Strani incontri nel cuore della foresta
Era una luminosa e tiepida giornata di primavera nella regione di Hoenn. Il sole già alto riscaldava con i suoi iridescenti raggi le fronde della vegetazione e gli scarlatti tetti degli edifici, mentre un odoroso polline diffondeva nell’aere il fragrante profumo di variopinti fiori. Non poteva esserci occasione migliore di questa per un giovane e determinato Pigliamosche di Brunifoglia per esplorare la flora presente nei dintorni alla ricerca della sua grande passione, vale a dire i Coleotteri!
Preso il fido retino e preparata una borsa colma di esche, il fanciullo si incamminò come faceva di solito verso il silvestre Percorso 114, senonché rispetto alle escursioni precedenti qualcosa di assolutamente inaspettato interruppe il suo cammino: un misterioso figuro, avvolto in un voluminoso mantello di fogliame smeraldo, lo attendeva all’ingresso del sentiero sbarrandone di fatto l’entrata.
L’individuo in questione era vestito alla maniera di un monaco e aveva un che di altero e quasi sacro, tanto da non sembrare neanche umano: la sua fisionomia era indecifrabile e l’unico elemento distinguibile era una prominente sporgenza all’altezza del viso.
Scorto il ragazzo, questi si diresse verso di lui e, portagli in dono una ghianda dorata, lo ammonì telepaticamente con questo avvertimento:
La foresta sa essere una madre benigna e generosa nei riguardi di chi ha intenzione di esplorarla, ma al tempo stesso può rivelarsi una matrigna avida e assai crudele. Porta con te questo portafortuna, non smarrirlo e non attardarti in tale luogo. Strane e spiacevoli cose ti potrebbero accadere altrimenti.
Il Pigliamosche raccolse con garbo la ghianda e nel farlo si accorse dello sguardo severo con cui lo scrutava il suo interlocutore. Egli non fece in tempo a contemplare quell’omaggio che subito il suo autore scomparve dal suo campo visivo: messo in tasca lo strano regalo e superato un iniziale momento di sconcerto, il fanciullo riprese a seguitare i suoi progetti.
La giornata si era svolta in modo proficuo, dal momento che il giovane osservò e catturò esemplari rari che mancavano ai suoi studi entomologici, pur avendo la costante sensazione di non essere mai solo. Giunse l’imbrunire e, proprio mentre l’esploratore era sul punto di rincasare, la sua vita fu stravolta per sempre.
Un raro esemplare di Beautifly gli volò veloce vicino e questi, senza pensarci un attimo, si gettò al suo inseguimento. Il ragazzo era talmente concentrato nel tentativo di agguantare la creatura che non si accorse del cammino che aveva imboccato, finendo rovinosamente per inciampare su una radice superficiale.
La ghianda gli cadde dalla tasca e fu l’inizio della fine: la foresta prese come vita e gli alberi iniziarono a girare tutto intorno al Pigliamosche, mentre impetuose folate di vento cominciarono a sferzare la sua persona. Vortici sempre più insistenti e violenti lo avvolgevano, ricoprendolo e soffocandolo con foglie e sterpaglie, e lì dove era la ghianda comparve quella che era una figura conosciuta e che lo osservava con occhi torvi.
Era molto simile al monaco dal naso oltremodo pronunciato che il fanciullo aveva incontrato di buon mattino e aguzzando lo sguardo vide che era proprio lui a scatenare quel verde inferno con degli ampi ventagli. Lo strano individuo, mentre era intento a distribuire la sua punizione, si rivolse al ragazzo:
Ti avevo ragguagliato circa il pericolo che correvi. La foresta è prodiga nel dispensare fortune, ma non bisogna approfittarsene e perdersi nella sua bontà. Adesso sarò io a farti comprendere cosa questo comporta.
Il Pigliamosche fu stretto in una morsa micidiale e le foglie cominciarono a rapprendersi in un composto solido grazie all’azione collosa della melma sollevata. Il giovane virgulto provò a chiedere aiuto, ma le sue urla erano strozzate dal vento, i suoi arti si facevano sempre più deboli e una sola sensazione pervadeva il suo corpo: di lui si era impadronito… il buio.
Shiftry, il mostriciattolo dal naso prominente
Shiftry è una creatura di tipo Erba/Buio introdotta in terza generazione: la specie di tale mostriciattolo tascabile è registrata alla voce numero #275 del Pokédex Nazionale sotto l’eloquente categoria classificatoria di Pokémon Burbero. Shiftry rappresenta lo stadio finale nella linea evolutiva di Seedot e si evolve da Nuzleaf quando questi si espone agli effetti di una Pietrafoglia.
La fisionomia del Pokémon Burbero è a dir poco peculiare: dall’aspetto antropomorfo, la caratteristica distintiva di questa creatura è una folta chioma bianca che ricopre copiosamente il suo volto per proseguire lungo tutta la schiena, diradandosi unicamente all’altezza delle orecchie e del lungo naso a punta e lasciando spazio a due sole aperture per due occhi gialli e accigliati.
Nel processo di trasformazione le estremità degli arti superiori di Nuzleaf hanno lasciato spazio ad ampi ventagli costituiti da foglie di Aralia japonica (八 つ 手, sempreverde largamente diffuso lungo tutto l’arcipelago nipponico), mentre gli arti inferiori che si attaccano quasi direttamente al viso della creatura terminano con dei vistosi geta (下駄, vale a dire i tradizionali sandali giapponesi) a un solo zoccolo.
L’habitat naturale degli Shiftry è costituito dalle foreste. Solitamente gli esemplari di questa specie riposano su alberi plurisecolari che svettano nel fitto delle zone silvane e hanno generalmente un’indole tranquilla e pacifica. Svolgono la mansione di guardiani delle aree che popolano, vegliando e proteggendo i verdi luoghi e le creature che li abitano: di fatto, gli incontri con il Pokémon Burbero sono oltremodo rari allo stato selvatico.
Le descrizioni contenute nel Pokédex di Pokémon Rubino e nel successivo Pokémon Smeraldo sottolineano appunto questo aspetto, riportando le seguenti diciture:
Shiftry è un misterioso Pokémon che si dice viva in cima ad alberi torreggianti risalenti a più di mille anni fa. Crea violente tempeste di vento con i ventagli che tiene con gli arti superiori.
(voce Pokémon Rubino)
Si dice che arrivi trasportato dai gelidi venti invernali. Shiftry è da sempre un temuto guardiano delle foreste, dove vive lontano dal mondo e dagli uomini.
(voce Pokémon Smeraldo)
Shiftry, tuttavia, cela in sé anche un’anima pericolosa e violenta. Non mostra pietà per gli insolenti e gli irresponsabili che mettono a repentaglio la sicurezza della foresta punendoli con funeste raffiche di vento che possono raggiungere grandi velocità. Le descrizioni riportate nel Pokédex di Pokémon Diamante, Perla e Platino evidenziano tale caratteristica, recitando in questo modo:
Con le sue foglie provoca raffiche di vento della velocità di 30 m/s che spazzano via interi edifici.
Nel suo intento di salvaguardare le creature che risiedono nella sua selva, inoltre, il Pokémon Burbero non risparmia alcun mezzo, arrivando persino a rapire le persone con le quali stabilisce scambi comunicativi attraverso vie telepatiche che permettono di prevedere le loro mosse. Quest’ultimo aspetto viene riportato nel Pokédex di Pokémon X, che afferma che:
Shiftry era un Pokémon temuto in qualità di guardiano della foresta. Può leggere la mente delle persone e anticiparne le mosse.
Tutte queste qualità sono state condensate superbamente nella prima apparizione nella serie animata della creatura di tipo Erba/Buio: Shiftry compare inizialmente nel trentasettesimo episodio della sesta stagione della saga (vale a dire Pokémon Advanced), episodio intitolato emblematicamente “Un caso di emergenza”.
In tale capitolo Shiftry irrompe improvvisamente in un Centro Pokémon di montagna, prendendo bruscamente come ostaggio l’infermiera Joy. Tale azione alquanto violenta, tuttavia, nasconde in realtà buone intenzioni: il Pokémon Burbero, in effetti, aveva condotto la premurosa umana nella sua dimora al fine di assistere un povero Nuzleaf in precarie condizioni di salute. Proprio questo episodio coglie appieno l’ambivalente spirito di Shiftry, capace sì di impietosi atti dettati dalla furia, ma anche di gesta della più genuina e pura generosità.
Alla ricerca delle radici di Shiftry: i tengu
La linea evolutiva del Pokémon Burbero è intrisa del folklore nipponico: tanto Shiftry quanto lo stadio intermedio della sua linea evolutiva Nuzleaf sono ispirati ai tengu, figure mitologiche della tradizione giapponese. In effetti, Nuzleaf e Shiftry sono conosciuti nel Sol Levante rispettivamente con i nomi di Konohana (コノハナ, il konohatengu è una tipologia di tengu) e Dirteng (ダーテング, fusione di dirty e tengu).
I tengu sono esseri soprannaturali catalogati a volte come yōkai (妖怪, i terrificanti mostri giapponesi) e altre volte ancora come veri e propri kami (神, le divinità nella religione shintoista). Tale figura venne derivata dalle credenze cinesi e introdotta da alcuni buddhisti tra il VI e VII secolo, finendo per assumere delle caratteristiche originali.
La parola tengu viene citata per la prima volta in Giappone nel ventitreesimo capitolo del Nihon Shoki (libro della storia classica nipponica scritto nel 720), dove si fa riferimento a una stella cadente dalla quale sarebbe poi derivata la specie dei tengu.
I tengu, in effetti, si presentano agli uomini sotto varie forme: nelle loro primissime rappresentazioni assumevano sembianze simili a quelle di un’aquila o di un qualsiasi altro rapace, con alcune caratteristiche umane ma con l’intera testa da uccello con tanto di becco. Con il passare del tempo, però, tale raffigurazione andò cambiando.
A partire dal XIV secolo tali entità presero a essere sempre più simili agli uomini, sostituendo il becco con il tradizionale e imponente naso mentre il loro volto si dipinse di una tinta rossastra: non a caso le versioni cromatiche di Nuzleaf e Shiftry presentano questa esatta colorazione.
Le suddette creature mitologiche sono organizzate in rigide società gerarchiche. Stanziate in fitte foreste di pini e crittomerie a ridosso delle aree montane, si distinguono in effetti due sottoclassi principali:
- i tengu dalle peculiarità aviarie quali karasu tengu (烏天), kotengu (小天狗) e konohatengu (木の葉天狗) ricoprono la funzione di servi e messaggeri proprio come Nuzleaf;
- i più potenti e dagli attributi più umani quali yamabushi tengu (山伏天狗), ōtengu (大天) e daitengu occupano invece posizioni più nobili ed elevate. Essi portano segni distintivi come bastoni bō o ventagli hauchiwa fatti con piume o foglie di Aralia japonica, utilizzati per scatenare fortissime raffiche di vento analogamente a quanto è solito fare Shiftry.
Peraltro il sovrano dei tengu del monte Kurama (cima a nord di Kyoto), ovvero il temibile Sōjōbō (僧正坊), viene raffigurato proprio come un anziano eremita dai capelli bianchi e dotato di una forza proverbiale pari a mille tengu normali.
Secondo quanto riporta la tradizione si dice che sia stato appunto lui a insegnare l’arte della spada a Minamoto no Yoshitsune, nobile samurai vissuto in un misto di storia e leggenda tra la fine del periodo Heian e l’inizio del periodo Kamakura (1159 – 1189).
In effetti, i tengu sono descritti come creature capricciose e mutevoli, capaci di munifici benefici quanto di tremendi sortilegi. Proteggono le zone che solitamente abitano e in alcuni casi si dedicano a istruire gli uomini con le loro arti magiche, anche se spesso si divertono a giocare brutti scherzi a ignari malcapitati.
Tali burle possono consistere nell’appiccare incendi a templi o parti della stessa foresta e arrivando addirittura a divorare gli esseri umani che capitano loro a tiro. Altre volte, invece, si travestono da eremiti itineranti, che ingraziatisi i favori di miseri sprovveduti li trattano malamente facendoli volare e ricadere al suolo o intrappolandoli in tremende illusioni.
Proprio come Shiftry, i tengu sono creature molto orgogliose, facili all’ira e intolleranti verso gli empii e gli arroganti: sanno fare uso della telepatia e sono stati ricollegati alla figura dello yamabushi (山伏, 山臥, vale a dire i monaci asceti ritiratisi in solitudine), assurgendo a simbolo di incontaminata purezza di spirito e diventando uno strumento di satira politica utilizzato nel teatro del periodo Kamakura contro un buddhismo sempre più corrotto e distorto dai suoi originali principi.
Come avviene per tutte le creature dell’universo Pokémon, dietro la creazione di Shiftry riposa una notevole tradizione di storie, aneddoti, credenze e mitologia e chissà se in futuro il Pokémon Burbero non ci riserverà altre sorprese: quale che sia il proseguo della sua storia nel mondo dei mostriciattoli tascabili, siate prudenti quando vi avventurate nei percorsi montani e attraverso le foreste… potreste non essere soli!
NdR: Chi vi scrive coglie l’occasione per ringraziare di vero cuore Adriana Sidella, in arte Kata-Kyu, che con il suo talento ha illustrato magistralmente e reso concreta l’iniziale novella.
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