso grado di sfida
Localizzazione solo in inglese
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