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Ricordi di carta: un viaggio tra le riviste di videogiochi

Le riviste di videogiochi hanno accompagnato la vita di tanti giocatori, ma attualmente hanno ancora senso di esistere?

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Esisteva un tempo senza Internet, senza la divulgazione facile delle notizie, dove il passaparola era la fonte per eccellenza. Era il tempo dei miti e delle leggende: era il tempo delle riviste di videogiochi.

Fenomeno di cultura e mezzo di informazione, le riviste di videogiochi erano l’unico metodo per i giovani di approcciarsi al mondo dell’intrattenimento digitale quando ancora Internet era qualcosa di elitario, utilizzato soprattutto in ambito lavorativo e decisamente non presente come oggi all’interno delle nostre case.

Il nostro intento è di portarvi in un viaggio nel tempo dagli scoppiettanti albori della carta stampata, attraverso alcune delle riviste di videogiochi nostrane, fino al tragico declino e al necessario rinnovo che molte testate giornalistiche hanno dovuto e soprattutto provato ad affrontare per restare a galla.

Un fulmine a ciel sereno

Facciamo un passo indietro nei mitici anni ’80, per la precisione nel 1983, anno in cui risale la nascita di Video Giochi, ossia la primissima rivista dedicata al medium e realizzata dal Gruppo editoriale Jackson con la redazione formata dallo Studio Vit. Erano i tempi del Colecovision e dell’Atari 2600 e la rivista si distingueva per avere delle rubriche dedicate, per esempio, agli arcade e alle recensioni dei titoli da far conoscere ai giovanissimi videogiocatori.

Da una costola della rivista nacque poi Home Computer, che puntava a usare un tono più serioso e che si trasformò successivamente in Videogiochi & Computer, soprattutto a causa del periodo nero che le console stavano vivendo negli Stati Uniti.

Purtroppo, la vita di questa nuova rivista non durò molto ma, dalle sue ceneri, precisamente nel maggio del 1986, nacque Zzap! che puntava maggiormente a trattare i sistemi a 8 bit come il mitologico Commodore 64. Tuttavia, non si trattava di un prodotto nostrano, ma dell’adattamento su licenza della rivista inglese Zzap!64, che però spaziava anche su altri sistemi differenti dal Commodore come lo ZX Spectrum o l’MSX.

Zzap! continua a uscire in edicola fino al 1992 concentrandosi anche sui titoli in 16 bit e separandosi dalla sua controparte anglofona che nel frattempo aveva chiuso i battenti. Tuttavia, il declino dei titoli a 8 bit e l’avvento di nuove console segnarono il destino del periodico che alla fine si vede costretto a chiudere, non prima di aver dato vita a un’altra rivista di cui parleremo dopo.

Ma non tutto è perduto e, infatti, Zzap! ritorna in vita nel 2012 grazie all’Associazione Culturale Airons di Vigevano che ne realizza una nuova versione cartacea dedicata soprattutto al retrogaming e che viene inviata direttamente a casa dei tesserati.

TGM, GMC, PSM, XMU

Abbiamo detto che Zzap! prima di chiudere definitivamente riuscì a dare vita a un’altra famosa rivista che tutti conosciamo come The Games Machine. Identificata con l’acronimo TGM, la rivista approdò nelle edicole nel settembre 1988 e, anche in questo caso, si ispirava alla sua controparte britannica che, però, chiuse definitivamente nel 1990 mentre quella nostrana esiste ancora oggi e può essere acquistata regolarmente in edicola, risultando la più longeva pubblicazione italiana.

Venivano trattati sia gli home computer a 16 bit sia le prime console domestiche come NES e SEGA Master System e inizialmente presentava un tono molto scanzonato che sarebbe stato poi ridimensionato nel corso degli anni. Una serie di rubriche ci permettevano di conoscere i nuovi titoli in uscita e successivamente di riscoprire i giochi più importanti e che avevano fatto la storia, il tutto accompagnato da soluzioni, guide e soprattutto la posta che i lettori inviavano alla rivista.

Nel corso degli anni ’90 TGM venne affiancata da un’altra importantissima rivista che tutti i ragazzi vissuti in quel periodo ricordano con affetto, Giochi per il mio Computer o, per gli amici, GMC. Nata nel 1997, si poneva come alternativa a TGM e, come la sorella, presentava delle copertine ricche di scritte che anticipavano tutte le novità che avremmo letto all’interno.

Anche qui avevamo le anteprime, gli speciali e soprattutto “La posta in gioco“, mitica rubrica dedicata alla posta e gestita dall’affascinante Nemesis che ha incantato i lettori con ogni uscita. Ma sia TGM sia GMC avevano un asso nella manica che le distingueva e che alimentava una sana rivalità tra i lettori che alla fine acquistavano una o l’altra in base a una semplice motivazione: il disco con il gioco completo in regalo!

Infatti, insieme alle riviste veniva incluso un disco ricco di demo da provare e un altro, in alcuni casi più di uno, con un intero gioco da installare e godere sui nostri computer casalinghi. Questa mossa ha permesso a tanti lettori di acquisire, recuperare, scoprire giochi usciti qualche tempo prima e che, vuoi il non avere i soldi per poterli comprare, vuoi il vivere in un paesino in cui non era possibile trovare un negozio che li vendesse, portavano a cimentarsi con tipologie di titoli differenti oltre alla possibilità di scambiarli con gli amici in modo da provarne sempre di diversi.

Tutti gli utenti PC negli anni 2000 avevano ormai i loro punti di riferimento, mentre sul fronte console come andavano le cose? Sony aveva stravolto il mercato con la sua PlayStation e la nuova comitiva di giocatori era affamata di news, recensioni, anteprime e l’edicola sotto casa stava per rispondere a tutte le loro necessità.

Anche in questo caso si trattò di un fulmine a ciel sereno che consegno nelle nostre avide mani PlayStation Magazine, o meglio PSM, versione omonima di un’altra rivista, questa volta statunitense e non inglese.

Nata nel 1998, si distingueva per le splendide copertine da comics americano, alcune disegnate dallo stesso Joe MAD Madureira che in tempi più recenti ci ha regalato la serie Darksiders, sgargianti, ricche di dettagli e con un effetto Pulp che le rendeva irresistibili. Alcuni numeri erano corredati anche da poster realizzati da autori italiani che ritraevano scene e personaggi famosi in pose plastiche, perfetti per arredare le nostre camerette da nerd.

La rivista si caratterizzava per uno stile scanzonato e divertente, con gli stessi redattori che avevano dei veri e propri soprannomi da utilizzare per farsi conoscere e non dimentichiamoci di Chibi, la mascotte ufficiale che fungeva anche da inviato dal Giappone con approfondimenti speciali provenienti dal Sol Levante.

Nel 1999 al numero 18 venne allegato il primo numero di quella che sarà un’altra importante rivista di settore, ossia Game Republic. Con copertine eleganti e con elementi in rilievo, si riconosceva immediatamente in edicola mentre all’interno manteneva la solita suddivisione in rubriche, recensioni e tutto il resto, spaziando tra tutte le console esistenti al momento, ma purtroppo l’ottima realizzazione non la salverà dalla chiusura nel 2014.

Nel 2001, però, la redazione originale si separò e diede vita a un altro progetto indipendente che, come per TGM e GMC, divenne la rivale e seconda scelta per i lettori, PS Mania 2.0, poi rinominata PS Mania 3.0 con l’arrivo di PlayStation 3 e infine divenuta semplicemente PS Mania. A lei si affiancavano poi numeri speciali con trucchi e codici da utilizzare per sbloccare e vincere facilmente le partite, o DVD con filmati, salvataggi, soluzioni e video anteprime.

Chiudiamo con Xbox Magazine Ufficiale, o XMU, ultima arrivata e che si occupò di trattare la neonata console Microsoft fino a febbraio 2012, con uno stile che andava a ricalcare quello delle altre testate giornalistiche. Le copertine erano realizzate con personaggi del gioco che poi sarebbero stati trattati all’interno della rivista, mentre il logo iniziale cambierà per adattarsi all’arrivo dell’Xbox 360.

Mondo N

Ovviamente non possiamo mancare di citare anche le riviste dei videogiochi dedicate a titoli e console di Nintendo e, giustamente, anche ai Pokémon che ormai avevano invaso la nostra nazione.

Nintendo la Rivista Ufficiale nacque nel maggio 2002 e fu ufficialmente supportata e approvata dalla casa di Kyoto e ciò la rendeva una fonte affidabilissima per reperire informazioni anche al di fuori dei nostri confini nazionali. Lo stile ormai avrete capito che era lo stesso di tutte le altre, con le solite rubriche diversificate, ma ampio spazio veniva dato anche all’hardware nipponico, tanto da creare delle riviste spin off dedicate a Game Boy Advance e Nintendo DS.

Se da un lato avevamo una delle riviste ufficiali di videogiochi blasonata e ricercata, che comunque chiuse i battenti nel luglio del 2013, dall’altro in edicola era possibile trovare riviste che trattavano un po’ di tutto, come per esempio Game Boy Planet che però aveva un tono più leggero e meno autoriale rispetto alle altre e trattava anche giochi di carte.

Altro discorso per le riviste del mondo Pokémon che, proprio come i nostri mostriciattoli preferiti, si evolvevano col passare degli anni, anche se tutti i fan non possono fare a meno di ricordare la pubblicazione che diede origine a tutto durante il periodo 2000-2005: Pokémon World!

Inizialmente la rivista era una mera traduzione dell’omonima rivista britannica edita da Imagine Publishing, ma già dal terzo numero iniziarono a essere presenti anche articoli originali oltre a una grafica e delle copertine più ricercate.

Un problema riscontrato dai lettori era quello della presenza di qualche errore di traduzione o adattamento dei contenuti, generato dalla voglia della redazione di non seguire le traduzioni ufficiali dei giochi.

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Nel 2006 la rivista cambia nome e diventa Pokémon Mania e, con l’arrivo della quarta generazione per NDS, si torna finalmente all’uso della nomenclatura originale e vengono implementate nuove rubriche per il gioco competitivo. Ad aprile 2014 uscirà l’ultimo numero e la rivista verrà chiusa, salvo poi essere sostituita prima da Pokémon Mag nel 2015, che terminerà misteriosamente dopo due soli numeri, e da Pika Mania fino al 2018. Inoltre, in questa sua ultima incarnazione possiamo trovare collaborazioni con noi di Pokémon Millennium!

Decadance

Fino a ora abbiamo fatto un piccolo viaggio tra alcune delle riviste sui videogiochi pubblicate in Italia cercando di fare una piccola cronistoria del periodo d’oro, quello in cui si andava di proposito in edicola per sfogliare, scegliere con cura e poi acquistare il proprio periodico preferito. Ma, come ben sappiamo, questa non è una storia a lieto fine.

La stampa videoludica, al momento nel nostro Paese, versa in un barato oscuro da dove difficilmente potrà risollevarsi, sia a causa della modernità che avanza, sia a causa di chi, ormai, non ci crede più di tanto.

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Ora come ora l’intrattenimento e l’informazione sono a disposizione di tutti e bastano pochi click per filtrare direttamente gli argomenti che ci interessano senza perdere tempo a girare delle pagine inutili. Sembra triste, ma il pensiero del ragazzo medio oggi è che “se posso leggerlo gratis online perché devo buttare soldi in edicola?“, ma a molti tra lettori e videogiocatori di perdere tempo a leggere non importa!

La maggior parte delle notizie possono essere recuperate al volo sui canali YouTube specializzati che ancora si sforzano di portare avanti un lavoro svolto con cura e cuore, informando e allo stesso tempo intrattenendo l’utente.

Purtroppo, il problema si trova sui portali web o sulle pagine Facebook di quelle che una volta erano testate giornalistiche serie e che ora sono ridotte all’ombra di se stesse. Molte delle suddette pagine ormai si trovano a rincorrere il click e l’interazione facile con articoli che poco o nulla hanno a che fare col medium videoludico o che, semplicemente, propongono titoli altisonanti dove poi in sostanza non viene scritto nulla di utile.

A volte gli argomenti trattati non hanno un filo logico e a quanto sembra si pensa più a pubblicare notizie, anche incongruenti, pur di attirare il lettore e in alcuni casi ci si è trovati davanti a errori grossolani da parte di redattori che o non conoscono l’argomento o sono troppo disinteressati per andare a informarsi.

Le riviste di videogiochi sono crollate sotto il peso del progresso, vuoi per l’incapacità di prevedere cosa stava per succedere, vuoi per non essere riuscite a evolvere ancora una volta come successo in passato. Tuttavia non tutto sembra essere perduto e, dalle ceneri della vecchia carta stampata, qualcosa sta tornando in superficie.

Nel settembre 2023 arriva a sorpresa Primo Player, rivista mensile dedicata ai videogiochi disponibile online mediante donazione oppure acquistabile comodamente da Amazon, totalmente indipendente e ricca i contenuti. Al momento conta 11 numeri e si trova già nel suo secondo anno di vita e ha raggiunto un gran successo di pubblico e critica spaziando dalle ultime uscite fino a una rubrica dedicata al retrogaming.

Ma la vera bomba viene lanciata nell’ottobre 2023 quando, senza preavviso, PSM risorge dalle ceneri: torna in edicola pubblicata da Sprea Editori con il vecchio formato brossurato e le splendide copertine che la caratterizzavano negli anni d’oro. Ogni numero è dedicato a un videogioco in particolare, da Resident Evil a Metal Gear passando per Dark Souls, e contiene interviste, recensioni e approfondimenti, il tutto sorretto da buona parte del team originale.

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È proprio Sprea Editori che sta portando molte riviste speciali dedicate a videogiochi del passato oppure monotematiche, regalandoci prodotti di ottima fattura, ricchi di contenuti e in grado di attrarre sia i vecchi lettori che quelli nuovi.

In fondo, la stampa videoludica e le riviste di videogiochi non sono ancora morte, e forse non lo saranno mai, le informazioni troveranno un modo per diffondersi anche utilizzando mezzi che ormai sembravano destinati a scomparire e, chissà, esisteranno ancora persone che scriveranno spinte dalla passione e dalla voglia di interagire con altri come loro cercando un confronto e uno scambio di opinioni che vanno oltre la semplice lettura di un numero in fondo a una recensione.

Cosa ne pensi? Facci sapere la tua sulla nostra chat Telegram, sul Forum o sui canali Social!

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