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Come la mitologia egizia ha influenzato il mondo Pokémon

Tra i centinaia di concetti a cui ispirarsi per creare da zero i Pokémon, la mitologia egizia ha svolto un ruolo non indifferente.

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Fin dal 1996, con la prima serie di giochi usciti in Giappone e con più di 1000 specie attualmente create ispirandosi a una grande quantità di concetti e idee, alcuni Pokémon devono alla mitologia egizia il modo in cui sono diventati e il come abbiamo imparato a conoscerli e amarli nei vari titoli della serie prodotta da Game Freak.

Pidgeot, il Pokémon Uccello, e il dio Horus

Pidgeot Rubrica Mitologia Egizia

Maestoso mentre si libra nel grande cielo azzurro, con la sua cresta lungilinea e colorata spostata dall’aria che infrange mentre vola fino ad arrivare a una velocità massima pari al Mach 2 (superando quella del suono), Pidgeot può essere definito un re dei cieli, oppure un dio. Per questo motivo, possiamo vedere la somiglianza tra il Pokémon Uccello e Horus, uno tra gli dei più importanti di tutta la mitologia egizia.

Horus
Horus

Rappresentato con la testa di falco, o interamente come un falco, e con una doppia corona in testa, la figura di Horus era principalmente associata al cielo, ma anche al sole, alla regalità o alla guarigione. La doppia corona rappresenta il suo regnare su Alto e Basso Egitto, ma ancor più peculiare di questo è il suo occhio, conosciuto come Occhio di Horus: è un simbolo ritrovato spesso dagli archeologi, raffigurato o anche come amuleto, per via delle voci che gli attribuivano delle capacità curative. In maniera simile, Pidgeot è noto per la sua vista acuta che si rispecchia anche nella sua abilità Sguardofermo (Keen Eye), che impedisce ai Pokémon avversari di abbassargli la precisione.

Arbok, il Pokémon Cobra, e la divinità Apopi

Arbok Rubrica Mitologia Egizia

Come tutte le favole e le storie tramandate dall’umanità, l’antagonista non può proprio mancare. E nel nostro caso, a interpretare perfettamente questo ruolo è Apopi. Questa divinità, raffigurata come un serpente gigante dal corpo ondulato, è l’incarnazione del caos, del male e dell’oscurità, tutte qualità adatte per prendere il posto di accerrimo nemico del dio sole Ra. Stando alle fonti rinvenute, si narra che ogni singolo giorno Apopi affrontasse Ra per impedirgli di far spuntare l’alba del nuovo giorno, ma senza mai riuscirci. Infatti, gli antichi egizi pregavano per la sconfitta della divinità maligna tramite rituali sacri a cadenza annuale.

Apopi
Apopi

Nel mondo Pokémon, una tale somiglianza la possiamo ritrovare con Arbok, storico Pokémon “cattivo” conosciuto ai più per essere usato da Jessie del Team Rocket che, tornando sulla lotta tra il bene e il male, in ogni episodio affronta Ash e i suoi amici fallendo miseramente e prendendo il decollo “alla velocità della luce”.

In più, la figura del serpente viene spesso ritrovata nelle decorazioni funerarie o in contesti simili, rappresentando la morte e l’aldilà. E se a questo ci aggiungiamo il caos e l’instabilità, il tipo Veleno per Arbok può acquisire un significato più profondo, andando oltre il gioco di parole in cui, leggendo le lettere del nome al contrario, si ottiene Kobra.

Unown, il Pokémon Simbolo, e i geroglifici

Unown Rubrica Mitologia Egizia

Quando si parla di misteri a tema Pokémon e del loro passato prettamente sconosciuto a noi Allenatori, gli Unown sono sempre al centro della discussione. Questi misteriosi mostriciattoli tascabili abitano nei pressi di varie rovine diroccate presenti nelle varie regioni del mondo Pokémon. Anime e film ci hanno fatto vedere che, quando riuniti insieme, gli Unown sono capaci di sprigionare una forza misteriosa e molto potente.

Scendendo più nel dettaglio, fin’ora sono state scoperte ben 28 forme differenti di Unown, ognuna distinguibile per la posizione dell’occhio e le appendici che partono da esso. Voci di corridoio affermano che potrebbero esistere altre forme. Però, la parte più affascinante consiste in una lunga serie di scritte, messaggi e testimonianze fatte usando le forme degli Unown come un alfabeto di senso compiuto da tradurre e interpretare.

Geroglifici
Geroglifici egizi

Nella controparte egizia abbiamo il sistema di scrittura dei geroglifici, cioè vari simboli che si susseguono orizzontalmente o verticalmente creando parole e frasi di senso compiuto in base alle migliaia di combinazioni possibili. Con molti più simboli rispetto agli Unown e una complessità non indifferente, tutti i testi storici e religiosi ritrovati non potevano essere tradotti inizialmente. Ma tutto cambiò quando fu scoperta la Stele di Rosetta: una grande lastra di pietra con uno stesso testo scritto in geroglifici, demotico e greco antico, quest’ultimo fondamentale per dare inizio al processo di traduzione e interpretazione dei geroglifici egizi.

Drapion, il Pokémon Scorpiaccio, e la divinità Selkis

Drapion Rubrica Mitologia Egizia

Quando si pensa al deserto arido e senz’acqua, con distese di sabbia e dune a perdita d’occhio, uno degli animali presente nell’immaginario comune e legato a questo habitat è lo scorpione. Con i suoi due arti a forma di tenaglia e il suo aculeo velenoso all’estremità della coda, nel mondo dei Pokémon lo ritroviamo in una sua versione più grande (e non di poco!) e forte al punto da poter ridurre a brandelli un auto: Drapion, il Pokémon Scorpiaccio, evoluzione di Skorupi.

La sua controparte mitologica la ritroviamo nella divinità Selkis, raffigurata nel corpo di una donna con uno scorpione in testa. Era venerata come colei che proteggeva dalle punture velenose, e potenzialmente letali. Similmente, nonostante lo abbia a disposizione, Drapion usa molto raramente le tossine che può produrre e, grazie al suo tipo Veleno, è immune a veleni esterni. Due figure che hanno a che fare col veleno, ma non lo usano per avvelenare. Selkis veniva particolarmente riverita anche per le sue capacità curative e magiche, oltre a rappresentare la fertilità e il parto. Le sue sacerdotesse erano guaritrici molto abili e figure fondamentali per vari rituali.

Selkis
Selkis

La divinità Selkis simboleggiava anche la forza e la protezione, due qualità che può vantare lo stesso Drapion grazie alla sua costituzione e al suo carapace. Peccato che, Pokédex alla mano, il Pokémon Scorpiaccio tenda più ad attaccare i viaggiatori nel deserto che a essere d’aiuto come Selkis.

Cofagrigus, il Pokémon Bara, e il sarcofago

Cofagrigus Rubrica Mitologia Egizia

Fin dalle prime lezioni di storia fatte dagli insegnanti alle scuole elementari, una delle cose che rimangono più impresse nella mente di tutti sono i sarcofagi: misteriose bare decorate nei minimi dettagli in modo lussuoso, dai colori vivaci (che si sono scoloriti col tempo) e con le fattezze di una persona stesa di schiena e a braccia incrociate sopra il petto. Dentro questi sarcofagi venivano conservate le mummie dei faraoni e delle persone più ricche o di una certa rilevanza all’epoca.

Sarcofago
Sarcofago

Ma guai ad aprirle e profanarle: terribili maledizioni colpiranno coloro che hanno osato farlo. Che sia verità o un giochetto psicologico per tenere alla larga i predatori di tombe, queste maledizioni meritano del credito per aver ispirato la creazione del Pokémon Bara, Cofagrigus. Con occhi rossi, sorriso a denti digrignati e quattro mani spettrali che escono dal suo corpo, che è proprio un sarcofago, è la rappresentazione perfetta e viva di una maledizione. In più, la sua abilità peculiare Mummia (Mummy), capace di annullare l’abilità di un Pokémon avversario che lo colpisce con una mossa fisica cambiandola proprio in Mummia, pare essere proprio una “maledizione” per chi osa toccare, quindi profanare, il sarcofago, cioè Cofagrigus stesso.

Piramide Lotta e Piramidi nel deserto

Piramide Lotta Rubrica Mitologia Egizia

E per finire questa rubrica, passiamo al simbolo per eccellenza che rappresenta l’Antico Egitto e la sua storia: le piramidi.

Queste strutture costruite da tempo immemore, a volte chiedendosi ancora come sia stato possibile costruire qualcosa di simile, sono così mastodontiche e impresse nella storia dell’umanità che non poteva non esserci una controparte nel mondo Pokémon. Però, rispetto agli elementi precedenti che hanno ispirato dei mostriciattoli, stavolta tocca proprio a un edificio: la Piramide Lotta.

Presente nel Parco Lotta di Pokémon Smeraldo, la struttura sfida tutti gli audaci e coraggiosi ad attraversare vari piani al buio, affrontando varie creature selvatici e Allenatori mentre si esplora ogni singolo piano alla ricerca di qualche strumento che può tornare utile ai tre compagni che si possono portare per la sfida. Una vera e propria esplorazione irta di pericoli fino ad arrivare in cima e affrontare Baldo, il Re Piramide.

Facendo un paragone, gli Allenatori che affrontano questa sfida diventano quasi gli archeologi che, tempo addietro, hanno esplorato i cunicoli bui e stretti delle varie piramidi trovando i geroglifici, i sarcofagi e i miti e le storie che hanno ispirato anche i Pokémon di cui abbiamo trattato poco prima.

Per finire, ciliegina sulla torta, la Piramide Lotta appare nella serie animata nella saga di Hoen assieme a tutte le altre strutture lotta, ma anche nella saga di Sinnoh in cui Baldo arriva a Nevepoli usando proprio la Piramide Lotta come mezzo aereo personale. Che sia un metaforico occhiolino alle teorie che vedrebbero le piramidi come edifici costruiti dagli alieni?

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