Di validi paladini nel mondo di videogiochi ce ne sono davvero tantissimi, ma ce n’è uno che più di tutti ha conquistato il cuore del pubblico videoludico; stiamo parlando proprio dell’idraulico baffuto, Super Mario! Oggi, 10 marzo, ricade il Mar10 Day, proprio perché nel calendario la data “mar 10” richiama molto il nome del nostro amico in salopette blu e cappello rosso. Dopo la rubrica dedicata ai giochi principali della serie, ci siamo chiesti come celebrare il nostro eroe preferito in questa giornata speciale a lui dedicata, a pochi mesi dal suo 38esimo compleanno.
Abbiamo così pensato di proporvi una piccola lista di giochi, tra glorie e scivoloni del passato, che il pubblico ha un po’ messo da parte, in modo che possiate riscoprire alcuni piccoli capolavori e conoscere anche la parte più oscura della storia del nostro Mario. Questa rubrica celebrativa in onore del nostro amato idraulico è stata scritta a quattro mani da Samuele Mannone e Marco Imperiale!
Super Mario Land
Non potevamo non cominciare da un titolo importantissimo per il suo valore come gioco e per chi ne ha firmato la realizzazione. Super Mario Land fu uno dei titoli di lancio del leggendario Game Boy nel 1989 e fu anche il primo gioco della serie ad approdare su una console portatile. Il suo creatore è Gunpei Yokoi, famoso per essere l’ideatore dei Game & Watch e della loro nuovissima croce direzionale prima e del Game Boy stesso dopo, produttore di capostipiti come Metroid e Kid Icarus e per aver ideato un’altra console più sfortunata, il Virtual Boy (su cui torneremo meglio più avanti).
Super Mario Land portava i giocatori in un luogo lontano dal Regno dei Funghi, nella regione di Sarasaland, per sconfiggere l’alieno Tatanga colpevole di aver rapito una certa “Principessa Daisy”. Le meccaniche restavano pressoché invariate, ma giocando si sentiva benissimo un feeling diverso dal precedente capitolo sul NES dovuto alla mano di Yokoi. Le ambientazioni traevano molto spunto dal mondo reale, potevamo attraversare infatti delle terre molto simili all’Isola di Pasqua o all’Egitto. Dopo tanti anni Super Mario Land rimane un must per gli appassionati dell’idraulico baffuto e per tutti i giocatori in generale perché permette di scoprire e studiare un pezzetto importante della storia dei videogiochi e di Super Mario.
Mario’s Tennis
Abbiamo parlato di Gunpei Yokoi e del suo Virtual Boy, console che prometteva di giocare titoli che sfruttavano un particolare effetto 3D stereoscopico dato da un complesso sistema di lenti e LED. Tuttavia, la console fu un fallimento soprattutto perché risultava scomoda da utilizzare e presentava immagini con una palette monocromatica rossa, utilizzata per contenere i costi di produzione. ma mal vista dai giocatori abituati ai titoli a colori.
Tra i pochi giochi rilasciati per il Virtual Boy abbiamo ovviamente un titolo dedicato al nostro baffuto idraulico, nella fattispecie un gioco sportivo intitolato Mario’s Tennis rilasciato nel 1995. Il problema principale è dato proprio dall’hardware che ospitava il gioco che lo rendeva fastidioso da vedere, causando spesso anche giramenti di testa nell’utilizzatore, e risultava quasi ingiocabile a causa della scomodità dei controlli.
È quindi giusto dire che una periferica mal riuscita abbia affossato un intero parco titoli? Sì, tuttavia Mario avrà altre occasioni per scendere in campo e intraprendere gli sport più disparati assieme alla sua affiatata combriccola di amici.
Super Mario Land 2: 6 Golden Coins
Dopo un gioco come Mario’s Tennis volevamo completare il cerchio con il seguito diretto del primo gioco citato: Super Mario Land 2: 6 Golden Coins. Questo secondo capitolo usciva sempre su Game Boy nel 1992 a cui ne seguì una versione Deluxe a colori su Game Boy Color. Il gioco aveva uno stile grafico più vicino a quello classico della serie ed era ambientato a Mario Land, un’isola inizialmente regnata da Mario, ma che gli è stata sottratta da quello che è il cattivo del gioco. 6 Golden Coins introduceva un cattivo che sarebbe poi diventato un must tra i personaggi della saga: Wario.
La controparte gialla dell’idraulico in rosso ebbe poi così tanto successo che il titolo successivo della serie dei Land venne battezzato come Wario Land e costituì il capostipite della serie a lui dedicata. Super Mario Land 2 presentava, come da titolo, sei scenari da superare per recuperare le altrettante monete dorate indispensabili per aprire il castello in cui dimora l’avaro cattivone. A noi piace ricordarlo come un gioco realizzato magnificamente e degno di essere recuperato. Proprio a questo proposito, potete trovarlo nel catalogo dei giochi del Nintendo Switch Online insieme a Wario Land.
Mario Teaches Typing
Negli anni ’90 andava di moda il temibile filone dei “videogiochi educativi“, titoli relativamente basici che avevano la funzione principale di insegnare qualcosa all’utente e resi disponibili sia sui PC casalinghi che su quelli scolastici. Se da una parte trovavamo vere e proprie enciclopedie interattive come la mai dimenticata Encarta, dall’altro troviamo anche qui il nostro idraulico che si improvvisa insegnante di scrittura.
Uscito su MS-DOS, Macintosh e Windows, Mario Teaches Typing era un curioso esperimento. Il giocatore poteva scegliere tra l’idraulico, suo fratello Luigi e la Principessa Peach per poi iniziare ad avventurarsi in livelli a scorrimento dover per avanzare, interagire con oggetti o colpire i nemici bisognava digitare correttamente le lettere che completavano le parole apparse su schermo.
Era possibile impostare anche una velocità di scrittura all’inizio di ogni livello, cosa che oggi andrebbe fortissimo nelle speedrun, ma il titolo si presentava abbastanza brutto e monotono da vedere e alla lunga diventava noioso, tuttavia ha riscosso un buon successo in ambito educativo tanto da meritarsi addirittura un seguito.
Super Mario Bros.: The Lost Levels
Se vi dicessimo di Super Mario Bros. 2 a cosa pensereste? Molto probabilmente al capitolo europeo del 1988 a cui siamo abituati. Ma il Super Mario Bros. 2 che ricevemmo noi in Europa è soltanto un sostituto di quello che era il vero seguito del successo del 1985. I giapponesi, credendoci troppo scarsi, decisero di non distribuire il vero gioco fuori dal Giappone, creando il seguito che noi tutti conosciamo. Con un po’ di pazienza, il vero titolo arrivò comunque in Occidente nel 1993 nella raccolta Super Mario All-Stars per SNES, la quale si impegnava a riproporre in forma di remake i giochi della serie usciti su NES.
Il gioco, che a quel punto si chiamava The Lost Levels, era una vera e propria espansione del primo capitolo con una difficoltà nettamente maggiore. Tra le novità, c’era la possibilità di controllare Luigi, che aveva delle caratteristiche diverse, come un salto più alto e una scivolosità maggiore, il nuovo fungo velenoso, dei tubi Warp e delle raffiche di vento capaci di dare numerosi problemi al giocatore. The Lost Levels è assolutamente uno step immancabile per conoscere la storia di Mario nella sua interezza.
Mario is Missing!
Altro giro altro titolo educativo perché non si smette mai di imparare! Questa volta ci troviamo di fronte a Mario Is Missing!, titolo pubblicato tra il 1992 e il 1994 su MS-DOS, SNES, NES e Macintosh e che non tutti ricordano per un particolare molto importante: è il primo gioco in cui Luigi è il protagonista indiscusso dell’avventura.
Questa volta Bowser non si limita a costruire una nuova roccaforte, ma rapisce anche Mario, lasciando al povero Luigi il compito di girare il mondo alla ricerca di preziosi artefatti sparsi per il mondo, che dovranno essere riportati all’interno del castello nella speranza di salvare il fratello.
Una volta riconquistati questi artefatti, a Luigi verranno poste delle domande per verificare che abbia imparato qualcosa durante la sua avventura e sì, come avrete intuito il titolo soffre degli stessi problemi di Mario Teaches Typing. Svolgeva in maniera soddisfacente il suo compito da professore in cattedra ma, a parte quello, rimane il classico titolo che un ragazzino abbandonerebbe quasi immediatamente. Luigi dal canto suo rimarrà scottato da questa esperienza e gli ci vorranno dieci anni per riprendersi e ritornare protagonista con l’ottimo Luigi’s Mansion per GameCube.
Mario e Luigi: Superstar Saga
C’è stato un tempo in cui Mario e Luigi andavano in giro a combattere battaglie a turni per salvare il mondo (e Peach, ovviamente) da minacce molto più potenti e molto più strambe di Bowser. La serie di Mario e Luigi immergeva i nostri personaggi preferiti in mondi e situazioni molto più stravaganti di quelle in cui eravamo abituati a vederli e Superstar Saga è il primo capitolo dei tanti usciti a partire dai primi anni 2000.
L’influsso di un gioco come Super Mario RPG era grande, ma questi giochi seppero creare un immaginario e un’identità tutta loro. In questo primo capitolo si possono notare una grande personalità e una sconfinata cura nei dettagli, come nelle animazioni e nei suoni dei personaggi e dei nemici, nella pixel art sopraffina e nel combat system sempre divertentissimo e coinvolgente.
Stando a quanto appena detto, qui i nostri eroi avevano il compito di volare fino al Regno di Fagiolandia per sconfiggere la strega Ghignarda e il suo assistente Sogghigno, colpevoli di aver rubato la voce della Principessa Peach e il Fagiolo Stella per conquistare il mondo. Questa serie spin-off continuò fino alla fine del ciclo vitale del Nintendo 3DS, quando Alphadream dichiarò bancarotta e i diritti passarono a Nintendo. Nonostante questa triste fine, Superstar Saga ha ricevuto un remake per la console portatile appena citata e inoltre è disponibile sul catalogo del Game Boy Advance del Nintendo Switch Online.
Mario Party Advance
Continua il nostro viaggio tra i titoli realizzati per Game Boy Advance e questa volta ci buttiamo a capofitto nel divertimento grazie a Mario Party Advance. La serie Mario Party esordisce per la prima volta sul Nintendo 64 regalandoci una delle più divertenti esperienze multiplayer, ricca di minigiochi da affrontare in compagnia di tre amici.
Nel 2005 Nintendo ha ben pensato di portare la serie anche sul Game Boy Advance, sua console portatile di punta, ma pur mantenendo i minigiochi, l’azienda di Kyoto ha rimosso l’unica cosa che non andava toccata: il multiplayer con gli amici.
Il giocatore poteva scegliere tra quattro personaggi ossia Mario, Luigi, Peach e Yoshi che sarebbero poi apparsi a bordo di una vettura su di un tabellone che ricorda un gioco da tavolo. Alla fine però il gioco aveva ben poco di party e si concentrava su sfide contro la CPU con dei minigiochi che risultavano spesso troppo semplici o noiosi, mentre l’intelligenza artificiale tendeva a penalizzare il lancio dei dadi del giocatore.
Fortunatamente le recensioni negative non hanno impedito alla serie di ripresentarsi in nuove vesti sulle console fisse regalandoci ottimi titoli che hanno mantenuto quel grado di sfida perfetto per far terminare amicizie che durano da una vita.
Yoshi’s Safari
Tanto tempo fa, le periferiche avevano lo scopo di fornire esperienze videoludiche alternative e, a modo loro, di innovare il modo di giocare. Queste sperimentazioni sono certamente state una parte importante di Nintendo, che è quella che più volte ha ideato soluzioni creative, alcune delle quali sopravvissute fino a oggi. Tra le periferiche più famose ricordiamo il Power Glove e la Zapper.
Yoshi’s Safari nasce come tentativo, nel 1993, di salvare il Super Scope, pistola con puntatore a infrarossi erede della più famosa Zapper per il NES, grazie alla fama dell’idraulico baffuto. Non sempre però le cose vanno come sperato e, un po’ come accade oggi, l’esordio di Yoshi’s Safari fu oscurato dall’uscita dell’allora discusso Mortal Kombat.
Qui Mario si trovava a cavallo del suo fido dinosauro verde esordito su Super Mario World e doveva sparare ai vari Goomba e Koopa che gli ostruivano il passaggio. L’esplorazione della mappa era su binari e ogni livello poneva il giocatore di fronte ad alcuni bivi che portavano a nemici diversi ma comunque allo stesso boss di fine livello, che poteva essere uno dei Bowserotti o Bowser stesso.
Yoshi’s Safari fornisce una preziosa testimonianza dei tentativi di fornire una sensazione di tridimensionalità in un momento in cui per le console era ancora un obiettivo lontano (gli stessi ottimi tentativi si possono ammirare in giochi come Super Mario Kart e F-Zero e nella realizzazione dei loro circuiti).
Hotel Mario
Chiudiamo in bellezza -o in bruttezza, dipende dai gusti- con un gioco molto particolare, soprattutto per la piattaforma su cui venne rilasciato: il Philips CD-i. Negli anni ’90 Nintendo decise che fare una partnership con Philips per portare i suoi giochi su una console in grado di leggere i CD-ROM fosse una mossa vincente, il tutto voltando le spalle a Sony che si stava affacciando sul mercato videoludico.
Questa mossa portò alla realizzazione di titoli legati a The Legend of Zelda e Super Mario che avevano un fattore in comune: erano tremendamente brutti. Hotel Mario è fortunatamente l’unico gioco dedicato al nostro idraulico che deve salvare la Principessa Peach chiudendo le porte di sette alberghi presidiati dai Bowserotti, tutto qui.
La stampa specializzata lo inondò di recensioni negative per il suo gameplay banale e ripetitivo, per i comandi imprecisi e soprattutto per le cutscene realizzate in full motion video ma di scarsissima qualità e che ancora oggi vengono prese in giro nel web. Purtroppo l’errore di Nintendo fu quello di concedere piena libertà sull’utilizzo dei suoi personaggi senza verificare lo stato e la qualità dei lavori e, infatti, ancora adesso la società di Kyoto preferisce non considerare questi giochi come parte integrante dei loro brand.
Eccoci arrivati alla fine della nostra carrellata! Questi erano cinque giochi di cui secondo noi valeva la pena parlare per la loro importanza e cinque da riproporre per ricordare che non sempre le cose vanno per il verso giusto. Voi quali altri giochi avreste preso in considerazione? Fatecelo sapere!
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