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Il Pokédex: un’enciclopedia in formato tascabile

Il Pokédex è il nostro miglior aiutante e un fedele compagno di viaggio che sta sempre al fianco degli allenatori nelle loro avventure.

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Abbiamo già parlato delle Poké Ball come strumenti indispensabili del viaggio di ogni Allenatore che si rispetti ma affianco a loro si colloca un altro oggetto altrettanto importante e particolare: il Pokédex! Vera enciclopedia del mondo Pokémon negli anni ha cambiato estetica e funzioni, alcune delle quali mai inserite o svelate all’interno dei giochi: mettetevi comodi perché andremo a scoprire alcuni retroscena di questo strano accessorio.

Pokédex

Sin dalla prima generazioni il Pokédex ci accompagna nei nostri viaggi, sappiamo che è il primo modello (HANDY505) e che è una creazione del Professor Oak, inoltre ha la funzione di un assistente digitale personale, progettato per catalogare e fornire informazioni sulle varie specie di Pokémon.

Carta penna e tecnologia

Il Pokédex come lo conosciamo oggi è uno strumento altamente tecnologico, capace di immagazzinare centinaia di informazioni su un Pokémon semplicemente guardandolo, ma prima della tecnologia moderna come funzionava questo strano oggetto? E come è venuta in mente al Professor Oak l’idea di realizzarlo?

Pokédex

Un primitivo Pokédex potrebbe essere stato semplicemente un insieme di foto o disegni fatti sul momento dei Pokémon nel loro ambiente naturale, proprio come fa il giovane Sam nel film Pokémon 4ever dove lo vediamo armato di quaderno e matita mentre disegna le creature che incontra. Carta e penna potrebbero essere stati i primi strumenti utilizzati dagli Allenatori per annotare informazioni sui mostriciattoli incontrati durante i loro viaggi, su come catturarli e dove incontrarli in maniera precisa, in modo da creare una sorta di manuale per chiunque volesse avventurarsi nell’erba alta.

Probabilmente questo è un metodo che veniva utilizzato sin dall’alba dei tempi e magari potremo utilizzarlo nel nuovissimo Leggende Pokémon: Arceus che ricordiamo è ambientato in una sorta di Giappone feudale che quindi non potrebbe beneficiare dell’avanzata tecnologia dei giorni nostri.

Possiamo immaginare l’esistenza di un antico esploratore dei Pokémon che, modello Darwin, si sia messo a creare un’enciclopedia sulle specie Pokémon che popolavano il suo mondo e che poi è andato ampliandosi col progredire del tempo fino a diventare qualcosa di totalmente digitale.

Pokédex

Sempre più smart

Inizialmente il Pokédex in Pokémon Rosso e Blu poteva mostrare una breve descrizione del mostriciattolo, il suo verso e la zona dove trovarlo. Mano a mano che si andava avanti con le generazioni le funzioni aumentavano, rendendoci possibile vedere una catalogazione in base agli habitat della regione di appartenenza o scoprire le differenze tra i sessi o le stagioni in cui si avevano più possibilità di trovare un determinato Pokémon.

L’evoluzione più particolare la troviamo però in settima generazione, nella regione di Alola, dove il Professor Kukui ci consegnerà un Pokédex con all’interno un Rotom. Il piccolo Pokémon, in grado di possedere gli oggetti, si integrerà perfettamente nel dispositivo tanto da renderlo senziente e modificarne l’aspetto, rendendolo a tutti gli effetti un personaggio con cui parlare e che ci ricorderà (anche troppo spesso) quali sono i nostri obiettivi o ci darà dei suggerimenti sul nostro viaggio.

L’ultimo in ordine di tempo e apparizione è invece lo Smart Rotom che altro non è se non la fusione tra uno smartphone e un Pokédex, ovviamente il tutto condito dal solito Rotom che gli da vita e ne aumenta l’utilità e le funzioni in una terra, Galar in questo caso, che fa della condivisione dei contenuti e dell’apparire uno dei suoi cavalli di battaglia.

I Possessori di Pokédex

Abbiamo detto che il Pokédex è il fedele compagno dell’Allenatore perché all’interno dei giochi ci viene assegnato assieme al nostro mostriciattolo iniziale. Rimanendo in ambito videoludico si da per scontato che a chiunque venga concesso questo strabiliante dispositivo ma spostandoci un po’ più in la e sfogliando le pagine del manga Pokémon: La Grande Avventura scopriamo che non è così.

Come già ribadito più volte Pokémon: La Grande Avventura è il manga che più si avvicina alla percezione di mondo Pokémon che era nella mente di Satoshi Tajiri, mostrandoci delle trame molto più profonde e a tratti adulte rispetto al videogioco. Ed è proprio sulle sue pagine che facciamo la conoscenza di un gruppo di persone speciali, elette, che prendono il nome di Possessori di Pokédex.

I Possessori di Pokédex sono Allenatori molto dotati e che presentano abilità uniche che li favoriscono durante il loro viaggio. Non è detto che ricevano il Pokédex assieme al loro Pokémon iniziale, anzi a volte ne hanno già alcuni, ma di base sono persone in cui il Professore di turno vede qualcosa, una scintilla e una determinazione fuori dal comune.

Un esempio di consegna “particolare” del dispositivo è quello di Rosso che riceve il suo Pokédex dal Professor Oak dopo un incidente a causa del quale tutti i Pokémon nel suo Laboratorio vengono liberati, oppure abbiamo il furto da parte di Argento ai danni del Professor Elm, inoltre sono dotati di un riconoscimento automatico per i loro possessori che sono gli unici a poterli usare.

Pokédex

Insomma un Pokédex è per sempre! Inoltre assieme ai dati sulla specie del Pokémon che viene scannerizzato possono informare i Possessori anche sulle mosse utilizzabili in battaglia, sulle abilità del mostriciattolo e possono bloccare l’evoluzione emettendo una particolare onda a bassa frequenza. Non devono essere per forza rossi come quello che vediamo in mano ad Ash nella serie animata ma possono avere colorazioni differenti.

Un’altra funzione particolare è quella della risonanza. Se più Possessori di Pokédex si trovano nelle vicinanze i dispositivi inizieranno a emettere un suono distintivo a indicare la loro presenza e quindi la possibilità di trovarsi più facilmente anche in situazioni complicate. Un esempio particolare di questa opzione è l’uso che ne fanno Diamante, Perla e Platino visto che lo sfruttano come sveglia mattutina nel periodo in cui hanno vissuto insieme e che gli ricorda quanto profondo sia diventato il loro legame.

La possibilità di informare su qualsiasi aspetto della vita di un Pokémon e di come sfruttare al meglio le sue mosse hanno fatto gola anche al Team Rocket, tanto che rubarono i Pokédex originali di Rosso e Blu per poter creare una loro versione “oscura” per avvantaggiarsi nella ricerca dei mostriciattoli più forti e adatti ai loro loschi scopi.

In sintesi possiamo dire che il Pokédex è specchio dei tempi e dell’evoluzione del mondo che ci circonda, strumento che evolve con ogni nuova edizione dei giochi che viene rilasciata, basti pensare per esempio al grande salto generazionale che abbiamo avuto da Alola in poi con l’introduzione del Pokédex Rotom, perfetta unione di tecnologia umana e creatura vivente che si presta a diventare compagno dell’Allenatore.

Non solo oggetto inanimato ma compagno di avventure al pari dei nostri stessi mostriciattoli, dotato di funzioni che ci avvicinano e mettono in comunicazione con altri possessori e che attesta la nostra abilità nel mondo Pokémon tanto che solo i migliori riusciranno a completarlo e a ricevere l’attestato di miglior allenatore del mondo.

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