Quando i fan avevano perso quasi tutte le speranze di rivedere un nuovo capitolo della serie di Mario e Luigi, visto anche il fallimento dello studio Alphadream, ecco che Nintendo se ne esce, in apertura del Nintendo Direct di giugno, con un trailer che presenta Mario e Luigi: Fraternauti alla Carica, la nuova avventura dei due fratelli con i baffi.
Con il solito stile allegro e scanzonato della serie, questo nuovo capitolo fionda il giocatore in un mondo lontano dal Regno dei Funghi e con dei personaggi totalmente nuovi, con lo scopo di salvare un mondo che si sfalda sempre più. Su gentile concessione della grande N abbiamo avuto modo di giocarlo con le nostre mani e con un occhio critico adesso lo esamineremo per voi!
Una missione elettrizzante
Tutto comincia con uno strano vortice che si apre sopra al Regno dei Funghi e porta Mario e Luigi in un mondo a loro sconosciuto. I due buffi fratelloni fanno la conoscenza di Presus (che, attenzione, non è un maiale!) e Condina, i quali presentano loro il continente Elettria, un tempo unito dall’energia del Centralbero, ma oggi diviso in isole sparse a causa di una calamità che ne ha impedito il funzionamento.
Condina, in quanto Elettriniera, ha seminato un nuovo Centralbero a bordo della sua Isola Solcamari, isola in grado di navigare tra gli oceani. Il suo scopo è quello di ricollegare le isole vaganti, così chiede a Mario e a Luigi una mano in questa sua missione. I due fratelli scoprono nuovi personaggi e nuove isole mentre le ricollegano al Centralbero e allo stesso tempo molti abitanti delle isole vengono rapiti da degli strani rapaci e, indagando, si viene a sapere che qualcuno sta tramando contro di loro e usando l’energia per qualche scopo losco.
Il tono dell’avventura è quello leggero e stravagante della serie che abbiamo imparato ad amare, tuttavia manca qualcosa, nella caratterizzazione dei due fratelli e della narrazione stessa, che possa avvicinare Mario e Luigi: Fraternauti alla Carica ai suoi illustri predecessori. Il gioco è chiaramente un nuovo capitolo della serie, eppure avrebbe potuto sviluppare di più il suo pazzo potenziale, prima ben noto grazie alle famose espressioni e reazioni di Mario e Luigi, ai comprimari veramente peculiari, ai toni dell’avventura.
Questa cosa diventa evidente anche in un altro elemento che è necessario far notare: i dialoghi (elemento, a nostro dire, molto presente negli ultimi giochi delle serie principali Nintendo), i quali paiono rivolti esclusivamente a un pubblico di piccolissimi, risultano un po’ lunghi e tediosi, quasi costringendo il giocatore a tenere premuto il tasto B per velocizzare le scene e le battute stesse.
L’unione fa la forza!
Il comparto tecnico e il gameplay sono sempre stati, tra le altre peculiarità, il lato più distintivo della serie. La compresenza di due personaggi giocabili al timone dell’avventura apre a una leggerezza degna di nota.
Si ripresentano tutti i vecchi stilemi della serie, con degli enigmi da risolvere in due per proseguire. È a quel punto che possiamo assistere alle intuizioni di Luigi: le sue trovate più folli potrebbero anche essere quelle più geniali per proseguire nell’avventura.
Gli scenari di gioco sono le isole da ricollegare al Centralbero, le quali spaziano dalla foresta alla città abbandonata, dal labirinto al sotterraneo, e sono, con tutti gli enigmi da sbrogliare, sempre fantasiose e adorabili. Essendo sparse per il mondo, si raggiungono tramite l’Isola Solcamari attraversando le correnti oceaniche; dovremo dunque consultare la mappa nautica per gestire il percorso da intraprendere.
Il sistema di combattimento è rimasto pressoché invariato, mischiando l’azione in tempo reale con quella a turni, con la possibilità di attaccare con Mario e Luigi e di creare micidiali e divertenti combo (o di ridere guardandoli sbagliarne una). I nemici, come sempre, costringono il giocatore a rimanere sempre attento, in quanto hanno tutti attacchi diversi che richiedono contrattacchi adeguati alla situazione. Oltre al salto, al martello e agli attacchi fratelli (attacchi svolti rigorosamente in collaborazione), avremo a disposizione le Spine Sinergiche, degli oggetti che possiamo fabbricare raccogliendo un certo materiale e che forniscono importanti boost come ulteriori danni, cure o altri effetti.
Un po’ di confusione è stata fatta nella configurazione dei tasti, dal momento che la selezione dell’attacco da parte di Luigi avviene sempre con il pulsante A (a differenza dei vecchi capitoli) e potrebbe capitare di sbagliare poi tasto in fase di esecuzione di una mossa (premere A invece di B per ben eseguire un attacco con Luigi).
A parte questo dettaglio, la componente GDR è più fresca che mai, con i soliti equipaggiamenti, ma anche con la possibilità di personalizzare la crescita dei propri personaggi. Non si tratta di un gioco difficile, ma comunque, come dicevamo, di un gioco impegnativo, che stimola il giocatore sia in fase di combattimento – per studiare tutti i nemici – che in fase di esplorazione – dove sbloccheremo tante meccaniche utili a superare gli ostacoli.
Un mondo coloratissimo, ma…
Parlare del comparto artistico di un gioco del genere, specie se di Nintendo, vuol dire sempre fare un discorso unidirezionale. In questo caso però c’è un conflitto emotivo nel cuore del giocatore. L’opera è molto fluida e coloratissima e non presenta problemi di sorta se non si considerano alcune minuscole animazioni più legnose, niente di cui preoccuparsi.
Lo scontro che si viene a creare consiste nel constatare l’ottimo lavoro svolto su Nintendo Switch, console vecchia di quasi 8 anni, e quello che avrebbe potuto essere su una console più moderna e al passo coi tempi.
Lo scontento non riguarda affatto il lavoro in sé, quanto la consapevolezza di ciò che avrebbe potuto essere su un hardware più prestante, il quale avrebbe migliorato il colpo d’occhio in un gioco così ben smussato.
Niente da eccepire invece sulla colonna sonora che, come ogni gioco di Nintendo, colpisce sempre nel segno, donando al giocatore delle tracce perfette a ogni situazione e capaci di trasportarlo nel divertimento dell’avventura.
Giocare Mario e Luigi: Fraternauti alla Carica è uno spettacolo per gli occhi, e questo vale sia in modalità dock che in modalità portatile. Il lavoro di Acquire gira alla perfezione in entrambi i casi e garantisce una quasi perfetta giocabilità (un quasi palesato da alcuni caricamenti un pizzico troppo lunghi) nonostante gli anni che Nintendo Switch si porta sulle spalle.
Conclusioni
Mario e Luigi: Fraternauti alla Carica si presenta come un ritorno in grande stile della serie battezzata da Alphadream ed ereditata da Acquire (lo studio di Octopath Traveler). Si tratta di un vero gioiellino di artisticità e tecnica che nella console in cui gira è un vero miracolo. Questo eredita quanto di funzionale c’era nei vecchi capitoli della serie e lo riporta con delle impeccabili implementazioni di gameplay, con una misura e una bellezza che solo Nintendo sa garantire.
I lievi difetti – come i dialoghi, il potenziale non del tutto sfruttato e le piccole attese per i caricamenti – non ne minano affatto l’esperienza. Il gioco si conferma come un’esperienza divertente e scanzonata, leggera e attraente ed è sicuramente uno dei giochi più belli da giocare su Nintendo Switch. Per questi motivi non possiamo fare altro che raccomandare a tutti di giocarlo.
Mario e Luigi: Fraternauti alla Carica è disponibile dal 7 novembre 2024 per Nintendo Switch al prezzo di 59,99 euro passando dal Nintendo eShop.
Voto: 8.6
Tiene il giocatore sempre stimolato
Sistema e meccaniche di combattimento ottimi
Graficamente e tecnicamente un miracolo per l’hardware su cui gira
Narrazione e caratterizzazione un po’ sottotono rispetto ai predecessori
Alcuni piccoli rallentamenti o attese dovuti all’hardware
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