Redazione
Tra le numerose compagnie responsabili dello sviluppo di console e prodotti videoludici alternatesi nel corso della storia, una ha avuto la forza e la capacità di accompagnare diverse generazioni di videogiocatori grazie alla sua innata capacità di reinventarsi e offrire ai propri utenti prodotti sempre nuovi. Nella rubrica RETROmarcia omaggeremo tutte le retro-console Nintendo, casalinghe e portatili, snocciolandone la storia, i 10 migliori giochi e accessori per essa disponibili e alcune curiosità e aneddoti che le hanno contraddistinte. Pronti a partire per un viaggio nel passato?
Il primo appuntamento è incentrato sulla console con cui La Grande N ha iniziato la propria scalata verso il successo: il Nintendo Entertainment System (meglio nota come NES).
Storia
Correva l’anno 1983. Il mercato dei videogiochi stava attraversando un periodo di forte crisi, poiché saturo di console e in competizione con la nascente industria del personal computer. Il Commodore 64, insieme agli altri pc di fascia economica, avrebbe potuto soppiantare definitivamente le piattaforme destinate al fine puramente ludico per rimpiazzarle con i moderni calcolatori dall’estrema versatilità. Nintendo, tuttavia, pose il proprio veto su quello che sembrava essere il precoce tramonto delle console di videogiochi.
Nacque quindi nel luglio del medesimo anno il Family Computer o Famicom (nome con cui il NES è conosciuto in Giappone), destinato a risollevare una volta per tutte le sorti della propria categoria. Nonostante il nome possa trarre in inganno, il Family Computer non è un cugino del Commodore 64, bensì la prima console che si affermò all’interno dei salotti del Sol Levante, per poi conquistare quelli di tutto il mondo. Nell’ottobre del 1985, infatti, il Nintendo Entertainment System debuttò negli Stati Uniti, nel 1986 in Europa e in Italia nel 1987; iniziò così una nuova era. Il lancio venne accompagnato da tre titoli: Donkey Kong, Donkey Kong Jr. e Popeye.
Inizialmente la piattaforma avrebbe dovuto montare un processore a 16-bit, un lettore di floppy disk e una tastiera. L’allora presidente di Nintendo Hiroshi Yamauchi, tuttavia, voleva che il prodotto ricordasse il meno possibile l’aspetto di un personal computer e intendeva immetterlo sul mercato a un prezzo accessibile. Si optò quindi per un processore a 8-bit affiancato da un co-processore dedito alla generazione degli elementi grafici, rendendo il NES in grado di sfoggiare tutti i colorati sprite che lo hanno reso celebre e contenendo al contempo i costi di produzione. I floppy disk vennero abbandonati a favore delle cartucce, la cui forma e dimensione cambia drasticamente tra le versioni Famicom e NES.
Nel 1986 è stata messa in commercio una speciale periferica per il Famicom denominata Famicom Disk System, che permetteva la lettura di speciali floppy disk. Questo prodotto rendeva possibile la lettura di alcuni giochi sviluppati appositamente sui supporti inizialmente accantonati, tra i quali possiamo ricordare Super Mario Bros. 2, The Legend of Zelda, Metroid, Castelvania e Kid Icarus. I floppy disk erano più capienti e permettevano il salvataggio dei progressi, ma erano meno resistenti rispetto alle cartucce e bersagli facili per la pirateria. Per questo motivo nel 1988, solo due anni più tardi, la produzione di questa speciale periferica fu interrotta.
Il controller del Nintendo Entertainment System è uno dei più popolari all’interno del panorama videoludico. Forma squadrata, cornice grigia, sfondo nero e pulsanti rosso Nintendo. Un design che fa della semplicità il proprio punto forte, riuscendo a restare impresso nella mente di tutti i videogiocatori. L’immagine di questo controller è diventata un simbolo della cultura pop, venendo riprodotta su cover per smartphone, portachiavi e accessori di ogni tipo.
La produzione della console cessa nel 1995, cinque anni dopo l’arrivo sul mercato del suo erede, il Super Nintendo Entertainment System. Fino a quella data, la piattaforma ha venduto quasi 62 milioni di unità in tutto il mondo, rendendola la più venduta della propria epoca e ad oggi la 12° console più venduta di sempre.
Giochi
La libreria del NES è immensa, contando più di 1500 titoli. Abbiamo cercato di creare qui una classifica personale dei 10 giochi più significativi, pietre miliari del mondo videoludico che non possono mancare nella collezioni dei fortunati possessori di questa mitica console.
Super Mario Bros.
Il capostipite di tutte le avventure dell’idraulico nel Regno dei Funghi, il platform per eccellenza, un must have per qualunque appassionato della Grande N. Ideato dal maestro Shigeru Miyamoto, Super Mario Bros. viene pubblicato nel 1985 e inizia a essere incluso nella confezione del NES, fatto che contribuisce a renderlo il titolo più venduto su questa console con oltre 40 milioni di copie.
L’avventura è articolata in otto mondi differenti, ognuno dei quali possiede quattro livelli; proprio qui vediamo nascere gli iconici nemici e power-up che accompagnano la mascotte di Nintendo in tutte le sue avventure. Il gioco prevede una modalità multiplayer che consente a due giocatori di alternarsi, controllando a turno Mario o Luigi ogni volta che uno dei due perde una vita. Chi non ha mai giocato almeno una volta a Super Mario Bros.? Che sia il 1985 o il 2019, questo titolo non può fare a meno di divertirvi grazie al suo gameplay sempreverde.
The Legend of Zelda
Molte delle serie più celebri di Nintendo hanno visto per la prima volta la luce su NES e The Legend of Zelda non fa eccezione. Siamo ancora una volta di fronte a una delle creature di Miyamoto-san, la cui creatività ha contribuito enormemente al successo riscosso dall’azienda di Kyoto.
Il gioco debuttò nel 1986 in Giappone in formato floppy disk, permettendo ai giocatori in possesso del Famicom Disk System di salvare i propri progressi. In Europa e negli Stati Uniti venne pubblicato in forma di cartuccia dorata, la prima a essere fornita di una batteria che permetteva il salvataggio. Diametralmente opposto al lineare Super Mario Bros., The Legend of Zelda si sviluppa all’interno di una serie di dungeon, marchio di fabbrica della saga. Viene così battezzato un nuovo genere videoludico, che richiede al giocatore maggiore interazione con i personaggi in cui s’imbatte per potersi procurare le informazioni e gli oggetti necessari ad avanzare nell’avventura.
Double Dragon
Il celebre picchiaduro a scorrimento sviluppato dalla Technos Japan Corporation, che spopolava nelle sale giochi con il proprio cabinato arcade, ha avuto la possibilità di entrare anche nelle case di tutti gli appassionati. Di Double Dragon, infatti, è stata pubblicata una conversione per NES nel 1988.
I livelli sono stati differenziati e resi più lunghi; inoltre, è stato implementato un sistema di esperienza che aumentava la profondità del gioco: il giocatore cominciava l’avventura con due mosse base alle quali, attraverso l’accumulo di punti esperienza e l’avanzamento di livello del personaggio, si aggiungevano nuove tecniche, alcune esclusive alla versione NES. Il multiplayer cooperativo non poteva avvenire contemporaneamente come nella controparte arcade, ma solamente a turno a causa dei limiti tecnici della console rispetto alla versione orignale; tali limiti sono riscontrabili anche nel visibile divario fra i due comparti grafici.
Metroid
Passando a un’altra saga storica, anche Metroid ritrova su NES le proprie radici. Nato prima su floppy disk nel 1986 e poi convertito in cartuccia su NES nel 1987, Gunpei Yokoi e Yoshio Sakamoto danno così vita alla prima avventura spaziale di Samus Aran.
Metroid è un’altro videogioco su NES che dà vita a un nuovo modo di concepire le interazioni videoludiche. Esso è infatti uno dei primi a presentare uno schema di livelli da affrontare senza un preciso ordine, lasciando al giocatore la decisione riguardo a quale percorso intraprendere per primo. L’esplorazione, la ricerca dei potenziamenti e l’atmosfera cupa e misteriosa sono gli ingredienti fondamentali che da qui in poi costituiranno il cuore della serie intera. Perdersi nei meandri dello sconosciuto pianeta Zebes ha il proprio fascino anche a più di trent’anni di distanza.
Maniac Mansion
La celebre avventura grafica di Lucasfilm Games, cui versione originale è stata programmata per Commodore 64, debutta anche su NES nel 1987 ed è subito un successo grazie alle sue inedite peculiarità. Il titolo presenta diversi personaggi tra cui scegliere all’inizio, ognuno dei quali possiede particolari abilità che permetteranno al giocatore di risolvere solo alcuni degli enigmi in cui si imbatterà nel corso della storia. Questa meccanica implica una molteplicità di finali possibili, grande novità in ambito videoludico, che garantisce longevità e rigiocabilità estreme.
Non mancano i momenti di umorismo tipici dei titoli di casa LucasArts (nome che l’azienda prenderà dal 1990), che hanno reso indimenticabili altri capolavori successivi quali Monkey Island o Grim Fandango. La fortuna di Maniac Mansion è indissolubimente legata all’iconica console della Grande N: la versione per NES è stata quella più venduta, favorendo la circolazione del gioco.
DuckTales
Ispirato all’omonima serie televisiva di successo, Capcom sviluppa DuckTales, avventura arcade uscita nel 1989 su NES e l’anno successivo su Game Boy. Il pubblico accoglie calorosamente il titolo, godendosi la ricerca dei tesori nei panni di Paperon de’ Paperoni attraverso le cinque diverse ambientazioni che compongono la storia.
I colori vivaci del gioco, insieme alla colonna sonora, gli hanno permesso di affermarsi tra i migliori in assoluto del suo tempo per quanto riguarda il comparto tecnico. Il gameplay vario e ben bilanciato ha fatto divertire ogni giocatore che lo possedesse all’interno della propria collezione. Se voleste metterci le mani sopra, ma non riuscite a trovare la versione originale, potreste sempre ricorrere all’acquisto della versione rimasterizzata uscita nel 2013 su più console.
Castelvania
Anche il primo capitolo della saga storica di Konami ha esordito su questa prodigiosa console. Castelvania esordisce in Giappone nel 1986 e approda oltremare un anno più tardi. Insieme a Metroid, getta le basi per quel genere videoludico noto oggi come Metroidvania, incentrato sull’esplorazione all’interno di labirintiche mappe dalle numerose aree segrete, disseminate di potenziamenti e dal level design particolarmente curato.
Il primo episodio della serie strega i giocatori con la propria atmosfera gotica. Si svolge in Transilvania nel 1691, dove un certo Simon Belmont, cacciatore di vampiri armato della propria frusta benedetta, deve affrontare il Conte Dracula e i suoi oscuri tirapiedi cent’anni dopo che il suo antenato li aveva sconfitti. Scovare nuove armi e potenziamenti per la Vampire Killer è di vitale importanza per riuscire nell’impresa.
Excitebike
Era il 1984 quando Excitebike uscì sul mercato. Il particolare gioco di corse arcade è incentrato sulle gare di motocross, dove bisogna affrontare percorsi ricchi di dossi per arrivare al traguardo nel minor tempo possibile. È anche presente una modalità in cui si può creare il proprio circuito personalizzato, un vero e proprio editor di livelli!
La peculiarità del titolo risiede nella gestione del proprio veicolo, fondamentale per ottenere dei risultati soddisfacenti. Esso infatti può essere controllato durante le fasi aeree, per assicurarsi un atterraggio pulito e privo di rallentamenti, e possiede due diverse modalità di accelerazione. La più veloce richiede particolare attenzione, poiché se usata troppo a lungo fonde il motore e costringe il giocatore a rallentare drasticamente per un certo periodo di tempo.
Kirby’s Adventure
Poteva mancare all’appello la palletta rosa più popolare dei videogiochi? Kirby’s Adventure viene sviluppato da HAL Laboratories e vede la luce nel 1992 nel paese del Sol Levante, approdando l’anno successivo negli Stati Uniti e in Europa. Questo è il secondo episodio della serie, successivo a Kirby’s Dreamland per Game Boy.
Questo colorato platform ideato da Masahiro Sakurai, mente che ha partorito sia questa serie che quella di Smash Bros., è il primo titolo a colori della saga. Il piccolo Kirby deve attraversare sette mondi e sconfiggere i relativi boss, ingurgitando ogni nemico che lo ostacola per acquisirne i poteri e riuscire così a risolvere dei puzzle ambientali altrimenti impossibili da superare. Semplice e colorato, un gioco in grado di divertire e dare soddisfazione.
Mother
Mai espatriato dal Giappone, Mother è un prodigioso RPG del 1989 acclamato dagli appassionati del mondo intero. La localizzazione e il rilascio negli Stati Uniti, sotto il nome di Earth Bound, sono stati programmati e poi cancellati all’ultimo momento per l’imminente rilascio del Super Nintendo Entertainment System. Il gioco risultava inoltre modificato e censurato in più parti, a causa delle politiche di Nintendo of America.
Ideato da Shigesato Itoi, il titolo narra la storia di Ninten, un ragazzo dotato di poteri psichici alle prese con un’invasione aliena. I combattimenti a turno con i nemici e la meccanica dei random encounter (incontri casuali), all’epoca già nota ai giocatori di Dragon Quest, sono le principali caratteristiche del gameplay. La colonna sonora ad opera di Keiichi Suzuki e Hirokazu Tanaka, i toni surreali e satirici dei dialoghi e l’alta difficoltà hanno contribuito a rendere questo gioco una leggenda all’interno dell’universo videoludico.
Con Mother si chiude la nostra rievocazione storica dei retroscena e dei giochi che hanno fatto la storia del NES, ma le curiosità non finiscono qui: sapevate che il NES ha ricevuto un accessorio riconosciuto da Nintendo che avrebbe avuto il compito di velocizzare la digitazione sul controller, nonostante fosse solamente un pezzo di plastica? O che uno dei metodi migliori per rendere la pistola NES Zapper più precisa è quella di sparare ripetutamente a una lampadina? Continuate a seguire Mauro Fulco e Francesco Romano nella seconda parte della rubrica RETROmarcia dedicata all’iconico NES, dove imparerete tutto sui più bizzarri accessori e curiosità riguardanti la prima console Nintendo!
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