Luca Fassoni
Occhi aperti, sbarrati. Persi nel vuoto. Il panico che deriva dall’agghiacciante realizzazione della propria condizione esistenziale. Se fosse un quadro, Porygon-Z avrebbe le sembianze del celebre Urlo di Munch. La sua espressione attonita tradisce un dubbio che cresce e divora, alimentato da paure inconfessabili, ansie paralizzanti e un senso di insicurezza che non lo abbandona mai. In questo nuovo approfondimento andremo a esplorare, in maniera assolutamente originale, la misteriosa e incompresa creatura di Sinnoh.
Le varie ipotesi e teorie illustrate nell’articolo rappresentano il frutto di supposizioni e non sono ufficialmente avvalorate da The Pokémon Company
Ogni medaglia ha due facce, due volti opposti ma speculari. Allo stesso modo, il singolare Pokémon Virtuale è dotato di una piena consapevolezza dei suoi limiti e delle sue capacità. La sua visione del mondo è nitida, lucidissima e implacabile. Nessun altro Pokémon – con la notevole eccezione di Mewtwo – si è spinto così oltre, alla disperata ricerca di sé stesso. Entrambe le creature sono il frutto di controversi esperimenti umani che, pur con esiti diversi, hanno dato vita a due creature uniche e inavvicinabili.
I: Le origini
Mewtwo è riuscito a scoprire il senso della propria vita affrontando Mew, ovvero la sua nemesi, le stesse cellule dalle quali è nato. Porygon-Z, invece, è profondamente diverso. Innanzitutto, a differenza del leggendario Pokémon Genetico, l’evoluzione finale di Porygon è stata interamente creata dall’uomo. Il Pokémon Virtuale – così come le sue due pre-evoluzioni – è composto da un agglomerato di codici informatici. Ma, a differenza di entrambe, la creatura di Sinnoh è pienamente consapevole della propria condizione e dell’enorme differenza che intercorre tra lui e gli altri Pokémon.
Il suo stadio evolutivo iniziale, lo spigoloso Porygon, è il primo Pokémon artificiale creato dall’uomo. Fa un certo effetto notare che il bizzarro mostriciattolo di Kanto è di tipo Normale, dal momento che di “normale”, appunto, non ha davvero nulla. Grazie a un importante documento, rinvenibile presso l’edificio della Silph S.p.A. a Zafferanopoli, sappiamo che Porygon è stato creato nel misterioso Laboratorio Pokémon dell’Isola Cannella. Il suo comportamento è stereotipato, dal momento che è in grado di eseguire unicamente i pochi movimenti per i quali è stato programmato. Curiosamente, anche se non necessita di cibo per vivere, Porygon può comunque mangiare ed è in grado di assimilare le sostanze nutritive all’interno dei propri circuiti.
Il Pokémon Virtuale ha debuttato nell’anime dei Pokémon durante il 38° episodio della prima serie. Questa puntata è andata in onda solamente in Giappone, a causa dei numerosi attacchi epilettici scatenati dall’animazione della mossa Fulmine di Pikachu. Per questo motivo il Pokémon Virtuale e le sue evoluzioni non sono mai più apparse nei film e nell’anime delle creature tascabili, nonostante Porygon non fosse direttamente coinvolto nella vicenda e, durante la scena incriminata, non apparisse neppure.
II: Upgrade
A Johto, grazie all’introduzione dello Strumento Upgrade, è nato Porygon2. Questa evoluzione – sviluppata sempre dalla Silph S.p.A. – migliora nettamente le caratteristiche generali e le funzionalità dell’innovativo ma ancora grezzo Pokémon di Kanto. La nuova creatura ha un aspetto estremamente simile a quello della sua pre-evoluzione anche se, a differenza di essa, è caratterizzata da colori più accesi e presenta forme arrotondate e smussate. Mentre Porygon riprende le forme di un origami – oggetto da cui deriva anche il suo nome – la sua evoluzione assomiglia a una buffa paperella e ricorda vagamente l’aspetto di un papero bevitore.
Porygon2 è in grado di esprimersi in modo originale, esibendosi in comportamenti non previsti dal suo codice di programmazione. La sua intelligenza gli consente di imparare nuove abilità ed emozioni, come specificato nel Pokédex di Pokémon Smeraldo. Evidentemente l’Upgrade non ha solamente affinato e levigato le caratteristiche di Porygon: in qualche modo, è riuscito a donare alla creatura sprazzi di libertà. Dopo una generazione – la terza – senza sussulti per il Pokémon Virtuale, a Sinnoh è cambiato tutto. Di nuovo.
III: Porygon-Z: un salto nel buio
Il Dubbiodisco è uno Strumento intrigante e avvolto dal mistero. È reperibile in quarta generazione lungo il percorso che collega l’Area Sfida con l’Area Provviste oppure – dettaglio estremamente interessante – presso la sede del Team Galassia a Rupepoli (in Pokémon Platino). Grazie a questo Strumento Porygon può evolversi nuovamente, raggiungendo il suo stadio finale. Questa volta, però, non si tratta di un normale aggiornamento della versione precedente. Non è nato Porygon3, una possibile miglioria del Pokémon di Johto. No, stavolta si è verificato un vero e proprio salto dimensionale. Ecco Porygon-Z.
La Silph S.p.A. non aveva alcuna intenzione di investire ulteriormente in quello che, ormai, era un progetto quasi perfetto. Porygon2 aveva risolto alcuni problemi che affliggevano la sua pre-evoluzione e presentava spiccate migliorie, oltre ad avere un comportamento (quasi) sempre stabile e prevedibile. L’evoluzione stavolta è avvenuta grazie a un software aggiuntivo che, con ogni probabilità, non è un prodotto originale e presenta vari bug al suo interno. Una teoria affascinante e fantasiosa, inoltre, vede il Team Galassia creare il Dubbiodisco per catturare i leggendari Dialga e Palkia.
Secondo questa ipotesi, il nuovo Strumento avrebbe dovuto alterare il corso del tempo e dello spazio, imprigionando le due creature mitologiche per sfruttarle in un piano criminale. Il piano del Team Galassia non è andato a buon fine e il curioso Strumento è rimasto abbandonato nella loro sede. Le ipotesi sulla vera origine di questo strano disco sono numerose ed estremamente stravaganti, anche se naturalmente nessuna di queste è stata riconosciuta a livello ufficiale.
IV: L’anima del software
Non si conosce ancora bene il motivo, ma Porygon2 reagisce alle vibrazioni del Dubbiodisco proiettandosi verso una nuova dimensione della sua esistenza. E qui torniamo al nostro punto di partenza, alla vera natura di Porygon-Z. Per farlo, occorre soffermarsi sulla domanda che, da sempre, intriga e affascina ogni appassionato di robotica: le creature artificiali hanno un anima? A una prima occhiata, questo sembra un quesito semplicemente assurdo.
Com’è possibile che una macchina creata dall’uomo – o un programma informatico, un robot – abbia dentro di sé il germe della vita? Almeno in apparenza, si tratta di un’ipotesi del tutto inverosimile. Eppure, analizzando in profondità i comportamenti e le risposte delle creature artificiali, è impossibile non notare una sorprendente variabilità nella loro funzionalità e nel loro ciclo di vita, anche in due macchine apparentemente identiche e utilizzate in condizioni simili.
Valentino Rossi, il famosissimo pilota della Yamaha in MotoGP, ha più volte detto, senza una punta d’ironia, che ogni moto ha una sua anima. Perfino tra le due moto gemelle con cui si presenta al via di ogni weekend di gara lui – come molti altri piloti – avverte una grande differenza. Risalendo questa corrente, infine, sfociamo nella religione stessa dell’animismo. Questa ideologia – pur con notevoli differenze a seconda della regione del mondo nella quale viene praticata – ritiene che ogni animale, oggetto o fenomeno dell’universo siano dotati di un’anima propria e vivano il loro unico e irripetibile ciclo di vita, che viene sempre considerato divino e degno di culto.
Ovviamente la verità ultima di tali affermazioni è inconoscibile per l’uomo, ma questa visione del mondo aiuta a gettare una nuova luce su Porygon-Z. A differenza di entrambe le pre-evoluzioni, la creatura di Sinnoh sembra conscia di essere solamente un programma creato dagli esseri umani. Il dubbio che scaturisce da questa nuova consapevolezza, dunque, è tremendo. Se tutto ciò che sono è racchiuso dentro il mio codice, se sono solo un programma creato in laboratorio, come posso influire sulla mia vita?
V: Il destino di Porygon-Z
Una creatura, un codice informatico, che si è evoluto una prima volta perfezionando i suoi aspetti più grossolani e poi di nuovo, ma stavolta per errore. O meglio, grazie a un aggiornamento non ufficiale. Un salto quantico, non una progressione armoniosa e lineare come nel primo caso. Se Porygon rappresenta il prototipo di un Pokémon puramente artificiale, Porygon2 rappresenta la sua completa maturazione, una versione completa e definitiva nella quale emergono in maniera fluida e armonica tutte le sue potenzialità.
La nuova evoluzione, avvenuta tramite un software che presenta diversi bug e lacune al suo interno, sconvolge l’equilibrio del Pokémon Virtuale, proiettandolo in un vortice dal quale è impossibile uscirne semplicemente con la ragione. Porygon-Z ha acquisito la consapevolezza, forse persino contro il suo volere. E, con essa, emergono inevitabilmente domande a cui è semplicemente impossibile rispondere. Come faccio a essere libero se ogni mio comportamento è stato deciso a priori?
VI: Una nuova dimensione
Una volta raggiunto il suo stadio evolutivo finale, il Pokémon Virtuale presenta una fluttuazione costante di sentimenti contrastanti, difficili da gestire in armonia. Per questo motivo Porygon-Z appare così spaesato e smarrito, nonostante un notevole potere offensivo e una velocità di tutto rispetto. Il prezzo da pagare per assaporare la conoscenza è stato altissimo: il dubbio.
Le emozioni, prima sconosciute o sfiorate solo a un livello superficiale, lo hanno travolto, rendendolo volubile e lunatico. Nonostante ciò le sue qualità rimangono notevoli e, pur con meno equilibrio (e meno difese) rispetto a Porygon2, può tranquillamente farsi valere nelle lotte. Se è vero che da un grande potere derivano grandi responsabilità, allora forse da una grande conoscenza deriva una grande opportunità. Il vero dubbio è uno solo: Porygon-Z sarà in grado di riconoscerla e, soprattutto, di coglierla e sfruttarla appieno?
A distanza di tredici anni dalla sua comparsa, numerosi aspetti di questa creatura rimangono avvolti nel mistero. Per comprendere a fondo questo Pokémon sarebbe necessaria una sua apparizione significativa nella serie animata – anche se si tratta di un’eventualità alquanto remota – o nella trama dei giochi, magari in eventuali remake della quarta generazione. Comunque vada, il Pokémon Virtuale continua a stupire e affascinare con la sua aura di mistero. In fondo, Porygon-Z è stato progettato per lavorare in dimensioni sconosciute: per quanto ne sappiamo, può essere proprio quello che sta facendo in questo momento…
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