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La svolta live action di Nintendo: un Pikachu detective in stile Marvel?

Nintendo ha deciso di puntare sugli adattamenti cinematografici dei suoi brand più amati; ma riuscià Detective Pikachu a colpire positivamente il pubblico?

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Qualche settimana fa abbiamo potuto finalmente dare un’occhiata al primissimo trailer dedicato al film di Detective Pikachu, live action prodotto da Nintendo in collaborazione con Warner Bros. Pictures e Legendary Entertainment. Un trailer che, nel bene o nel male, ha fatto chiacchierare abbastanza i fan, sia storici che non. Al di là della trama che si è deciso di sviluppare, e che comunque si basa sulla serie videoludica che ben si discosta da quella principale Pokémon, il dettaglio che ha diviso il web è stato senz’altro l’aspetto delle creature, decisamente più realistiche rispetto a quanto siamo soliti osservare sullo schermo della nostra console.

Il trailer ha altresì rivelato un mondo popolato da creature viventi e vivaci, riprodotte fin nei minimi dettagli attraverso l’uso dell’animazione computerizzata fotorealistica. Una scelta coraggiosa, indubbiamente, soprattutto per quanto riguarda la pelliccia di Pikachu – e il volto parecchio inquietante di Mr. Mime. Un impatto visivo decisamente diverso rispetto a quello che fu caratterizzante del primo live action firmato Nintendo, dedicato a Super Mario. Un film di cui, ahimè, forse nessuno di noi possiede un gran bel ricordo.

La svolta di Nintendo verso le produzioni cinematografiche, tuttavia, sembra essersi sensibilmente discostata da allora. Sebbene rimane decisamente indubbio il fatto che il primo film dedicato a Mario fosse per l’epoca un qualcosa di veramente unico nel suo genere – anche a livello di trash –, ciò che sicuramente ha influenzato la pessima resa del brand videoludico nel mondo fatto di cineprese e pellicole, è stata la totale incuranza della trama.

Una sceneggiatura che nulla ha a che vedere con quello che i vecchi fan potevano ritrovare su cartuccia, e due supereroi che si ritrovano costretti a sfidare creature rettiliane preistoriche provenienti niente meno che… dalle fogne. Per quanto il cast fosse comunque composto da attori brillanti, e nonostante tutti gli effetti speciali usati per rendere il film il più allettante possibile, nulla ha evitato la critica impietosa nei confronti di quel prodotto maldestro, troppo mal riuscito anche per i meno affezionati alla serie.

Sembra così che la grande N abbia imparato la lezione. Oltre ad aver ribaduto più volte, recentemente, che il prossimo titolo dedicato a Mario verrà interamente realizzato sotto l’attenta supervisione di Shigeru Miyamoto, nella sua decisione di proporre adattamenti di alcuni dei suoi brand più famosi, la casa di Kyoto sembra preannunciare una voglia di arrivare nel cuore di quante più persone possibili, nella speranza di poterle, così, fare avvicinare anche al mondo colorato riprodotto su console.
Ma quanto effettivamente potrà essere efficace, da questo punto di vista, Detective Pikachu?

Indubbiamente il fatto di aver scelto una trama che non ha nulla a che vedere con combattimenti in palestra e scontri con bande imbranate di ladri di Pokémon ha risolto uno di quei problemi che ha travagliato il primo esperimento condotto con Super Mario negli anni ’90. Riprodurre la trama di un gioco come Pokémon Giallo o Rosso, ad esempio, non solo sarebbe stata in qualche modo molto simile a quanto già proposto in TV tramite la serie animata classica (e anche ai capitoli remake della serie su console), quanto piuttosto avrebbe rischiato di condensare, in poche ore di film, una trama piuttosto poco consistente e allettante da guardare sul grande schermo.

Sarebbe stato di conseguenza necessario tentare di produrre una trama alternativa, un qualcosa che ricalcasse lo spirito dei giochi Pokémon senza riscaldare la solita minestra da guardare in poltrona. Ma anche inventare qualcosa da zero, non sempre è la strada più giusta da intraprendere: il rischio di finire totalmente fuori strada è sempre dietro l’angolo – così come il rischio di finire direttamente in un burrone, partorendo dei Goomba in versione tsantsa…

La scelta quindi di puntare sui titoli spin-off, e perciò su prodotti già ampiamente collaudati sul piccolo schermo delle console portatili, sembra dunque una mossa più che intelligente: questo perché non solo permette la realizzazione di una trama più adatta all’adattamento cinematografico (perdonate il gioco di parole), ma anche di osare quel tanto che basta con la fantasia cercando di avvicinarsi, così, ai gusti del pubblico degli ultimi anni. E sebbene per molti possa sembrare un azzardo, un sacrilegio o semplicemente un qualcosa di ridicolo e trash, il fatto che Pikachu parli, e che sia lui il vero protagonista, è probabilmente la mossa vincente per eccellenza.

Prestare al famosissimo topo giallo la voce di un supereroe, di un supereroe come Deadpool per giunta (almeno nella versione originale, in cui ricordiamo è proprio Ryan Reynolds a doppiare il Pokémon), non rende diverso, il dolce e coccoloso Pikachu dei videogiochi e della serie animata, da dei personaggi come Rocket Raccoon di Guardiani della Galassia. Un Pikachu supereroe. Mica male come idea. Un Pikachu che parla, combatte il crimine e sconfigge i criminali grazie all’aiuto del suo assistente umano e dei suoi “poteri” di Pokémon. Un personaggio che ha molto potenziale trash, probabilmente, ma anche quel tipo di potenziale in grado di renderlo piuttosto simpatico e gradevole a vedersi, con quel tipo di comicità che forse proprio i giovani d’oggi (anche quelli giovani dentro) si aspettano al cinema.

Del resto, qual è il segreto del successo dei film Marvel? L’universo intero creato da Stan Lee, sicuramente. Ma al cinema conta anche uno stile visionario, una story line che faccia rimanere incollati allo schermo, quel mix di azione e di comicità; il tutto impacchettando il prodotto con effetti speciali di alta qualità, fotografia da maestro e colonne sonore più che azzeccate. I supereroi Marvel, nati da un media totalmente diverso rispetto a quello in cui oggi vengono continuamente catapultati, vengono trasferiti su pellicola in un mondo più contemporaneo, e in modo tale da affascinare e divertire lo spettatore dall’inizio alla fine, anche colui che mai nella sua vita ha avuto occasione di aprire un albo a fumetti. Piacciono e incassano, e anche parecchio. Una moda, quella dei fumettoni al cinema, che sta prendendo sempre più piede, e che ha ormai raggiunto spettatori di ogni età.

Per questo, forse, puntare a un prodotto simile non è affatto una scelta insensata. Scansando dalla scena il (perennemente) giovane Ash Ketchum, e proponendo quindi un genere di prodotto che sembra tentare di soddisfare i gusti e le tendenze attuali, ci si potrebbe perciò aspettare un notevole apprezzamento del film da parte delle nuove generazioni, e una pacca sulla spalla da parte degli accaniti affezionati. Tra chi si aspettava The Rock, e chi sperava in Danny De Vito, la scelta di Reynolds come prestavoce umano  potrebbe rivelarsi, in realtà, una tattica astuta e rivoluzionaria. Un Pikachu parlante, irriverente, con la voce e i poteri da supereroe, e pure con la pelliccia: cos’altro volere di più? Forse giusto un Jigglypuff da compagnia; quello anche sarebbe carino.
Ad ogni modo, ricordiamo che il live action dedicato a Pikachu e ai mostriciattoli tascabili debutterà ufficialmente in tutte le sale italiane il 9 maggio 2019. Chi di voi acquisterà il biglietto?

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