Quando si tenta di spiegare ad amici e amiche il contenuto di un gioco, particolarmente di uno meno conosciuto come Fearmonium, spesso lo strumento migliore sono i paragoni con titoli più famosi. Hollow Knight, il capolavoro di Team Cherry, oppure Cuphead, la nostalgica avventura dello studio MDHR, sono due titoli che, se fusi insieme, possono dare un’idea di quello che Redblack Spade e Ratalaika Games abbiano voluto proporre con il loro titolo.
Il problema dei paragoni, tuttavia, è che spesso i cosiddetti titoli ‘minori’ soffrono all’ombra dei giganti, danneggiati da confronti poco ponderati che innalzano inutilmente le aspettative del pubblico.
Ebbene, questo non è il caso. Fearmonium combatte a spada tratta contro i giganti del genere metroidvania, rivelandosi quale prodotto carico di idee coraggiose e dalla narrativa sorprendentemente profonda. Scopriamo in questa recensione i punti di forza e le problematiche di un’avventura psicologica in due dimensioni che punta a volare molto in alto, ma rischia a volte di farsi bruciare le ali dal sole.
A lezione di psicologia dell’età evolutiva
Max, un ragazzino nel pieno dell’età adolescenziale, ha appena trascorso una giornata al parco giochi in compagnia della sua ragazza. La sua vita è un disastro sotto ogni punto di vista: dei bulli lo perseguitano a scuola; educazione fisica, chimica e biologia lo spaventano a morte e il nuovo compagno di sua madre è insopportabile quanto violento. Alla scoperta del fatto che la sua ragazza dovrà trasferirsi in un’altra città, la vita di Max si trasforma in un incubo che noi videogiocatori vivremo in prima persona.
Timori, ansie e repressioni di tutti i tipi si ripresentano amalgamati nella complessa psiche di Max, che diventa l’ambientazione di gioco di Fearmonium. Impersoniamo così una ragazza-pagliaccio dall’aria spaventosa che, insieme a un nutrito gruppo di altri pagliacci che Max ha incontrato nel corso della sua vita, lo tormenta, in una mappa in due dimensioni dalla piacevole complessità. Questi espedienti narrativi coulrofobici (la fobia per i clown) configurano un’avventura che diventa un dramma psicologico, dove esplorare la mappa, sconfiggere i boss e raccogliere abilità sono elementi che corrispondono a una lezione di psicologia dell’età evolutiva.
A fare da check-point nella mappa è infatti la Signora Depressione, un seducente personaggio che ci insegna quali siano i passi che possono far diventare un semplice ricordo negativo in una fobia e, potenzialmente, far sfociare il circolo vizioso in una violenta depressione. Quando parliamo di lezione non stiamo scherzando: ogni dialogo nel gioco è capace di raggiungere un livello di tecnicismo nel campo della psicologia che potrebbe spaventare chi si aspetta un’esperienza di gioco più rilassata. Insomma, Fearmonium non si apprezza senza prestare attenzione ai lunghi e complessi dialoghi che, purtroppo, ancora non sono stati localizzati in italiano.
Così, tentando di farci largo fra i ricordi che possono potenzialmente diventare fobie, dovremo eliminarli per rimanere l’unica paura di Max, ottenendo l’egemonia sulla fragile mente del ragazzino. Non è una storia leggera da affrontare e il livello di difficoltà del titolo lo rispecchia. Preparatevi a ripetere le battaglie con i boss più e più volte, a venir sconfitti dai fastidiosi quanto originali nemici che popolano la complessa mappa e a fare economia delle rarissime cure offerte dal gioco.
A tal proposito, il sistema di recupero della vita è sicuramente originale: delle siringhe di adrenalina ci verranno occasionalmente donate dai nostri compagni pagliacci per aiutarci nel tragitto verso la fobia. Inoltre, queste ultime sono acquistabili dalla Signora Depressione attraverso l’utilizzo di palloncini, la moneta di scambio del gioco.
L’adrenalina, così come la noradrenalina e altri oggetti di gioco, ci conferiscono dei bonus relativi al gameplay, ma l’aspetto da sottolineare è che questi sono ormoni prodotti naturalmente dal nostro corpo e il cui rilascio in quantità fuori dal normale si è dimostrato essere collegato all’insorgere di psicopatologie come la depressione o disturbi di ansia post-traumatica. Insomma, la coerenza della sceneggiatura, del gameplay e della narrazione con il mondo della psicologia (possibile grazie all’aver ingaggiato un dottore in psicologia come consulente per la scrittura dei dialoghi) è veramente encomiabile.
Pregi e difetti di una psiche malata
Cercando un commento definitivo per quanto riguarda il lato gameplay e narrativo, Fearmonium è un’avventura difficile sotto molti punti di vista, ma non per questo pesante: se siamo disposti a farci della cultura in ambito di psicologia dell’età evolutiva, allora saremo ripagati con un’architettura della mappa ben pensata, un sistema di combattimento che alterna interessanti effetti passivi alla scelta di 12 abilità, boss fight veramente originali e, infine, alcuni momenti in cui la ripetitività del platforming è spezzata da ingegnose meccaniche di gioco.
Sfortunatamente, questa grande impalcatura psichedelica non è completamente priva di difetti. A volte ci è sembrato che il piazzamento dei nemici fosse eccessivamente punitivo, dando una sensazione di difficoltà troppo artificiosa per un ambiente di gioco che, di conseguenza, diventa spesso eccessivamente punitivo. A questo aggiungiamo che certi movimenti di gioco risultano troppo meccanici, facendo riferimento specialmente alla scivolata usata per attraversare corridoi angusti. Tuttavia, il vero difetto da cui Ratalaika Games non può sfuggire è la presenza di bug debilitanti.
Se siamo disposti a chiudere un occhio sull’occasionale scomparsa repentina di qualche nemico o per qualche lag nei momenti di gioco più concitati, non possiamo farlo per i frequenti crash, che risultano frustranti soprattutto perché costringono i giocatori a dover ripetere lunghe e spesso complesse porzioni di mappa.
Nella versione per Nintendo Switch che abbiamo provato, uno di questi bug ha impedito per molto tempo l’avanzamento nella storia principale del gioco. Anche se siamo sicuri che i produttori rilasceranno degli aggiornamenti per affrontare il problema, dobbiamo tenere presente che si tratta di limiti pesanti e non trascurabili.
Un’estetica da matti
Dal punto di vista estetico, Feramonium è veramente un parco giochi di idee riuscite e lavori di qualità. Cominciando con la grafica, realizzata interamente a mano e animata frame per frame, siamo catapultati in una psiche in rubber hose animation (animazione con tubi di gomma), ovvero lo stile che inizialmente ci ha fatto pensare al più famoso Cuphead. Così, tutti i personaggi tendono alle figure curvilinee simili a quelle dei tubi in plastica che hanno ispirato i cartoni animati degli anni 20′ del Novecento.
Questi personaggi, poi, sono veramente originali: fra le classi della terrificante scuola di Max, per esempio, troveremo bulli muscolosi, teppisti con fionde, o atlete lanciatrici di micidiali palle da basket. Così, in ogni nuova porzione di mappa i nemici sono perfettamente in linea con l’ambientazione, ricordandoci sempre quali siano le paure più grandi del malcapitato adolescente.
Nota d’onore va spesa anche per i boss, il cui design è perfettamente azzeccato. Regressione, per esempio, è un simpatico peluche a forma di orsetto che ci attacca senza esclusioni di colpi. Il suo scopo è quello di rappresentare il tentativo di fuga dalle problematiche della crescita del ragazzo che, tentando di regredire allo stato infantile, cerca conforto in vecchi giocattoli. Ogni scelta artistica è quindi ben pensata e contestualizzata.
Ci sentiamo di dire, però, che uno dei maggiori punti di forza del gioco è la colonna sonora. Da questo punto di vista bisogna dare credito a Expecte Amour, complesso semi sconosciuto che ha realizzato un vero e proprio capolavoro: tracce ansiogene si alternano a momenti più ritmati, clavicembalo e pianoforte danzano con sintetizzatori, chitarre elettriche e percussioni dai bassi perforanti, confezionando un’esperienza che vi farà fischiettare le spaventose tracce anche dopo le sessioni di gioco. Vi consigliamo di dare un veloce ascolto al video seguente per capire di cosa si tratti.
Conclusioni
Fearmonium è una grande sorpresa per il panorama dei metroidvania. Scegliendo di accompagnare il classico platform a due dimensioni con l’espediente narrativo psichedelico-onirico, il titolo riesce a spiccare il volo dal grande mare di esponenti del genere.
Mappa, sistema di combattimento, game design e comparto estetico e sonoro sono elementi capaci di rendere il gioco indimenticabile, soprattutto se siete ferrati in psicologia. Come successe a Icaro, però, volare troppo in alto comporta il rischio di farsi bruciare le ali dal Sole. Traduzione: bug che limitano l’esperienza di gioco, difficoltà spesso artificiosa e mancanza della localizzazione italiana.
Ritornando al confronto provocatorio di inizio recensione, la battaglia a spada tratta coi colossi del genere è persa, ma non senza merito. Se fosse una partita di calcio, si potrebbe dire che Fearmonium abbia perso il confronto coi giganti, ma abbia giocato dignitosamente e che si sarebbe meritato qualche goal in più. La presenza di troppi bug e i crash frequenti sono stati gli autogol di un titolo che avrebbe altrimenti vantato anche qualche voto in più.
Fearmonium è disponibile per Nintendo Switch sul Nintendo eShop al prezzo di soli 12,99 euro.
Voto: 8
Colonna sonora azzeccata
Comparto estetico e design dei personaggi memorabili
Grande numero di abilità e oggetti di gioco che rendono vario il gameplay
Mappa veramente grande e ricca di segreti
Dialoghi profondi e ben scritti…
Manca la localizzazione italiana
Presenza di bug che rovinano l’esperienza di gioco
La difficoltà sarà un problema per i non avvezzi al genere
Si ringrazia Silvio Roberti per le parti più tecniche di psicologia.
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