Luca Sirico
Mancavano pochi giorni oramai all’inizio del Grande Evento Sportivo del Bosco, e i Pokémon che abitavano tra gli alberi e i cespugli avevano iniziato i preparativi per la più grande manifestazione sportiva dell’anno, che avrebbe decretato il vincitore del titolo di Miglior Pokémon Atleta del Bosco. Mentre era in fase di costruzione la zona dove si sarebbe svolta la cerimonia di apertura dell’evento, coloro che avrebbero concorso per la vittoria avevano deciso di allenarsi a porte aperte, concedendo al pubblico uno spettacolo inusuale e del tutto inedito.
Scorbunny mostrava la sua grandiosa abilità con la palla. Bastava un giro del mondo per far letteralmente impazzire il pubblico, e la sua coordinazione quando si trovava a calciare in porta con un’acrobazia era sensazionale. I suoi ammiratori lo idolatravano nonostante la sua spocchia e la continua ricerca di attenzioni.
Non molto lontano, c’era un Pokémon che nell’aria sembrava una piuma. I suoi salti mortali erano leggiadri e battevano ogni record di spettacolarità ed altezza. Bastava un piccolo slancio e la si perdeva di vista, e dopo aver effettuato le meravigliose capriole a mezz’aria per superare l’asta, atterrava a piedi uniti e in posizione elegante senza far muovere un sassolino dal terreno. Già con qualche vittoria precedente, la dolce e determinata Buneary si voleva riconfermare Campionessa del Bosco.
Infine, fatica e mentalità erano il motto del coniglio più coraggioso e forte del Bosco. La rapidità di Bunnelby nel colpire il sacco d’allenamento con le sue possenti orecchie era sbalorditiva, e riusciva non solo a tenere costante il ritmo, ma anche a dare una potenza inaudita ai suoi violentissimi pugni. Il suo sguardo da duro e il suo silenzio agonistico, non rendevano in alcun modo i suoi seguaci restii nell’approcciarsi a lui in modo carino.
Tra il pubblico in delirio, durante gli allenamenti degli atleti, scorgeva il corno di un piccolo coniglietto insicuro e solo: si trattava di Nidoran. Da sempre ammiratore delle gare sportive, non si era perso nemmeno un Grande Evento Sportivo del Bosco sin dal giorno in cui venne al mondo. Il suo sogno era di parteciparvi, dimostrando la sua abilità. Il problema è che non l’aveva ancora trovata, e dopo essersi interrogato su come avrebbe potuto andare alla ricerca del suo talento, si rese conto che avrebbe potuto chiedere “il parere di un esperto”, o meglio, degli esperti.
Nidoran rimase nell’Area Allenamento fino alla sua chiusura, quando riuscì a incrociare i tre atleti mentre discutevano della grande giornata che li aspettava. Gli si avvicino con ammirazione e stupore, le stesse emozioni che ardevano nei suoi occhi quando rimase a bocca aperta durante l’allenamento, e gli chiese: “Come posso fare a coltivare la mia passione e diventare forte come voi?”. Dopo qualche secondo di silenzio, i tre conigli si guardarono negli occhi e… scoppiarono a ridere.
“Tu vuoi coltivare una passione? E quale sarebbe? Con quel corpo esile e quei dentoni sporgenti e non curati…” disse Scorbunny. “Non riuscirai mai a raggiungere il nostro livello!”, aggiunse Buneary. I tre si allontanarono ridacchiando di Nidoran dopo uno sguardo minaccioso di Bunnelby, che pietrificò il piccolo Pokémon mentre il sole calava. Scese una lacrima sul suo volto. Per lui era il momento di tornare a casa, senza un bel ricordo, solo con il cuore spezzato e senza un briciolo di autostima.
Passò lentamente il tempo per Nidoran, rannicchiato nella sua tana senza più alcuna voglia di andare a divertirsi al Grande Evento Sportivo del Bosco, tanto più di incontrare i bulli che lo avevano reso così triste, deridendolo inerme quando aveva mostrato ammirazione verso la loro abilità in campo. Fu in un pomeriggio di solitudine però che, nel silenzio degli alberi, iniziò a tremare l’intero bosco. Il piccolo coniglio si nascose dalla paura, mentre nel suo buco si creavano crepe tra il terreno. Quando terminò quel rumore assordante, la tana di Nidoran era sottosopra, ma egli non se ne preoccupò: appizzando le orecchie, sentì in lontananza un gran fracasso. Erano gli abitanti del bosco. Si sentiva un vociare caotico provenire dall’Area Allenamento. Nidoran abbandonò di corsa la tana.
Superati alcuni Pokémon che si accertavano delle condizioni dei più piccoli, il coniglio chiese a un Tangela informazioni sull’accaduto. “Una mandria di Mudsdale! Ha raso al suolo l’intera Area Allenamento!” disse l’abitante del bosco. Nidoran, più curioso che preoccupato, si precipitò verso la zona di esercitazione, dove vide i tre bulli in preda al panico. I Mudsdale avevano distrutto i loro attrezzi sportivi e senza di questi non avrebbero più potuto partecipare alla gara. L’asta di Buneary si era spaccata in mille pezzi, il sacco da boxe di Bunnelby era in frantumi e così anche la palla di roccia di Scorbunny. Il piccolo Nidoran non aveva il cuore di ghiaccio, anzi. Ebbe empatia anche verso coloro che lo avevano trattato male senza alcuna ragione.
Non ci fu nessun ferito, e gli abitanti del bosco erano rimasti più scossi dal fatto che i tre conigli non potessero più partecipare al Grande Evento che da questo arrivo improvviso dei Mudsdale, i quali avevano anche fatto crollare diversi alberi sulle abitazioni e per le vie della foresta. L’Area Allenamento fu sgombrata, i Pokémon del bosco tornarono alle loro case e, dopo qualche ora, arrivò prontamente una comunicazione a tutti gli abitanti della selva. Bisognava trovare dei nuovi attrezzi sportivi entro due giorni, così gli atleti si rivolsero ai loro ammiratori: chiunque fosse abile come artigiano in quel bosco, avrebbe potuto salvare il Grande Evento del Bosco!
Appena venne a saperlo, Rattata si fiondò al piano inferiore della sua tana, dove teneva da parte del legno di mogano molto pregiato. Si mise subito al lavoro e intagliò una palla per Scorbunny. Si recò da lui e gliela consegnò, il coniglio iniziò a palleggiare ma rischiò di farsi molto male al piede perché era troppo pesante e acuminata.
Anche Patrat corse in officina per lavorare un grosso tronco di betulla, e in poco tempo lo rosicchiò fino a limarlo perfettamente su tutti i lati. L’asta da salto in alto per Buneary era pronta, si precipitò a regalargliela, ma bastò soltanto il primo test di resistenza per farla spezzare: non era idonea.
Bunnelby ricevette dallo Smeargle più acclamato del bosco un fantastico sacco da boxe su cui aveva dipinto un suo ritratto. Il coniglio ne fu entusiasta, pur non mostrando gratitudine al pittore, e lo fece legare subito sul ramo di un albero. Al primo pugno, però, il pugile si fece molto male all’orecchio: il ritratto era stato fatto su una grande roccia!
La situazione era esiziale, il Grande Evento del Bosco era pronto per essere annullato, e con esso la gloria e la fama dei tre conigli che avrebbero dovuto prendere parte alla manifestazione. Quella mattina, era festa per le vie del bosco. Tutti i tifosi sportivi si raccolsero attorno all’Albero Madre, attorno al quale di lì a poco si sarebbe dovuta svolgere la gara. Scorbunny, Buneary e Bunnelby si riunirono per decidere come rivelare al pubblico la notizia disastrosa, quando a un tratto… vennero colpiti da un Pokémon che gli rotolò addosso.
Era Nidoran, che li aveva raggiunti correndo e tenendo tra le zanne un sacco di juta molto pesante, per colpa del quale era inciampato su una radice. I tre atleti si spazientirono, ma il piccolo coniglio li ammutolì tirando fuori da quel sacco: una palla, un’asta e un sacco da boxe. Li aveva creati lui con cura, intagliando da sé legna diversa per ogni oggetto. Ci aveva messo amore per costruirli, e ci aveva messo solidarietà per consegnarglieli di persona in un momento di difficoltà. Lo aveva fatto senza portare rancore.
Scorbunny, Buneary e Bunnelby rimasero a bocca aperta, non se lo sarebbero mai aspettato: un coniglio che avevano trattato male aveva appena salvato la loro gara e la loro reputazione. Lo ringraziarono, vergognandosi della loro condotta, e gli chiesero scusa. Gli strumenti erano perfetti. “Rimbalza perfettamente, come hai fatto?” chiese Scorbunny, “Sei un coniglio esemplare!” seguì Bunnelby. Nidoran, imbarazzato e felice, aveva abbandonato la rabbia verso i suoi nuovi amici, i quali decisero celermente di premiarlo davanti alla folla come Miglior Coniglio del Bosco.
Questa Pokéstoria di Pasqua può offrirci due insegnamenti, che sono comuni con il periodo pasquale: l’abilità di riuscire a vedere oltre le angherie e le ingiustizie, e il saper far fruttare i doni che la vita ci ha dato. La disavventura di Nidoran ci ha mostrato che la risposta all’odio e alla discriminazione non è il rancore, ma è la bontà, il perdono e la capacità di rialzarsi con la consapevolezza di quello che si è capaci di fare e della personalità che abbiamo.
Ognuno di noi ha un dono, che non per forza deve essere un’abilità sportiva o manuale, ma che può ricadere anche nello spettro del non tangibile, come per esempio l’empatia. Non sempre trovare il nostro dono è semplice, spesso la strada è costellata di errori, delusioni e sogni sbagliati, ma non si deve mai mollare, anche quando il mondo sembra nero, perché il nostro momento arriverà. Capiterà a tutti una “mandria di Mudsdale” che ci permetterà di splendere e di essere riconosciuti per quello che siamo davvero.
Non smettiamo mai di brillare e di essere virtuosi, allontanando l’odio, l’invidia e la superbia da noi, così che anche le persone che ci circondano possano brillare.
Ringraziamo Hiro per le meravigliose illustrazioni. Buona Pasqua a tutti!
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