Luca Fassoni
Buio. Una sensazione spiacevole, in bilico tra costrizione e malessere, pian piano si impadronisce di tutto il corpo. Le braccia e le gambe si fanno pesanti, la testa inizia a pulsare. Il mondo sembra rallentare, come se avesse scalato una marcia. Ora è possibile muoversi solo con estrema fatica. La bocca è impastata, la gola secca e arida, prosciugata. La sete è l’unico stimolo percepibile. Poco lontano, in penombra, ecco il miraggio di una piccola sorgente. Si sente il suono dell’acqua che scorre dolce e rigogliosa, cristallina.
Anche se la fonte pare vicina, gli sforzi per raggiungerla sono titanici. Un passo richiede una forza immensa, due rappresentano una maratona. La sete si fa ancora più pressante, l’acqua è sempre più lontana. L’impresa pare impossibile. In lontananza, poi, si intravede uno strano vento giallo. Una tempesta di sabbia. I minuscoli granelli di polvere finissima entrano nelle narici, negli occhi. Tutto il mondo è diventato giallo. Non si vede più nulla. Ma se si fa un passo dopo l’altro, se la direzione verso la sorgente è quella giusta…
Togetic si sveglia di soprassalto, madido di sudore. La sensazione dell’incubo è ancora presente: se la sente addosso come una ruvida coperta infeltrita. Ayers – questo il nome del Pokémon Felicità – non ha mai fatto un sogno così vero. La piccola creatura è ancora frastornata quando si riaddormenta, parecchio tempo dopo. Al suo risveglio, la città è in preda al caos. La città, o meglio: il villaggio. in quest’epoca gli esseri umani non sono ancora arrivati a Sinnoh e Canalipoli è solamente un luogo incantevole affacciato sul mare.
I Pokémon vivono in armonia tra loro e in simbiosi con la natura. Questa mattina, però, c’è una strana atmosfera nell’aria. Il cielo è velato da alcune nuvole chiare, grandi e vaporose come enormi batuffoli di cotone. A terra, invece, si respira un’aria pesante. Nel raccolto spiazzo centrale, Ayers scopre che non è il solo ad aver avuto un incubo la scorsa notte. Tutte le creature del villaggio sono state colpite da sogni spaventosi, nitidi e incredibilmente realistici. Ma non solo.
Azumarill è disperata: il suo piccolo Azurill, nato da poco, è ancora preda di un inquietante incubo senza fine. Finora nessuno è riuscito a svegliarlo. Gli altri Pokémon, desti e impauriti, si portano ancora addosso gli strascichi di una notte orribile. Nessuno sa cosa fare: una situazione simile non si era mai vista. A un certo punto, nella titubanza generale, si fa avanti Mamoswine, il più saggio e rispettato del villaggio. Di fronte a una folla muta e impaurita, il Pokémon Duezanne svela le sue conoscenze e confessa tutti i suoi timori in un accorato discorso:
Molto tempo fa si era verificato un episodio simile, in un villaggio poco distante da qui. Tutte le creature vennero colpite da incubi spaventosi. Alcune, addirittura, non si svegliarono più. I Pokémon furono costretti a lasciare le loro case e trasferirsi altrove. Nel corso del tempo è nata una leggenda che, forse, contiene un briciolo di verità. Si narra che nel nord della regione, su un’isola lontana al largo dei boschi ricoperti di neve, riposi un amuleto in grado di scacciare gli spiriti maligni. Ma, finora, nessuno è mai riuscito a trovarlo.
Dopo aver ascoltato le parole di Mamoswine, il morale dei Pokémon è a terra. Azumarill piange disperata, mentre le altre creature le fanno coraggio. L’isola della leggenda era lontana, oltre le terre innevate. Se anche fosse esistita davvero, chi si sarebbe azzardato ad avventurarsi fin lassù? Un simile viaggio comporta rischi di ogni tipo. Percorrere tutta quella strada via mare – oppure via terra e via mare – richiederebbe troppo tempo. Bisogna volare. Purtroppo gli unici Pokémon di tipo Volante del villaggio sono Togetic – che si è evoluto da poco – e Mothim, che però è di indole cauta e timorosa.
Dai villaggi vicini è quasi impossibile sperare in un aiuto: in questi casi la paura di rimanere vittime della stessa maledizione è più forte dello spirito di solidarietà. Così, in un impeto di coraggio, Togetic si fa avanti. Il suo slancio viene accolto con gioia, velata però da un certo scetticismo: in pochi sono davvero convinti delle sue abilità. Molti Pokémon, a malincuore, stanno già accarezzando l’idea di lasciare i loro amati rifugi, dove sono nati e cresciuti, pur di scampare agli incubi. Ayers ha paura, ma in qualche modo percepisce il fatto che ora tocca a lui. Sente che ce la può fare.
Mamoswine gli spiega nel dettaglio il percorso che deve seguire per arrivare nei pressi dell’isola, inoltre lo avverte sui possibili pericoli e sulle creature che potrebbe incontrare. Se non dovesse tornare entro una settimana, e se gli incubi continueranno, il villaggio verrà abbandonato. Fino a poche settimane prima era ancora un Togepi, uno dei cuccioli del villaggio, ma adesso il destino di tutti dipende da lui. Togetic adesso ha meno paura, solo voglia di partire. Dopo aver salutato Buizel, Kirlia e Grotle, i compagni di mille giochi, adesso è tempo di volare.
Prima di spiccare il volo, Azumarill gli rivolge un’accorata supplica per il suo amato figlioletto. Ayers non sa cosa dire: non può certo assicurare un successo che appare quantomeno improbabile. Invece è il Pokémon Acquaniglio che gli dà un piccolo oggetto di forma irregolare, avvolto in un panno bianco. Ti porterà fortuna, gli dice. Togetic lo mette nel piccolo zaino a tracolla, assieme alle provviste di cibo, e parte. Volare gli è sempre piaciuto. Quando si è evoluto ha scoperto il piacere di vedere il mondo da una prospettiva nuova, più ampia. La libertà di muoversi nell’aria è unica e impareggiabile. Ma, purtroppo, questo non è esattamente un volo di piacere.
I primi due giorni di spedizione procedono regolari. La direzione (verso nord) è quella corretta, le indicazioni fornite da Mamoswine sul territorio che incontrerà si sono rivelate esatte. Dell’isola di cui parla la leggenda, però, non c’è traccia. Sul finire del secondo giorno di volo, procedendo verso nord, Togetic si fa prendere dallo sconforto. E se non ce la faccio? Se deluderò tutti quanti? Quando decide di accamparsi, preparandosi per la notte, il sole ha già iniziato a calare e la luce rosso-aranciata del tramonto regala un’aura magica a ogni cosa. Appena atterrato, Ayers viene colpito alle spalle.
Un Drapion. Strano, Mamoswine non gli aveva parlato di queste creature. Credeva vivessero in un’altra zona, nelle terre paludose oltre le grandi montagne. Eppure il Pokémon Scorpiaccio è lì, minaccioso e inviperito. Scusarsi non servirebbe a nulla. Occorre lottare. Togetic cerca di evitare uno scontro frontale e si libra in aria, solo per essere immediatamente abbattuto da un violento Velenoshock. Drapion è più forte ed è nettamente più esperto. Si mette male. Per combattere agilmente Ayers si libera dallo zaino, ma nella foga gli cade e si apre malamente: tutto il contenuto si rovescia a terra.
Anche il portafortuna regalatogli da Azumarill è uscito allo scoperto, senza più il panno che lo proteggeva. Togetic fa appena in tempo a vedere quella strana pietra brillante, screziata e levigata, che sente il sangue rimestarsi in tutto il suo corpo. Non è possibile. Conosce molto bene quella sensazione, ma non credeva che l’avrebbe provata di nuovo così presto. Vede solo un lampo giallo e azzurrino, poi tutto si fa bianco. Accecante. Percepisce le cellule che si aprono e si ricombinano per formare una nuova creatura. L’evoluzione è uno spettacolo meraviglioso dall’esterno, scombussolante se vissuto sulla propria pelle.
Togetic è diventato Togekiss. Ayers sente una forza nuova scorrergli dentro, fluida e dirompente. Drapion rimane interdetto, sbigottito da quel cambiamento repentino. Il Pokémon Scorpiaccio rimane fermo in difesa della sua tana, allora Togekiss ne approfitta per volare via. Solo quando è ormai a distanza di sicurezza si accorge del pericolo in cui era incappato. Se Azumarill non gli avesse donato una Pietrabrillo – senza nemmeno sapere cosa fosse – se lui non si fosse evoluto, non avrebbe avuto alcuna speranza di cavarsela, così lontano da casa e contro un avversario nettamente più esperto.
Dopo aver tirato un enorme sospiro di sollievo, Ayers si accorge di aver lasciato lì lo zaino con i viveri. Recuperarlo è fuori discussione. Il bosco vicino a lui non sembra prodigo di frutti, ma per la notte decide di accamparsi sotto a una grande quercia. All’alba del quarto giorno, Togekiss capisce che è ora: o trova l’isola – che secondo le indicazioni di Mamoswine dovrebbe essere nei paraggi – o è finita. Finalmente, costeggiando il percorso innevato nel nord della regione, Ayers intravede un’isola in lontananza.
Anche se sembrano a portata di mano ci vuole oltre un’ora per arrivarci sopra. Una volta arrivato, Togekiss scopre che le isole sono due, speculari tra loro. Quale sarà quella giusta? Non sapendo cosa fare, stanco del volo, Ayers ne sceglie una a caso e atterra lì. L’isola è piccola e rocciosa, con un laghetto a forma di mezzaluna al centro. Togekiss esplora vicino agli alberi e negli anfratti tra le rocce, ma non sa bene che forma abbia l’amuleto che sta cercando. Esausto per lo sforzo, si reca presso il laghetto per rinfrescarsi e riposarsi un po’. Ma l’immagine che vede riflessa nell’acqua è agghiacciante.
Un Pokémon oscuro, nero e minaccioso come le tenebre, si staglia alle sue spalle. Ayers ripensa al viaggio, al fatto che fino a poche ore prima era ancora un Togetic, alle aspettative degli altri Pokémon. L’aura emanata da quella creatura è potentissima, sovrannaturale. Niente a che vedere con Drapion. Qui Togekiss capisce subito che, in uno scontro diretto, non avrebbe la benché minima possibilità di scampare. Poi, d’improvviso, il Pokémon Felicità avverte la stessa sensazione di pesantezza che aveva provato in sogno, la stessa sete inspiegabile.
La dolce acqua del laghetto è proprio davanti a lui, ma non può muovere un muscolo. Ayers capisce: è in trappola. Il suo destino è finire i suoi giorni laggiù, in un’isola sperduta in mezzo al mare? Il Pokémon oscuro, sempre alle sue spalle, finalmente gli rivolge la parola:
Piccolo Ayers, hai fatto male ad avventurarti fin quassù. Non ti servirà a niente. Io sono Darkrai. Quello che stai cercando non è qui. Ti è andata male. Il vostro piccolo Azurill si è permesso di disturbare la mia dimora, si è intrufolato nella grotta vicino alla scogliera dove mi piace riposare. La mia tana è stata stata profanata da un pusillanime: dovete lasciare il villaggio. Non mi servono le vostre scuse. Quella è casa mia.
Togekiss avrebbe voluto replicare con tutte le sue forze ma, travolto dallo spavento e dalla stanchezza, non osava aprir bocca. Quando ormai pensava che fosse tutto finito, vede nell’acqua del laghetto il riflesso di un’altra creatura, dai colori crema e celeste e con magnifiche ali magenta. Darkrai è perplesso, quasi arrabbiato. Anzi, è decisamente infuriato. Le sue parole tradiscono la collera:
Cresselia! Non devi intrometterti in faccende che non ti riguardano! Se non mi lasci in pace, sarò costretto a sbarazzarmi anche di te.
Ma Cresselia finge di non aver sentito e, serena, si rivolge verso Darkrai. Ha qualcosa tra le zampe: uno strano oggetto a forma di falce lunare. Alla vista dello strumento, il Pokémon oscuro indietreggia, impaurito. La situazione si è ribaltata, ma Ayers non riesce a capire il motivo.
Lascialo andare, Darkrai. Sono sicura che non disturberanno più la tua dimora. Non costringermi a usare l’Alalunare. Questo strumento può curare i tuoi incubi, ma sai bene che, se viene usato su di te, può neutralizzarti. Te lo ripeto un’ultima volta: lascialo andare.
A quel punto Darkrai, controvoglia, indietreggia e si ritira verso la grotta più vicina. Cresselia intanto si avvicina ancora di più a Togekiss, che adesso ce l’ha di fronte. Il Pokémon Falcato si apre in un sorriso e gli dà un ultimo suggerimento:
Adesso vai e torna al tuo villaggio. Porta con te l’Alalunare: curerà chi è ancora vittima degli incubi di Darkrai. E mi raccomando: non avvicinatevi più al suo rifugio, ma questo non è il caso che te lo ripeta.
Detto questo anche Cresselia si libra nell’aria e torna da dov’è venuta. Ayers rimane un attimo interdetto poi, tenendosi stretto l’Alalunare, spicca il volo verso la terraferma, prima che Darkrai cambi idea. Un viaggio folle, un’evoluzione inaspettata e un epilogo ancora più incredibile. Sicuramente i Pokémon del villaggio faranno fatica a credere a tutto ciò che gli è capitato. Molti stenteranno persino a riconoscerlo, adesso che si è evoluto.
Partito Togetic, tornerà Togekiss. Con l’Alalunare. La missione è compiuta: il villaggio non verrà sradicato. Anche gli incubi di Azurill se ne andranno. I colori del cielo, intanto, virano repentinamente verso l’arancione, ad abbracciare un nuovo incantevole tramonto sul mare. Ci vorranno altri due giorni di viaggio, con poche pause, per tornare a casa. Sarà faticoso, ma ora non importa. Mentre il sole scende nel mare Ayers pensa che sì, in fondo è stato molto fortunato. Più volte si è trovato sul punto di mollare, ma è andata bene. Adesso, pensa con sollievo, lo attende la parte più dolce di questo incredibile viaggio: tornare a casa.
Se vi interessa, potete leggere anche la PokéStoria di Pasqua di due anni fa, che presenta alcuni rimandi con questo racconto: Togekiss e la nascita di Mewtwo
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