Anche quest’anno, come ogni volta che si avvicina il giorno di Natale, nella regione di Kanto fervono i preparativi: tra chi intona un canto e chi addobba la propria casa, tutti gli umani e i Pokémon si apprestano a vivere questo periodo di felicità. Beh, diciamo quasi tutti!
Infatti, dovete sapere che esiste una persona che proprio non vuole saperne di questa festa tutta piena di regali, smancerie e buoni sentimenti. Una persona dal cuore arido come il deserto e che pensa esclusivamente al proprio obiettivo finale.
Oh ma non dovete essere sorpresi, infatti sapete anche voi di chi si tratta, lo conoscete già questo losco figuro che si aggira da solo nella fredda notte in cerca di un po’ di tranquillità. Si tratta di Giovanni, il temibile capo del Team Rocket, organizzazione criminale con lo scopo di dominare il mondo!
Giovanni è un uomo dal cuore duro che ha deciso di mettere da parte i propri sentimenti per concentrarsi esclusivamente sul suo ruolo di leader. Bisogna avere un grandissimo carisma per comandare un gruppo di sgherri che si espande da Kanto a Johto e che ha le mani in pasta praticamente ovunque.
In realtà il grande capo ha deciso di incamminarsi nella notte per lasciare il suo covo, dove alcuni sottoposti già parlavano alle sue spalle di scambiarsi regali senza che lui se ne accorgesse. L’unico modo per non sentirli intonare l’ennesimo canto di Natale era scappare via e restare da solo. Senza nessuno intorno. In pace sotto il cielo stellato.
Ah, ma al fato piace giocare e mescolare le carte, infatti questa non sarà una notte come le altre! No, potete starne certi, strane cose stanno per accadere a Kanto e noi saremo testimoni di tutto ciò.
Giunto a un incrocio Giovanni si ferma un attimo, come se qualcosa gli dicesse che quello è il posto in cui deve trovarsi in quel momento, ed ecco che sente qualcosa alle sue spalle. Ma nessuno puó coglierlo impreparato, nossignori, e infatti il nostro boss si gira di scatto pronto ad affrontare… un Delibird?
Si, è proprio un Delibird a bloccare la strada di Giovanni, che lo osserva col suo sguardo cupo. Ma al bizzarro Pokémon Consegna poco importa di trovarsi davanti al più potente boss di Kanto: lui è lì semplicemente per fare una consegna speciale. E infatti tira fuori un piccolo regalo, lo consegna a Giovanni e, senza dire una parola, se ne va canticchiando come se nulla fosse successo.
Il nostro impavido leader ne ha viste di cose nella sua vita ma deve ammettere di essere alquanto sospeso da questo gesto inaspettato. Quel pacchetto è li nella sua mano sinistra e, senza nemmeno accorgersene, la destra già si prepara ad aprirlo quando ad un tratto accade qualcosa. Un mancamento, un giramento di testa e la vista che si annebbia, per un attimo il tempo stesso sembra fermarsi e Giovanni non capisce più dove si trovi.
Continua a sentire qualche canto di Natale in lontananza ma ha la sensazione di non essere nel posto giusto. Capisce che è successo qualcosa di strano quando si accorge che il pacchetto misterioso non è più nelle sue mani ma è sparito. E poi una voce rimbomba nella sua testa!
“Oh Giovanni, guarda come ti sei ridotto, consumato dal rancore e dall’ambizione hai seppellito tutto ciò di buono che c’era nel tuo cuore”
Giovanni, ancora rintronato, socchiude gli occhi per mettere a fuoco una piccola figura che si trova di fronte a lui. Un esserino pallido con delle piccole code e tre nastri in testa. Il leader del Team Rocket lo interroga, stupito:
“Chi sei tu e dove mi trovo? Potrai ingannare gli altri ma i tuoi trucchi non funzionano con me!”
“Il mio nome è Jirachi e sono qui per avvisarti che stanotte, la vigilia di Natale, ti verrà data la possibilità di guardare nel tuo cuore e scoprire che c’è del buono anche dentro di te. Tre Spiriti ti guideranno lungo il cammino e io sono uno di questi!”
Giovanni non vuole farsi abbindolare come un babbeo e, naturalmente, gli risponde per le rime:
“E secondo te io dovrei farmi guidare da un esserino così minuscolo? Alla ricerca di cosa poi? Ho già deciso che fare del bene non rientra nelle mie priorità”
Ma Jirachi non si lascia impressionare dalle sue parole e conclude seraficamente il suo discorso:
“Non dovresti giudicare le persone o i Pokémon basandoti sulle loro dimensioni, infatti si dia il caso che io altro non sono se non il Fantasma del Natale Passato e adesso ti accompagnerò a farti ricordare cosa significa essere gentile“
Neanche il tempo di finire la frase e Giovanni si rende conto che i suoi piedi non toccano più la strada. Sta iniziando a fluttuare, salendo su in alto oltre i palazzi, fino alle nuvole guidato da questo misterioso Spirito.
I due atterrano in una piazza deserta, illuminata soltanto dai lampioni, soltanto un lieve tintinnio in lontananza. Nell’aria il freddo della neve si mischia ai profumi che escono dalle case dove le famiglie si apprestano a preparare la cena.
“Spirito, questo posto… mi è in qualche modo familiare. Ho come la sensazione di essere già stato qui in passato.”
Non appena Giovanni finisce la frase il silenzio viene rotto dai passi in lontananza di un ragazzino, che corre affiancato dal suo Pokémon. Anche da lontano si nota la particolare coda del mostriciattolo, sormontata da una piccola fiammella.
Il piccolo Allenatore e il suo Charmander sono ormai vicini ai nostri protagonisti e, per un breve attimo, sul volto di Giovanni appare un’espressione incredula. Il boss dal cuore duro non riesce a credere a quello che vede davanti ai suoi occhi.
“Conosco quel ragazzino! Lo conosco bene! Sono io da piccolo mentre giocavo col mio fido Charmander! …Com’è possibile tutto ciò?!”
“È vero – risponde Jirachi– sei proprio tu, in un tempo in cui non avevi ambizioni di potere, ma eri un bambino felice che amava i Pokémon con tutto se stesso“
“Che nostalgia, sembra passato così tanto tempo da allora… Guarda com’ero spensierato… Cosa è cambiato d’allora?”
“È cambiato il fatto che hai iniziato a chiudere il tuo cuore al prossimo, a dare importanza a cose materiali che potevano renderti felice solo esternamente ma dentro sapevi che qualcosa si stava rompendo“
“Beh, che vuoi che ti dica? Bisogna rinunciare a qualcosa quando si insegue un sogno, e il mio sogno rimarrà sempre quello di primeggiare sul mondo intero a qualunque costo! Anche se..”
“Anche se vederti felice e senza pensieri ha scosso qualcosa nel tuo animo? Ricorda, Giovanni, che tu stesso sei stato la causa della tua infelicità. TU STESSO!!!”
Alle parole dello Spirito una tormenta di neve circonda Giovanni. Tutti si fa buio e il mondo inizia a girare così vorticosamente che la percezione di tempo e spazio risulta alterata. Il tutto dura pochi secondi che sembrano però eterni.
Questa cosa dei mancamenti inizia a innervosire il nostro protagonista, che ha la fama di essere il più duro dei duri e quindi vedersi sballottolato da una parte all’altra non lo rende esattamente la persona più felice del mondo. Cioè felicissimo non lo è mai, ma adesso si inizia a esagerare.
Giusto il tempo di aggiustarsi cappotto e sciarpa e Giovanni si rende conto di trovarsi questa volta in un posto che non conosce, una città che anche in questo caso sembra disabitata con in lontananza una strana torre. Continua a sentire il solito Canto di Natale provenire dai vicoli come se fosse la sua personale colonna sonora della serata ma ad un certo punto la canzone si interrompe lasciando spazio a un’inquietante risata.
Eppure non c’è nessuno li, solo Giovanni si staglia nella strada ma qualcosa non quadra… ad esempio da quando una persona dispone di due ombre diverse???
“Fatti avanti! Lo so che sei qui!” – urla nel vuoto il nostro impavido leader
E come per magia la sua seconda ombra si allunga e su quella che dovrebbe essere la faccia appare un enorme sorriso beffardo sormontato da due vispi occhi rossi. È impossibile non rendersi conto che ci troviamo di fronte a un Gengar, il dispettoso Pokémon Ombra.
“Vediamo se riesco a indovinare… tu dovresti essere il Fantasma del Natale Presente? Beh almeno questa volta mi trovo davanti a un vero Pokémon Spettro!”
Il simpatico Gengar non proferisce una parola ma si limita a ridere come un matto e saltellare da una parte all’altra quasi senza uno scopo preciso. Levitando a mezz’aria fa cenno a Giovanni di seguirlo verso un vicolo li vicino.
“Almeno l’altro Fantasma parlava! Adesso mi ritrovo a seguire un Gengar che non fa altro che ridere senza senso. Sarà una lunga notte!”
I pensieri di Giovanni vengono interrotti da un trambusto in lontananza, come di persone che sbraitano ad alta voce. Voci maschili e femminili si mischiano assieme in un connubio abbastanza fastidioso.
Il boss ormai ha capito che si trova li per qualche ragione e questa volta non esita e si dirige verso la fonte del rumore. Per fortuna non ci vuole molto per raggiungere la fine di un vicolo dove si stagliano tre figure misteriose.
Beh misteriose nemmeno tanto perché basta uno sguardo per capire di chi si tratta: una ragazza con una lunghissima chioma fucsia, un ragazzo coi capelli color lavanda e un Meowth. Inconfondibile anche il loro vestiario, una divisa bianca con una grande R sul petto, storico logo del famigerato Team Rocket!
“Allora ripassiamo il piano! Dobbiamo entrare casa per casa e rubare tutti i Pokémon che incontriamo per portarli al nostro sommo capo Giovanni!” – dice Jessie
“Giusto! Sarà felice di trovarsi circondato da nuovi esemplari giusto in tempo per Natale, un regalo perfetto!” – ribatte James
“Miao, ci aspetterà sicuramente una lauta ricompensa! Magari un sacco di cibo da mangiare anche se delle divise invernali farebbero comodo, qui fuori si muore di freddo! O magari potrebbe farmi accomodare al calduccio sulle sue gambe al posto di quell’odiosissimo Persian!”
“Meowth smettila di lamentarti e impegnati a progettare qualcosa che ci permetta di trasportare quanti più Pokémon possibili! Finalmente Giovanni si renderà conto che siamo i membri migliori del Team Rocket e che su di noi si puó contare! “
“Woooooooooobbuffeeeeeeet!” – esclama il Pokémon sbucando dalla Poké Ball di Jessie
Altro che canto di Natale, il gruppo continua a sbraitare per strada mentre si allontana nella notte, pensando a nuovi assurdi piani (sicuramente fallimentari) con cui far felice il loro superiore che li guarda chiedendosi come mai quei pazzi un po’ troppo entusiasti siano ancora al suo servizio.
“Quei tre non smettono mai di stupirmi, sono così testardi da pensare che mi importi veramente di uno stupido Pikachu. Però devo ammettere che la loro devozione è ammirevole, probabilmente sono i miei migliori sottoposti.”
Nemmeno il tempo di pensare alle sue reclute che Gengar appare alle sue spalle con la sua solita risata indisponente. E genera un vortice di oscurità che trasporta Giovanni in un altro vicolo dove una figura minuta riflette ad alta voce mentre il vento freddo accarezza le sue guance.
Un ragazzino, nient’altro che un ragazzino accovacciato sul marciapiede, i rossi capelli fanno da contrasto al bianco della neve e al buio della notte. La sua mano si allunga ad accarezzare uno Sneasel che sembra molto apprezzare le attenzioni del suo Allenatore.
“Non preoccuparti Sneasel, fidati di me e ti prometto che riusciremo a uscire da questa brutta situazione. Siamo stati abbandonati da tutti e possiamo contare unicamente sulle nostre forze per andare avanti.”
I suoi occhi sono braci che illuminano la notte, il freddo non puó intaccare l’animo di questo ragazzo che è determinato e pronto a tutto.
“La nostra missione ora è andare al laboratorio che si trova a Borgo Foglianova, da quanto ne so li ci sono dei Pokémon rari che sicuramente ci serviranno per diventare i più forti di tutti! Solo ai più forti è consentito primeggiare, non ho bisogno di creare altri legami per diventare migliore, solo tu sei il mio unico amico mentre gli altri saranno semplicemente delle pedine da sfruttate per raggiungere il mio scopo”
Giovanni fissa quel ragazzino e un brivido gelido gli attraversa la schiena. Sa chi è e il vederlo smuove qualcosa in lui, emozioni che aveva sepolto nel profondo del suo animo e, mentre allunga la mano per afferrarlo un nome esce dalla sua bocca con flebile voce:
“Argento…”
Ma il destino ha altri piani in serbo per Giovanni. Infatti una nube nera lo circonda e tutto si fa buio facendo perdere di vista al boss quel ragazzino che credeva disperso da chissà quanto tempo, e che adesso non sa nemmeno più dove si trovi.
“No!No! Spirito non farmi questo! Torna qui immediatamente! – urla Giovanni nel vuoto- Quello era Argento, mio figlio! Avevo perso le speranze di ritrovarlo, dimmi dove si trova! Hai sentito Spirito?! Porta qui il tuo stupido sorriso e… e… e…. e tu chi sei?…”
Il mondo va in frantumi come se fosse fatto di vetro e schegge giganti circondano Giovanni fermandosi a mezz’aria, al centro di tutto una figura ammantata da un saio che ne nasconde le fattezze fissa il nostro protagonista con sguardo di ghiaccio.
“Sei forse il Fantasma dei Natali Futuri?” – chiede Giovanni per la prima volta mostrandosi impaurito
La figura incappucciata non risponde, si limita ad annuire sempre rimanendo sospesa a mezz’aria.
“Ti prego dimmelo, dimmi dove si trova mio figlio! Dimmi cosa mi aspetta nel futuro!”
L’essere fa pochi semplici gesti con la sua strana mano munita di solo tre dita, semplici movimenti a mezz’aria che avvicinano delle lastre di vetro a Giovanni che però non vede il suo riflesso all’interno ma altre figure, alcune delle quali ancora sconosciute.
Vede un ragazzo ma non ne distingue il volto, nota solo il suo cappello rosso e capisce che deve trattarsi di un giovanissimo allenatore ma non comprende il perché debba essere una minaccia per lui. In un’altra scheggia trova posto uno strano figuro dai lunghi capelli ma il cui volto è coperto da una maschera con un ghigno malvagio.
Ma è l’ultima lastra a colpirlo maggiormente, perché nel riflesso vede se stesso. Ma qualcosa non torna, la figura ha una strana luce negli occhi e la sua espressione è enigmatica, inoltre pur vestendosi come lui la R sulla sua giacca anziché essere rossa è color arcobaleno.
“Chi sono queste persone e perché dovrebbero essere legate al mio destino? E perché la loro vista mi inquieta così tanto, come se un senso di sconfitta e sconforto si insidiasse nel mio cuore”
“Loro sono punti cardini del tuo futuro“ – risuona una voce familiare nella sua testa- “Saranno portatori di oscurità e disfatta nella tua vita e in quella delle persone a te care. Ti troverai in situazioni in cui dovrai accettare la sconfitta e il tuo orgoglio verrà spazzato via e sostituito dalla disperazione“
“Non lo accetto! Questo non puó essere il mio destino! Sono fatti che devono ancora avvenire quindi sono ancora in tempo per evitare questa ondata di disperazione e sconfitta. Ci sarà sicuramente qualcosa che posso escogitare per non soccombere ai fili che il fato tesserà per me!”
“È questo che pensi dunque? Vuoi redimerti? Bene sappi che hai ancora tempo davanti a te, tempo che potrai impiegare per essere una persona migliore. Questo è solo uno dei futuri possibili per te, ora va e svegliati nell’attesa del nostro prossimo e primo vero incontro“
Buio. Di nuovo. Come molte altre volte durante questa nottata. Ma è veramente trascorsa solo una notte? Sembra un’eternità da quando Giovanni ha aperto quel pacchetto regalatogli da Delibird e adesso il boss del Team Rocket si risveglia seduto per terra con in mano la scatola misteriosa.
Al suo interno un biglietto, nient’altro, un singolo pezzo di carta. Giovanni lo prende, lo legge e prorompe in una fragorosa rista che echeggia nella notte.
“Ahahahah! Un messaggio inatteso non c’è che dire! Grazie Spiriti del Natale farò tesoro dei vostri insegnamenti ma… io sono Giovanni, capo del Team Rocket, il più duro dei duri e le minacce future non mi spaventano. I ricordi e i sentimenti sono racchiusi qui dentro di me ma per ora continuerò a metterli da parte e proseguire coi miei intenti”
Giovanni si allontana ma uno strano sorriso appare sul suo volto, un volto che anche se cerca di nasconderlo è più rilassato di prima. È cambiato veramente? Chissà, sicuramente questa esperienza gli ha insegnato qualcosa ma lui rimarrà per noi il grande capo del Team Rocket, spietato e ambizioso ma con qualcosa in più. Qualcosa che lo rende il più umano di tutti e non possiamo fare altro che seguirlo in attesa di scoprire quali altre imprese lo attendono.
È tardi ormai, l’ultimo canto di Natale che ci accompagna nelle strade di Kanto ci ricorda che dobbiamo tornare tutti a casa, mettere i regali sotto l’albero e prepararci per la festa che ci aspetta, assieme ai nostri Pokémon e ai nostri più cari amici e familiari.
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