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Thank Goodness You’re Here!, Recensione: un’assurda avventura

Thank Goodness You’re Here!, nuova e divertentissima avventura firmata Coal Supper, è adesso finalmente disponibile sulle varie piattaforme.

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Quante persone servono per svitare una lampadina?“. Tutti, almeno una volta nella vita, abbiamo sentito questa frase, apparentemente semplice e senza alcun significato. Velatamente, però, essa è un esempio perfetto di una tipologia di umorismo propriamente britannico, altresì detto british humor, noto per la sua irriverenza e per la peculiare caratteristica di prendere qualcosa di ordinario e trasformarlo in un’occasione per sovvertire le aspettative, rivelando così, con intelligenza, le piccole assurdità della vita quotidiana. Il tutto, però, senza sacrificare la pacatezza tipica della cultura britannica, la quale anzi rende paradossalmente ancor più stravaganti le situazioni createsi.

Aneddoti, questi, che ci danno un po’ più di contesto, ma che non rispondono certamente alla domanda iniziale, per la quale purtroppo non è stata ancora trovata una soluzione univoca. Possiamo tuttavia immaginare cosa risponderebbero i cittadini della ridente e fittizia Barnsworth: loro molto probabilmente direbbero che ne basta uno solo, a patto però che sia piccolo e… giallo?

È da queste basi che si sviluppa, infatti, Thank Goodness You’re Here!, una strampalata avventura esplorativa a piattaforme sviluppata da Coal Supper ed edita da Panic. Essa fa del proprio umorismo, squisitamente britannico e assolutamente non adatto ai bambini, la sua vera e propria specialità, in un tripudio di situazioni nonsense e bislaccherie varie che non mancheranno sicuramente di strappare una o più risate al giocatore che ne saprà apprezzare l’ironia.

“Meno male che ci sei tu…”

Un simpatico agente di commercio dalle esigue dimensioni e dall’insolito color giallo viene inviato dal suo capo nella sopracitata Barnsworth, una graziosissima città inglese nella quale sporcizia e stranezze sembrano non mancare mai, com’è già possibile vedere nei primissimi secondi di gioco grazie a un piccolo filmato introduttivo.

Recatosi lì apposta per incontrare il sindaco della città, il nostro ometto si ritrova costretto ad attendere che questo ultimo, sicuramente preso dai tipici oneri di un primo cittadino, si renda disponibile per la riunione, approfittandone intanto per esplorare il curioso paesino interagendo al contempo con la gente del posto nell’unico modo in cui il nostro è capace: schiaffeggiandoli. Ma bisogna essere cauti: in un posto come Barnsworth, anche il semplice parlar… schiaffeggiare qualcuno può risultare in un qualcosa di profondamente balzano…

thank goodness you're here screenshot 1

Ha così inizio una lunga catena di bizzarrie, dettate dai tentativi maldestri del nostro protagonista di aiutare le persone con cui interagisce, i quali spesso gli chiedono man forte con un plateale: “Grazie al cielo sei qui!“. La maggior parte delle richieste sono semplici azioni quotidiane, le quali però godono di uno svolgimento e di una risoluzione assolutamente fuori dall’ordinario, come da tradizione umoristica britannica.

Parliamo di situazioni che, tra i vari esempi, ci porteranno nelle fogne della città, attraverso la canna fumaria di un distinto signore (più, più, più e più volte), in una proiezione mentale di quello che sembrerebbe il concetto di carne da macello secondo gli sviluppatori e così via, in situazioni sempre più fuori di testa e divertenti.

Un nonsense lineare

Uno dei vanti maggiori di Thank Goodness You’re Here! risiede senza alcun dubbio nell’efficace presentazione della propria ambientazione. Un titolo così concentrato sulle assurdità avrebbe potuto infatti lasciare facilmente spaesato il giocatore, facendolo sentire estraneo e distaccato dall’esperienza videoludica, ma possiamo affermare che questo non è per niente il caso del gioco in questione. Il nonsense che lo caratterizza si rivela un elemento perfettamente aderente alla sua realtà, stabilendone un’identità propria che fin da subito abitua il giocatore ad aspettarsi sempre l’inaspettato, portandolo a vedere ciò come un connotato naturalissimo della città di Barnsworth.

Questa linearità si manifesta ancor di più nelle fasi esplorative del titolo, grazie a dettagli volti a evidenziare particolari zone dell’ambiente attraverso cui è possibile proseguire nella storia, talvolta bloccando anche eventuali percorsi alternativi fino al momento in cui non sarà necessario attraversarli.

thank goodness you're here screenshot 2

In tal senso, il giocatore è sempre guidato dal titolo e per quanto ciò possa far storcere il naso di chi vorrebbe una maggiore indipendenza, bisogna considerare l’enorme numero di divertentissimi dettagli di cui è stata riempita ogni zona. Tra cartelli stradali con messaggi a dir poco esilaranti e ostacoli dettati da situazioni ai limiti dello strambo, la linearità viene gestita come parte integrante della sua identità, permettendo anche ai giocatori più di fretta di gustare ogni sua particolarità, dettaglio non da poco se consideriamo che la durata del titolo si aggiri intorno alle due ore.

La presenza dei suddetti dettagli svolge inoltre un ruolo fondamentale nell’incoraggiare ulteriormente l’esplorazione, il che ci porterà a schiaffeggiare oggetti un po’ ovunque, scoprendo al contempo anche alcuni piccoli segreti, facilmente trovabili anche durante la prima sessione ludica. Questa cosa finisce inevitabilmente per nuocere eventuali future esperienze di gioco, lasciando a bocca asciutta coloro i quali non vedevano l’ora di tornare nel bislacco mondo di Thank Goodness, You’re Here!

Uno stile inconfondibile

Thank Goodness You’re Here! si distingue immediatamente per la sua coloratissima grafica in stile cartone animato, interamente realizzata a mano. Una scelta di certo non casuale, in quanto conferisce a ogni momento un tocco di autentica bizzarria e un’atmosfera artistica che ben si sposa con quanto finora raccontato, rafforzandone ulteriormente il senso di unicità. Questo stile visivo, a volte, viene anche sapientemente combinato con l’uso di autentici filmati d’archivio (come per esempio nel menù principale e nei crediti) i quali mostrano la quotidianità della società inglese, in una scelta tale da creare un contrasto non solo tra animazione e realtà, ma anche tra quella che è la nostra realtà (normale, mondana, quasi noiosa) e quella folle del videogioco.

Dal punto di vista sonoro, il gioco non delude. La musica è composta da brani folkloristici che rievocano le tradizioni culturali britanniche, immergendo il giocatore in un ambiente sonoro ricco e coinvolgente. Anche la colonna sonora propria del titolo si dimostra abbastanza valida, rendendo ulteriormente solida l’atmosfera generale.

thank goodness you're here screenshot 3

È tuttavia a partire dal sonoro che iniziano a subentrare degli aspetti che potrebbero risultare problematici per alcuni giocatori. La maggior parte dei dialoghi sono infatti parlati con un forte dialetto dello Yorkshire, zona in cui è situata la fittizia città del gioco, il che potrebbe rappresentare un ostacolo per chi non abbia familiarità con questo particolare modo di parlare inglese, con frasi e modi di dire comprensibili a fatica anche da chi l’inglese lo mastica da anni.

Se da un lato questo elemento arricchisce l’autenticità dell’ambientazione (è possibile impostare l’interfaccia di gioco su questa variante linguistica dal menù), dall’altro potrebbe limitare l’accessibilità del gioco a un pubblico più ampio. In soccorso del giocatore arrivano i sottotitoli (non disponibili in italiano, sfortunatamente), ma vi è da segnalare come alcuni di essi risultino poco sincronizzati, a volte, con le animazioni di gioco, oltre che a presentare alcuni piccoli errori grammaticali di volta in volta. Sviste queste, che non compromettono assolutamente l’esperienza di gioco, ma che risultano essere un aspetto che meriterebbe un’adeguata attenzione negli eventuali aggiornamenti futuri.

Thank Goodness It’s Here!

Nonostante qualche piccolo, quasi impercettibile, intoppo qua e là, Thank Goodness You’re Here! risulta essere nella maniera più assoluta una delle avventure videoludiche più brillanti degli ultimi anni, capace di divertire col suo mai banale umorismo in salsa british e di rimanere nel cuore del giocatore grazie al suo inconfondibile stile e le sue situazioni al limite del surreale, risultando una piccola avventura mordi e fuggi da non perdere.

Thank Goodness You’re Here! è già disponibile per Nintendo Switch attraverso il Nintendo eShop al prezzo di 17,99 euro.

Voto: 8.8

Pro
Umorismo sorprendente
Ambienti ricolmi di esilaranti dettagli
Animazioni fatte a mano
Sonoro coinvolgente
Atmosfere
Scorrevolezza
Contro
Poca rigiocabilità
Dialetto a volte poco comprensibile
Sottotitoli non sempre sincronizzati
Rari errori grammaticali nei sottotitoli

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