Quando ero piccolo, la visita al supermercato “Famila” di quartiere era sempre felice. Lì, fra spesa generica e dolcetti d’occasione, i miei genitori erano soliti ricompensarmi con delle bustine di carte Pokémon. Ricordo con nostalgia i giorni in cui, nel lontano 2001, l’espansione Neo Discovery era appena uscita. Alla vista, negli scaffali del citato supermercato, del Mazzo Tematico dove Espeon faceva la sua trionfante apparizione (BrainWave), pregai perché mi fosse regalato all’istante. Il prezzo non era una mia preoccupazione al tempo; del resto, immagino che poco più di una decina d’euro bastarono per farmi felice.
Il prezzo odierno di quello stesso Mazzo Tematico si aggira intorno ai 300€. Oggi, quindi, ci chiediamo: come e cosa ha portato il mondo del Gioco di Carte Collezionabili Pokémon a variare così tanto nell’arco di più di 25 anni dalla sua nascita? Quali sono le ragioni del boom economico di questo gioco di carte? Perché i suoi creatori sono stati in grado di fare breccia sul cuore di tanti collezionisti, giocatori competitivi e bambini in tutto il mondo?
In questa rubrica, cercheremo di rispondere a queste e tante altre domande, analizzando tutti gli aspetti che compongono l’esperienza del GCC Pokémon, dalla sua storia alle voci dei suoi protagonisti contemporanei, capendo come questo gioco di carte possa essere diventato un fenomeno mondiale e, allo stesso tempo, tentando di avvicinare più persone al lato competitivo e a quello collezionistico del gioco, in costante crescita da anni.
Nel primo episodio della rubrica, abbiamo intervistato il giocatore competitivo del GCC Pokémon Fabio Battistella, cominciando così il nostro viaggio con le parole di chi vive nel mondo delle carte Pokémon da sempre. Nel secondo e terzo episodio, invece, abbiamo iniziato una retrospettiva storica con l’obiettivo di analizzare cambiamenti estetici e stilistici nelle illustrazioni e, allo stesso tempo, di ricostruire lo sviluppo del fenomeno commerciale.
In questo quarto episodio, continueremo la retrospettiva storica affrontando il periodo compreso fra 2003 e 2007, ovvero gli anni in cui esordirono le famosissime carte “ex“. Fra variazioni estetiche e ritorno di narrative trasversali a connettere diverse espansioni, anche l’arrivo della terza generazione Pokémon portò rivoluzioni di diverso tipo. Pronti a scoprire i segreti della regione di Hoenn?
Episodio 4 – L’era “extra”
Chiamiamo il periodo compreso fra 2003 e 2007 “extra” poiché questo è il significato per esteso della sigla “ex”. Siamo soliti incontrare questa abbreviazione anche nelle carte di oggi, motivo per cui ne conosciamo bene le caratteristiche: i Pokémon “ex” sono creature incredibilmente forti, capaci di infliggere molti più danni rispetto alle loro controparti normali e, allo stesso tempo, eccezionalmente resilienti. Una volta messe K.O., tuttavia, queste creature permettono all’avversario di pescare due Carte Premio invece che una sola. Come direbbero gli inglesi: “Higher risk, higher reward” (più alto è il rischio, più alta sarà la ricompensa).
Ci viene subito da chiederci – alla luce anche di quanto detto nel precedente episodio – quale sia il motivo per cui il trittico ai vertici del GCC Pokémon (composto da Nintendo, The Pokémon Company e Creatures Inc.) abbia deciso di inserire queste particolari creature solamente con l’arrivo della terza generazione Pokémon. Le ragioni possono essere essenzialmente due: da un lato, il contenzioso giudiziario con Wizards of the Coast (2003, si veda il secondo episodio per maggiori dettagli) aveva permesso alla casata Pokémon di riottenere il pieno controllo della pubblicazione e distribuzione del prodotto al di fuori del Giappone. Questo significa che, senza dubbio, si era alla ricerca di una ventata d’aria fresca dal punto di vista del marketing, qualcosa che potesse iniziare al meglio il nuovo periodo di gestione commerciale inaugurato dalla terza generazione Pokémon. La possibilità di collezionare carte dall’holografia innovativa, con i bordi argentati e dalle rarità eccezionale rappresentò sicuramente una scelta di marketing vincente.
D’altro canto, dobbiamo sottolineare nuovamente anche l’innovazione a livello di meccanica di gioco che i Pokémon “ex” hanno portato nel competitivo. Il 2003 è stato l’anno che ha visto la fondazione del programma “Play! Pokémon“, ovvero il circuito ufficiale di tornei ed eventi competitivi del GCC Pokémon e dei videogiochi Pokémon che ancora oggi gestisce il versante eSports del marchio. I primi Campionati Mondiali Pokémon, infatti, si sono tenuti nel 2004 a Orlando, inseriti nel nuovo circuito “Play! Pokémon” e organizzati da The Pokémon Company International. Quale miglior modo per spronare tanti giocatori competitivi a entrare nel nuovo circuito se non introducendo una nuova e rivoluzionaria meccanica? L’introduzione nei propri mazzi di queste carte “extra”, ovvero di carte dal peso specifico maggiore rispetto a tutte le altre, rappresentò una grande occasione per la costruzione di nuove e fantasiose strategie competitive.
A nutrire le radici del grande successo delle espansioni dedicate alla terza generazione fu, quindi, la volontà dei vertici Pokémon di investire una grandissima quantità di risorse nel mondo delle carte Pokémon. Queste risorse, oltre a tradursi nella creazione di un nuovo circuito competitivo, si realizzarono anche in una nuova strategia di distribuzione commerciale, che distribuì le nuove creature “extra” in 16 espansioni dedicate a una sola generazione, il numero più alto mai raggiunto. A foraggiare questo cambiamento non dobbiamo dimenticare, inoltre, il grandissimo successo commerciale dei videogiochi Pokémon Rubino e Zaffiro, arrivati in Giappone nel novembre del 2002 e l’anno dopo nel resto del mondo.
EX Rubino e Zaffiro
Cominciamo a dare uno sguardo diretto alle novità. Oltre all’introduzione dei Pokémon “extra”, la terza generazione presentò anche un design nettamente modificato rispetto alle precedenti, con lineamenti del layout della carta più arrotondati oltre allo spostamento della posizione di dettagli minori. Nell’analisi delle carte pubblicate fra 2003 e 2007, raggrupperemo le espansioni secondo una suddivisione “videoludica”, cioè dividendo i set in base al videogioco di riferimento.
Guardando questi primi tre esempi le differenze sono già numerose rispetto alle serie precedenti. Da un punto di vista generale, i bordi gialli o argentati (in caso di Pokémon “ex”) sono ritornati di grandezza uguale nei quattro lati, segnando un dietrofront rispetto all’era del Nintendo e-Reader di seconda generazione. Poi, il design delle carte presenta due colorazioni differenti nella stessa carta, con un grande riquadro più chiaro nella parte interna e a sottolineare il nome della carta, accompagnato da un contorno più scuro a contatto con i classici bordi gialli. Questi cambiamenti si accompagnano alla nuova colorazione argentata per la casella Evoluzione e al riquadro dell’illustrazione argentato, oltre che allo spostamento del nome dell’illustratore sotto il disegno stesso.
Un elemento costante con le generazioni precedenti è l’utilizzo di artwork statici di Ken Sugimori. Abbiamo visto nell’episodio precedente come l’introduzione di una nuova generazione corrispondeva sempre all’utilizzo di numerose illustrazioni del maestro Sugimori, riservando disegni diversi e più fantasiosi per set successivi. Nella prima espansione dell’era “extra”, ovvero EX Rubino e Zaffiro, le due facce della medaglia convivono già: oltre alle tre illustrazioni dei Pokémon iniziali di Sugimori, possiamo trovare, per esempio, altri tre disegni di artisti diversi per le stesse creature (Saitou per Blaziken, Harada per Sceptile e Arita per Swampert).
La scelta di aumentare il numero delle illustrazioni diverse dedicate a un singolo Pokémon e contenute nello stesso set corrisponde alla volontà di mantenere costante il numero totali di carte inserito in una singola espansione, pur riservando qualche Pokémon per i set successivi. Vista l’esigenza di pubblicare la terza generazione Pokémon in ben 16 episodi, alcuni Pokémon avrebbero dovuto aspettare ancora anni per poter essere collezionati dagli amanti delle carte.
Come avvenuto per la prima generazione, i sei successivi a EX Rubino e Zaffiro introdussero gradualmente tutti i Pokémon del Pokédex di Hoenn inserendoli in habitat adatti. Abbiamo, per esempio, l’introduzione di Armaldo, Cacturne e Cradily proprio in EX Tempeste di Sabbia; nome eccellente per le creature che potevamo trovare solamente nel deserto del Percorso 111. Anche se non sembra esattamente adeguato al contesto, va spesa una menzione d’onore anche per il Wailord-ex di Ryo Ueda, capace di raggiungere l’allora imponente quantitativo di 200 PV.
Le tre espansioni successive, ovvero EX Drago, EX Team Magma vs Team Idro ed EX Leggende Nascoste hanno completato l’introduzione di tutti i Pokémon di terza generazione, con l’eccezione di Deoxis. Da notare sono sicuramente le novità introdotte con la seconda delle tre, dedicata completamente ai due team malvagi di Pokémon Rubino e Zaffiro proprio come avvenne per il set dedicato al Team Rocket in prima generazione. Oltre a reintrodurre i Pokémon degli Allenatori, significativa fu anche l’introduzione dei Pokémon col doppio tipo, indicato con un simbolo che amalgamava le due tipologie di riferimento, di cui spesso una era Oscurità, a segnalare la malvagità della creatura. La stessa dualità di tipo venne ripresa anche in EX Leggende Nascoste, dedicandola però principalmente a Celebi e Jirachi, protagonisti dei film Pokémon 4Ever e Jirachi: Wish Maker.
EX Rosso Fuoco e Verde Foglia
Finiti i Pokémon di terza generazione, o quasi, si decise di tornare indietro nel tempo, seguendo il ritmo, ancora una volta, dei videogiochi e della nostalgia. Pokémon Rosso Fuoco e Verde Foglia, i remake di Pokémon Rosso e Verde, uscirono in tutto il mondo fra il gennaio e l’ottobre del 2004. A questi videogiochi corrisposero due espansioni occidentali del GCC Pokémon: EX Rosso Fuoco e Verde Foglia ed EX Team Rocket Returns. Il ritorno alla regione di Kanto sarebbe stata la prima di numerose operazioni commerciali dedicate alla prima generazione Pokémon. Senza mostrare, tuttavia, troppa ispirazione sul lato delle narrazioni di fondo dell’espansione oppure con l’introduzione di nuovi tipi di Pokémon, il set si fa ricordare solamente per la qualità degli artisti coinvolti.
Come illustrazioni topiche del periodo prendiamo allora il Tauros di Fukuda, disegnato con uno stile apertamente in contrasto con le classiche figure del mondo Pokémon, avvicinandolo quasi totalmente alla muscolatura imponente di un vero toro, ma con la criniera di un fiero leone; il Cubone di Kusube che, sdraiato nell’angolo di una buia e solitaria stanza, non può far altro che richiamare alla memoria gli avvenimenti della città di Lavandonia; e il Charizard-ex di Sugiyama, uno dei Charizard dal valore più alto esistente.
Per inserire novità sul piano di tipologia dei Pokémon bisogna guardare a EX Team Rocket Returns (mai uscita in lingua italiana!), altro set dell’operazione nostalgia del 2004 di The Pokémon Company. Con dei mazzi tematici chiamati espressamente “Jessie” e “James” (chiaro riferimento alla serie animata Pokémon), il ritorno dei Pokémon Dark, fra cui ovviamente Dark Arbok e Dark Weezing (i Pokémon simbolo di Jessie e James) e la pubblicazione dei Pokémon “ex” appartenenti ad Allenatori malvagi, il set si presentava come degna controparte dei contemporanei Team Magma e Team Idro.
Oltre a ripresentare i Pokémon dal doppio tipo, EX Team Rocket Returns inaugurò i Pokémon Gold Star, ovvero creature cromatiche dalla rarità elevatissima e che sarebbero diventate oggetto ricercatissimo dai collezionisti di tutto il mondo.
Smeraldo: il Pokédex completo
Arriviamo finalmente all’estate nipponica del 2004 e ai trepidanti mesi di attesa del 2005, cioè il periodo in cui Pokémon Smeraldo venne pubblicato in tutto il mondo. L’apoteosi videoludica dei giochi di terza generazione combaciò con ben 9 espansioni pubblicate fra 2005 e 2007 in occidente. Dividiamo così le prime tre (EX Deoxis, EX Smeraldo ed EX Forze Segrete), dedicate al completamento definitivo del Pokédex di terza generazione, dalle ultime sei, capaci di reintrodurre il tema della narrativa trasversale fra espansioni che avevamo incontrato con la serie Neo in seconda generazione.
L’ultimo Pokémon che mancava all’appello era proprio la creatura venuta dallo spazio: Deoxis. Il Pokémon possiede quattro diverse forme e a tre di esse vennero dedicate due carte ciascuna, di cui una “ex”. Le forme Difesa, Normale e Attacco (rispettivamente da sinistra a destra nella foto) condividevano il Poké-POWER “Cambiaforma“, permettendo alla creatura di scambiarsi con un qualsiasi altro Deoxis del proprio mazzo. Questo rappresentò sicuramente una interessante strategia competitiva, vista la possibilità di scambiare il proprio Pokémon attivo, per esempio, con un Deoxis-ex dagli attacchi più potenti o, semplicemente, capace di resistere maggiormente agli attacchi avversari.
Fra le carte che vogliamo ricordare di questa espansione, tuttavia, ci sono anche alcune fra le più costose e ambite dai collezionisti, ovvero la versione Gold Star di Rayquaza, Latios e Latias. Le carte Gold Star sostituirono, di fatto, le precedenti carte Shining vista la possibilità di inserirne solo una all’interno del mazzo. Sono il corrispettivo delle carte Lucenti di oggi!
EX Smeraldo e EX Forze Segrete non portarono significative novità nel mondo del GCC Pokémon, né dal lato estetico né da quello delle meccaniche di gioco. La prima di queste espansioni si può interpretare come un’ultima celebrazione dei videogiochi di terza generazione, vista l’introduzione della forma Velocità di Deoxis (mai pubblicata prima) e le nuove versioni “ex” di tanti leggendari come il trio dei Golem leggendari.
EX Forze Segrete, invece, fece un breve balzo nel passato, rendendo onore alla seconda generazione grazie alla tematizzazione in chiave “extra” delle creature iconiche di Johto: Lugia e Ho-Oh (con la “o” maiuscola! Le carte precedenti dell’uccello leggendario presentavano il nome con la sola “h” iniziale in maiuscolo). Oltre ai leggendari, la seconda generazione tornò a pieno regime grazie alla pubblicazione di tutti gli Unown esistenti.
Per mettere le mani sui remake di seconda generazione Pokémon Oro HeartGold e Argento SoulSilver avremo aspettato ancora molti anni, perciò la scelta di dedicare ampio spazio alle creature di Johto in questa espansione va letta semplicemente come un’operazione nostalgia oltre che necessità di guadagnare tempo in attesa del prossimo videogioco di riferimento.
Il ritorno alla narrativa trasversale
Fra il 2005 e il 2006 vennero pubblicati cinque nuovi set che avevano il compito di sfuggire dal rischio della ripetitività. Kanto e Johto erano già state trattate, così come il lato malvagio dei Pokémon sia del Team Rocket sia dei cattivi di Hoenn. La terza generazione era al completo, con tanti Pokémon “ex” già pubblicati e carte rare come le Gold Star ad attirare tutti i collezionisti. Una cosa mancava all’appello: l’inventiva dal punto di vista del design e della narrazione.
Ancorandosi forse eccessivamente ai videogiochi, le espansioni di terza generazione fin qui citate si focalizzarono troppo poco sull’inserimento di novità dal lato artistico e di dinamiche di gioco. Presentando la grande maggioranza delle illustrazioni raffiguranti i Pokémon in primo piano in pose dinamiche, la terza generazione, fino a EX Forze Segrete, non era riuscita a contestualizzare i Pokémon nei loro ambienti naturali. Il problema, ci sentiamo di dire, era la mancanza di un contesto narrativo di fondo, fattore che arrivò nel 2005 con EX Specie Delta.
“Dai laboratori di ricerca della torre di Holon arriva la rivelazione che scuoterà chiunque collezioni o giochi coi Pokémon: c’è una nuova specie di Pokémon! In EX Specie Delta, i giocatori potranno partecipare alla scoperta di questi più unici che rari Pokémon a Energia Duplice, e potranno sperimentare le nuove Energie Holon, che renderanno ancora più potenti le Specie Delta di Pokémon! Sei pronto a mettere alla prova le Specie Delta?“
Queste sono le poche righe rilasciate in accompagnamento all’uscita di EX Specie Delta. In un luogo sperduto del mondo Pokémon, degli esperimenti del passato hanno irrimediabilmente modificato biologicamente le creature tascabili, arrivando addirittura a modificarne il tipo (forse da qui proviene l’ispirazione per la teracristallizzazione?) e le capacità. Un gruppo di ricercatori esperti è stato mandato nella regione di Holon, il luogo del misfatto dall’ispirazione da incidente nucleare, per analizzare più a fondo queste particolari creature mutate.
Nell’arco di cinque espansioni (EX Specie Delta, EX La Leggenda di Mew, EX Fantasmi di Holon, EX Guardiani dei Cristalli ed EX L’isola dei Draghi), venne creata una vera e propria geografia della regione di Holon, rappresentando nelle carte i protagonisti di questa spedizione scientifica e non solo. Se EX Specie Delta introdusse luoghi d’interesse come la Torre di Ricerca di Holon, probabile primo insediamento degli avventurieri, le successive espansioni crearono dei veri e propri biomi, come la Foresta Miraggio, dove gli avventurieri di Holon andarono alla ricerca del leggendario Mew, apparentemente comparso in questa regione dedicata interamente al GCC Pokémon.
È proprio con EX La Leggenda di Mew che scopriamo così le vere origini misteriose dei Pokémon Specie Delta. In antichità, la regione di Holon prosperava ed era frequentemente visitata dagli Allenatori che volevano catturare il misterioso Mew. Vista la diffusa volontà di catturare la rara creatura, alcuni ricercatori decisero di creare la Torre di Ricerca di Holon, punto dal quale, grazie all’emissione di particolari onde elettromagnetiche, si sarebbe potuto rintracciare costantemente la posizione di Mew nella regione. Queste onde elettromagnetiche, tuttavia, cambiarono drasticamente la natura dei Pokémon che vivevano nella regione, facendo assumere a gran parte di questi la tipologia metallica.
A fare da setting delle vicende dell’espansione EX Fantasmi di Holon è invece il Lago di Holon. Forse a rendere omaggio ai giochi di seconda generazione, non è un caso che all’interno di questa espansione possiamo trovare il celeberrimo (e costosissimo) Gyarados Gold Star di tipo Fuoco di Fukuda. Come se non bastasse, per rendere l’espansione ancora più misteriosa e appetibile per i collezionisti, si decise di ristampare anche il Mew di Expedition, ormai Pokémon mascotte di questa serie di espansioni. Le zone più selvagge di Holon, raffigurate in questo set, sono state fra le più interessanti per i fan del mondo Pokémon.
Seguono poi i biomi cristallizzati di EX Guardiani dei Cristalli, dove le radiazioni elettromagnetiche modificarono la struttura della grande isola al largo delle coste di Holon. Nelle spiagge nacquero così dei particolari cristalli che infestano anche le illustrazioni dei Pokémon mutanti dell’espansione. Un esempio è il rarissimo Charizard di Kouki Saitou che potete vedere di seguito.
Nella seconda isola della regione di Holon, ovvero l’Isola dei Draghi, separata dal resto della terraferma e situata quasi misticamente al di là di un orizzonte fittizio, prosperavano invece alcune delle creature che più si abituarono ai cambiamenti dovuti alle radiazioni elettromagnetiche e che quindi furono in grado di perdere la seconda tipologia metallica, rinascendo con un solo nuovo tipo. È qui che incontriamo alcune delle creature più famose della storia del mondo delle carte Pokémon: Charizard Gold Star Specie Delta di tipo Oscurità (chiara ispirazione per il Tera Charizard-ex di oggi) e Mew Gold Star Specie Delta di tipo Acqua.
Arrivando a collezionare questo rarissimo Mew, si poteva considerare conclusa l’avventura nella misteriosa regione di Holon di tutti i più intrepidi Allenatori Pokémon. Con l’introduzione di variazioni della natura dei Pokémon stessi – non solo dal punto di vista della tipologia: alcuni Pokémon potevano addirittura essere utilizzati come Energie! – le cinque espansioni a partire da EX Specie Delta diedero nuova linfa al GCC Pokémon, mostrando nuovamente quanto successo possa avere un’idea che sia in grado di amalgamare il lato di gioco a quello narrativo. Chissà, magari in un futuro lontano vedremo la misteriosa regione di Holon all’interno di qualche videogioco della serie principale…
Ragionamenti conclusivi
Con EX Power Keepers (mai pubblicata in italiano), si chiuse nel 2007 l’esperienza fra la regione di Hoenn e quella di Holon. La sedicesima espansione di terza generazione non portò significative modifiche o novità, rappresentando quindi un mero momento di passaggio prima dell’era di Diamante e Perla. Alcuni fattori, tuttavia, ci permettono di iniziare delle considerazioni conclusive riguardo l’era “extra” e la progressione del GCC Pokémon in generale.
Calcolando il valore medio dei PV dei Pokémon Fase 2 di EX Power Keepers si ottiene 112. Se facciamo lo stesso calcolo considerando solamente i Pokémon “ex” otteniamo invece 133. Ora, tornando indietro nel tempo ed effettuando lo stesso calcolo per il Set Base, il numero che si ottiene relativamente ai Pokémon Fase 2 è 95. Questo mostra chiaramente come ci fosse in atto una strategia di potenziamento delle carte distribuite, fattore riscontrabile anche riguardo al danno degli attacchi. Risulta abbastanza difficile ipotizzare il perché di questa decisione, ma, come vedremo nei prossimi episodi, questa evoluzione continuò nel tempo e ancora caratterizza il GCC Pokémon dei nostri giorni. Alla fine del nostro viaggio, confronteremo nuovamente i risultati di questo calcolo, commentando il fenomeno anche in relazione ad altri giochi di carte collezionabili.
L’era “extra” si concluse lasciando un enorme quantitativo di nuove carte collezionabili: un totale di 1723 che, se confrontate con le generazioni precedenti (1624 di prima e seconda generazione insieme), danno un’idea di quanto The Pokémon Company avesse deciso di puntare sul suo prodotto cartaceo. Nell’arco del primo periodo di gestione diretta dei creatori del marchio, il ritmo di pubblicazione venne intensificato anche per andare incontro alla pubblicazione dei nuovi videogiochi principali, ormai vero faro e cronometro della pubblicazione delle espansioni di terza generazione.
Come detto, tuttavia, questi ritmi di pubblicazione rischiarono spesso di minare la qualità artistica del prodotto (fenomeno che, come alcuni sottolineano, colpisce oggi i videogiochi). Moltissime espansioni di terza generazione non riuscirono a presentare delle illustrazioni delle creature tascabili particolarmente iconiche, mostrando spesso dimenticabili primi piani di Pokémon poco caratterizzati o contestualizzati nei loro biomi. Allo stesso tempo, una vera narrativa che accompagnasse i diversi set venne introdotta solamente da EX Specie Delta in poi, andando incontro alla necessità di ovviare alla ripetitività delle creature già illustrate nelle dieci espansioni precedenti.
Fra alti e bassi, il periodo “extra” si concluse quando Pokémon Diamante e Perla erano sull’orlo di debuttare nel mercato mondiale. Nel prossimo episodio, affronteremo proprio il passaggio alla quarta generazione Pokémon, parlando di mitologia e di nuove meccaniche di gioco. Non mancate, torneremo insieme a Sinnoh per rivivere l’arrivo della generazione al cuore della nascita del mondo Pokémon!
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