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Pokémon Pocket Monsters, il primo pazzo manga Pokémon

Parte MangaNav, la nuova rubrica di Pokémon Millennium dedicata ai fumetti Pokémon. Nel primo appuntamento si parlerà di Pokémon Pocket Monsters di Kosaku Anakubo.

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Pokémon Millennium inaugura con questo primo appuntamento MangaNav, una nuova rubrica interamente dedicata ai manga Pokémon.
Prima di cominciare questo viaggio tra china e retini, sono necessarie un paio di precisazioni: esistono più di 60 titoli di fumetti dedicati ai mostriciattoli tascabili, ma questa rubrica non potrà trattarli tutti, dato che per gran parte di essi, che non hanno mai lasciato la patria, le informazioni reperibili sono troppo misere per poterne fornire degli approfondimenti adeguati. Verranno trattate quindi solo le opere più rilevanti, per la loro popolarità o per la loro particolarità. Non si parlerà invece di Pokémon Special (Pokémon La Grande Avventura in italiano), essendo tra tutti il manga Pokémon più conosciuto a livello internazionale nonché quello più facilmente reperibile, sia in versione fisica che sul web.
Fatte queste premesse, in questo primo episodio si parlerà del manga Pokémon più longevo in assoluto, Pokémon Pocket Monsters di Kosaku Anakubo, una serie comica tuttora in corso caratterizzata da un susseguirsi piuttosto frenetico di gag di varia natura.

Inaugurato dalla rivista CoroCoro con il primo capitolo pubblicato nell’aprile 1996, a soli due mesi dall’uscita di Pokémon Rosso e Verde, Pokémon Pocket Monsters non solo è il primo fumetto dedicato ai mostriciattoli tascabili mai realizzato, ma si tratta della primissima trasposizione del mondo Pokémon al di fuori dell’ambito videoludico, prima della serie animata e prima del Gioco di Carte Collezionabili. Per questo motivo, all’autore fu data la piena libertà su come raccontare i personaggi fino ad allora conosciuti solo attraverso pochi pixel, libertà che Anakubo ha sfruttato pienamente, forse fin troppo, visto che nella sua opera molti canoni del mondo Pokémon sono completamente stravolti.

Una peculiarità che salta immediatamente all’occhio di chi conosce i Pokémon attraverso qualunque altro medium è lo stile in cui essi sono disegnati, che fa spesso storcere il naso ai fan più affezionati.
I disegni di Anakubo sono già di per sé particolari e riconoscibili, caratterizzati da tratti alquanto spigolosi e un’attenzione ai dettagli piuttosto sommaria, ma questo stile trasportato sui Pokémon dà origine, almeno nei primi volumi, a creature piuttosto bruttine a vedersi. Per il design dei mostriciattoli, l’autore non si è basato tanto sugli artwork ufficiali, ma sugli sprite visibili nel gioco, reinterpretati secondo ciò che questi gli trasmettevano visivamente.

Inoltre, non essendo all’epoca chiaro se esistessero altri Pokémon al di fuori delle 151 specie presenti nei giochi, Anakubo ne ha inventati alcuni di sana pianta per espandere a modo suo il Pokédex, anche se questi Fakemon fanno solo da comparse senza avere ruoli di spicco all’interno della trama, accompagnati tra l’altro anche da normali animali che l’autore ha incluso nella propria visione del mondo Pokémon.

Il tanto criticato stile grafico non è nulla in confronto agli stravolgimenti, inquietanti quanto interessanti, che il mondo Pokémon subisce in questa folle serie.

Il primo, già riscontrabile nel primo capitolo, è la capacità, in quest’opera tutt’altro che straordinaria, dei mostriciattoli di parlare, a cominciare da quelli selvatici. Con il passare del tempo ci siamo abituati alla presenza di speciali esemplari di Pokémon con il dono della parola, ma si è sempre trattato di individui più unici che rari, come il Meowth del Team Rocket nella serie animata o il protagonista del più recente spin-off per Nintendo 3DS Detective Pikachu. In questo fumetto invece, tutti i Pokémon, a eccezione del Pikachu del protagonista Red, dialogano senza problemi sia con i propri simili sia con gli esseri umani, e spesso la loro parlata è caratterizzata da tic verbali, per esempio il Clefairy del protagonista dice sempre “cle” (nella traduzione inglese) alla fine di ogni frase.

Il Clefairy di Red si esprime inoltre spesso in modo piuttosto volgare, guadagnandosi la nomea di un mostriciattolo particolarmente maleducato, non solo attraverso le parole.

Le gag comiche che definiremmo “spinte” non si soffermano solo a Clefairy o più in generale ai Pokémon, ma riguardano anche i personaggi umani presenti nel fumetto, primo tra tutti l’Allenatore protagonista che, con il vano obiettivo di completare il Pokédex, viaggia di regione in regione accompagnando il lettore attraverso ogni generazione Pokémon, in modo simile ad Ash nella serie animata, in compagnia dei suoi due inseparabili Pokémon, Clefairy e suo cugino Pikachu (il che è tecnicamente possibile dato che entrambi i Pokémon appartengono allo stesso Gruppo Uova).

La prima controparte di Rosso della storia è Isamu Akai, soprannominato Red, che poco ha a che spartire con l’Allenatore leggendario dell’immaginario comune. Isamu è un ragazzino ingenuo e non particolarmente brillante, perennemente invischiato nei guai spesso causati dal comportamento di Clefairy. All’interno delle gag comiche lo troviamo spesso nudo o direttamente alle prese con i propri genitali, dettaglio che non sarebbe stato particolarmente apprezzato da un pubblico occidentale e che per questo motivo ha rappresentato una delle cause per cui la traduzione in inglese del fumetto è stata interrotta dopo la seconda saga. Contrariamente alla mentalità occidentale, in Giappone un bambino che mostra le parti intime non è visto come qualcosa di scabroso o da censurare, è anzi considerata una cosa divertente in quanto totalmente innocente.

Se quest’ultima caratteristica del manga si può considerare una licenza artistica indubbiamente influenzata dalla cultura e dall’impostazione mentale nipponica, una libertà eccessiva che Anakubo si è concesso è il completamente stravolto sistema evolutivo dei Pokémon, che in questa opera possono evolvere, “involvere” o addirittura saltare stadi evolutivi a piacimento e in qualunque momento.

Se lo stile così diverso rispetto allo standard degli altri media e il discusso umorismo basato su nudità e battute più o meno spinte hanno rappresentato un ostacolo tale da non consentire la distribuzione del manga in Occidente (la traduzione in inglese delle prime due saghe a opera dell’editore di Singapore Chuang Yi non è andata oltre il confine asiatico), in patria Pokémon Pocket Monsters non ha destato nessun tipo di controversia, anzi, è il fumetto dedicato ai mostriciattoli tascabili più popolare, tanto da essersi meritato una citazione nell’episodio Cinema per Tutti! della serie dell’anime Pokémon Advanced Challenge, dove Ash ricorda di aver visto al cinema, da piccolo, un film comico con protagonisti Isamu e i suoi Pokémon.

L’opera è attualmente composta da sette saghe: la prima, Pokémon Pocket Monsters, si estende per quattordici volumi e comprende gli archi narrativi della prima e seconda generazione.

All’interno dell’arco ambientato a Kanto si fa la conoscenza, oltre a Red, Clefairy e Pikachu, del principale rivale di Isamu, Kai Midorikawa, soprannominato Green e basato sul Blu del gioco. Il suo Pokémon principale è Charmander, che in un capitolo si evolve direttamente in Charizard senza passare per lo stadio di Charmeleon nonché acerrimo rivale di Clefairy. Gli altri rivali di Red in questo arco sono Blue, un Allenatore di Lavandonia in possesso di un Blastoise, appassionato di Pokémon Spettro e collezionista di oggetti di colore blu, e Yellow, l’Allenatore di un Pikachu in grado di usare la mossa Surf che al momento della sua apparizione commette piccoli crimini spacciandosi per Red con l’obiettivo di mettere il vero Isamu nei guai con la legge.

Il secondo arco narrativo si svolge a Johto, dove Red incontra due nuovi rivali: Kinnosuke, localizzato come Gold e basato su Oro, e Ginjiro, tradotto come Silver e ovviamente basato su Argento.

La seconda saga, Pocket Monsters Ruby – Sapphire è composta da sei volumi ed è ambientata a Hoenn, anche se insieme alla Coordinatrice Ruby, controparte di Vera, e Sapphire, un Allenatore interessato ai Pokémon di Kanto e in particolare al Pikachu di Isamu basato su Brendon, i cui nomi sono invertiti nella tradizione inglese (probabilmente per renderli più simili alle rispettive controparti di Pokémon Special), fanno la loro comparsa anche un secondo Red, anch’egli in possesso di un Clefairy, e Midori (il cui nome è stato localizzato come Blue per lo stesso motivo di Ruby e Sapphire), due Allenatori basati sui protagonisti di Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia nonché nuovi rivali per Isamu.

Pocket Monsters DP è il titolo della terza saga, ambientata a Sinnoh, dove Red fa la conoscenza di Dia, un Allenatore famoso nella regione, basato su Lucas, e Kazuki, controparte di Barry, che nel manga è in possesso di un Deoxys e di un Palkia. Questa saga si estende per cinque volumi.
Chiude la quarta generazione la breve saga ambientata di nuovo a Johto intitolata Pocket Monsters HGSS, della durata di due volumi.

Pocket Monsters BW e Pocket Monsters XY sono la quinta e sesta saga del manga, ognuna composta da cinque volumi e rispettivamente ambientate a Unima e a Kalos. Poco si conosce degli eventi della storia a questo punto, ma non è difficile immaginare che i toni rimangano fedeli agli archi narrativi precedenti.

Pocket Monsters SM è attualmente in corso, segno incontestabile della popolarità di questo particolare quanto discusso manga Pokémon. Tutto ciò che sappiamo al momento è che Red (che, a differenza dei personaggi di Pokémon Special, sembra non crescere mai!) non è rimasto indifferente al fascino di Lylia.

Il viaggio attraverso le pagine di Pokémon Pocket Monsters si conclude qui. Che idea vi siete fatti del manga più longevo nonché controverso del mondo Pokémon?
Se avete trovato interessante il primo episodio di questa rubrica, MangaNav tornerà la prossima volta con l’analisi di un altro titolo selezionato per i lettori di Pokémon Millennium. La grande avventura di Pokémon nel mondo dei fumetti è solo all’inizio!

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