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Giappone feudale e Hisui, un legame indissolubile

Il Giappone feudale è un’epoca lunga e tumultuosa, che ha fortemente ispirato Hisui. Seguiteci in questo viaggio fra mondo Pokémon e storia

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Il Giappone feudale è un’epoca assai interessante che racchiude diversi secoli di storia giapponese. Proprio questo lungo periodo ha ispirato e dato il via alla creazione di Hisui, nuova regione Pokémon che racchiude chiari richiami a quel momento storico. In particolare evidenti risultano le somiglianze tra Hisui e Hokkaido che, dopo Sinnoh, ispira un’altro luogo dell’universo Pokémon. In questo lungo viaggio, che spazierà dalla poesia all’architettura fino ad arrivare ai costumi, proveremo, insieme ad Andrea, a farvi notare queste somiglianze, per far vedere Hisui sotto una nuova luce. La regione infatti è un vero e proprio libro di storia fra rimandi evidenti e possibili, tutti da scoprire.

Spoiler Alert: Questo articolo indaga a fondo alcuni aspetti del gioco, per questo può contenere spoiler maggiori e minori sulla trama e il mondo di gioco stesso.

Che cosa si intende per Giappone feudale?

Per prima cosa bisogna definire cosa si intende per Giappone feudale. Si tratta infatti di uno dei tanti aspetti che fanno parte del Periodo Edo, una fase che dura più di 200 anni dal 1600 al 1868. In questi due secoli, nel Paese del Sol Levante risplendono due soli, quello dello Shōgun (将軍) o capo militare e quello dell’Imperatore (天皇), simbolo della nazione giapponese e dell’unità del suo popolo. Se lo Shōgun era aiutato dai Daimyō (大名), signori feudali che controllavano economia e popolazione locale, d’altro canto, l’Imperatore perde lentamente il suo potere e la sua influenza fino a diventare una figura istituzionale.

In questa fase si è passati da una società prettamente agricola a un società quasi propensa all’industrializzazione, processo che è poi fiorito durante la Rivoluzione Meiji (明治維新)(1866-1869) che ha poi dato il nome all’omonima e famosa epoca, considerata dagli storici come il periodo illuminato del Giappone. Durante questi anni il Paese del Sol Levante ha iniziato ad affacciarsi sulla politica internazionale fino a diventare l’unica potenza mondiale non-occidentale.

La regione di Hisui e Leggende Pokémon: Arceus potrebbero essere ambientati nella fase di passaggio tra il Periodo Edo e il Periodo Meiji. Molti aspetti di società, architettura e perfino letteratura portano a stabilire delle somiglianze fra i due contesti, proviamo a vederli insieme.

Le Antiche Poesie: una letteratura in salsa Pokémon?

Le Antiche Poesie sono sicuramente un elemento importante della lore del gioco. Si tratta di testi letterari in versi, rintracciabili con Ursaluna, che riportano sopra versi monoautoriali. In questi componimenti viene narrata l’origine della regione di Hisui, in un topos che ritroviamo nelle Lastre ma anche in poesie “reali” antiche. Non è raro trovare opere in versi che spiegano l’origine del mondo, come la Teogonia (Θεογονία) di Esiodo o molti altri. Certamente quest’aggiunta è un tocco di classe in Leggende Pokémon: Arceus, che tesse un possibile legame con la storia giapponese.

Dal punto di vista metrico i componimenti rintracciabili nel gioco non presentano particolari regolarità come vedremo con Haiku (俳句) e Tanka (短歌) nipponici. Le poesie sono a verso libero, con schema di rime libero senza quindi particolari unicità. Certamente si possono notare delle comunanze come il frequente ricorso alla virgola per la creazione di emistichi (due “mini versi” all’interno di un verso), ma è soprattutto nelle tematiche che si riscontrano le somiglianze con le Antiche Poesie e anche con le opere giapponesi dell’epoca che analizziamo.

Haiku e Tanka: una definizione

Per chi non masticasse la letteratura nipponica, Haiku e Tanka sono i componimenti poetici tradizionali. I Tanka, o Waka, sono nati nel corso del V secolo e sono formati da 5 versi e 31 sillabe divise seguendo lo schema 5-7-5-7-7. Dai Tanka si sono poi formati nel XVII secolo i più famosi Haiku. Gli Haiku sono infatti formati da 3 soli versi che seguono la suddivisione 5-7-5. Questi componimenti sono molto importanti all’interno della cultura nipponica tanto che, molti giapponesi, letterati e non, ne compongono ancora oggi.

Giappone Feudale

Alcuni degli elementi essenziali della poetica giapponese sono la natura e le quattro stagioni. Ogni scrittore infatti trasmette il proprio messaggio attraverso delle metafore o delle similitudini legate alla natura. Le stagioni e la natura sono quindi utilizzate per regalare emozioni diverse: la primavera indica la rinascita e per estensione la felicità mentre l’inverno indica la fine e quindi la malinconia. Queste tematiche si ritrovano spesso anche nelle Antiche Poesie di Hisui, facendo quindi supporre un riferimento tra queste due espressioni letterarie.

春の海 ひねもすのたり のたりかな
ha-ru-no-u-mi (5) hi-ne-mo-su-no-ta-ri (7) no-ta-ri-ka-na (5)
In primavera, il mare ondeggia dolcemente, tutto il giorno

与謝蕪村 – Yosa Buson

L’architettura di Hisui: finzione oppure richiamo al Giappone feudale?

L’architettura nel mondo di Hisui è particolarmente interessante ed evocativa. Il Villaggio Giubilo ha una struttura che ricorda da vicino i villaggi giapponesi e orientali tradizionali. Ad esempio il sistema di fortificazione che prevede delle porte d’entrata al villaggio è assolutamente tipico, così come la morfologia degli edifici stessa. Anche la pianta dell’insediamento è profondamente legata alle idee medievali e successive, con il centro abitato costruito attorno al corso d’acqua. L’unico edificio che spicca è quello della Sede del Team Galassia, estremamente moderno per il contesto in cui si trova.

Giappone Feudale

Anche gli interni delle case degli abitanti sono assolutamente tipici e riconducibili alla tradizione giapponese. Notiamo per esempio il piccolo spazio all’entrata detto genkan (玄関), piuttosto che la presenza del tatami (畳) al suolo che misura anche l’ampiezza della stanza. Nondimeno notiamo che il mobilio è tradizionale, così come la presenza dell’irori (囲炉裏), focolare interrato usato per cucinare e riscaldarsi e del nabe (鍋), tipica pentola giapponese usata per la preparazione di zuppe e pasti caldi, al centro della stanza. Come possiamo vedere anche dall’immagine, l’interno è particolarmente fedele, ma anche gli esterni sono chiaramente ispirati al Giappone feudale.

Gli Ainu a Hisui?

Per quanto riguarda invece il Campo Diamante e il Campo Perla, le ispirazioni potrebbero essere gli insediamenti Ainu presenti nell’Hokkaido durante il Periodo Edo. Gli Ainu sono un popolo indigeno dell’isola più settentrionale del Giappone e delle Isole Curili e dell’isola di Sachalin russe. La sopravvivenza di questo popolo insieme alla sua cultura e alla sua lingua è stato negli ultimi secoli sempre più a rischio al punto da costringere il governo giapponese a promulgare una legge per la loro protezione.

Giappone Feudale

Le infrastrutture presenti nei due campi infatti hanno delle forme che ricordano molto quelle delle tipiche Kotan (コタン) dei villaggi Ainu. I materiali sono ovviamente diversi, a Hisui sembra che il tessuto venga preferito alle strutture naturali con tronchi, rami e foglie che veniva invece impiegata nelle costruzioni degli accampamenti Ainu. Una grossa similitudine tra i villaggi Ainu e quelli del Campo Diamante e del Campo Perla riguarda la posizione degli insediamenti. In tutti e tre i casi infatti, gli umani vivono vicino a dei corsi d’acqua e a stretto contatto con la natura, gli Ainu infatti hanno un grosso amore e rispetto per tutte le creazioni di Madre Natura così come il Team Perla e il Team Diamante hanno un enorme rispetto per i Pokémon di Hisui.

Costumi e tessuti: Hisui e il Giappone

Anche a livello di costumi, tessuti e figure la regione di Hisui è legata al Giappone feudale. Infatti sia alcuni Pokémon sia gli abiti di molti personaggi ricordano sagome e capi reali. Partendo dai Pokémon è impossibile non notare come alcuni di essi siano delle sagome di armature nipponiche. Ad esempio, l’aspetto di Kleavor e Braviary di Hisui ricorda le armature tradizionali giapponesi. Kleavor sembra infatti indossare un elmo da combattimento fatto in roccia che potrebbe benissimo appartenere a un nobile samurai del periodo Edo. Lo stesso si può dire anche per Braviary, secondo molti fan giapponesi infatti le sue sopracciglia ricordano le decorazioni presenti sugli elmi dei guerrieri dell’epoca.

Passando agli esseri umani, se in molti vestiti degli abitanti del Villaggio Giubilo possiamo riconoscere delle fattezze antiche, indubbiamente è il kimono (着物) di Soruan a meritare attenzione. I disegni di questo capo infatti ricordano i grandi e ampi kimono tradizionali, con motivi naturali dai colori bizantineggianti. Non sfuggirà ai più esperti che la decorazione è nello stile ukyio-e (浮世絵), che ha prodotto xilografie come la celeberrima Grande Onda di Kanagawa di Hokusai. Se in quest’aspetto il gioco è molto accurato non si può dire lo stesso della proposizione di un Completo da Ninja, assai incoerente storicamente, che è possibile ottenere alla sartoria in diversi colori improbabili.

I Ninja: dei guerrieri silenziosi e letali

Tale incoerenza si riscontra nella figura di Ranpei, il cuoco del villaggio. Quest’uomo cozza con l’immagine di questi misteriosi guerrieri, già presenti nel Giappone feudale, specializzati nello spionaggio, nel sabotaggio e nell’infiltrazione. Ovviamente con missioni così delicate, dovevano mimetizzarsi con la popolazione, perciò non aveva senso vestirsi con dei completi riconoscibili come quelli dei ninja (忍者) conosciuti in Occidente. Tra i ninja esistevano le kunoichi (クノ一) ovvero dei ninja di sesso femminile. Le kunoichi erano estremamente efficaci visto che alle tattiche ninpō (忍法) aggiungevano le tecniche di seduzione. Questa mistificazione sull’aspetto e le abilità dei ninja (o shinobi 忍び) è dovuta al periodo Meiji dove questi personaggi assunsero un ruolo importante nel folklore nipponico.

Questo viaggio è giunto ormai al termine. Speriamo che questa digressione fra mondo Pokémon e storia sia riuscita a catturare l’attenzione e a dimostrare, una volta in più, come i giochi dei mostriciattoli tascabili non siano solo “cose da bambini” ma vere e proprie opere d’arte con una loro profondità narrativa.

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